mercoledì 29 agosto 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = BENIAMINO BIONDI

BENIAMINO BIONDI : “Manifesto” – Ed. Progetto cultura – 2012 – pagg. 96 - € 10,00 –
Ricco di rimandi e di sfaccettature questo lavoro del giovane Beniamino Biondi presenta composizioni poetiche del tutto originali , con esiti a volte elegiaci e a volte drammaturgici. Si alternano pagine dedicate alla poesia, nella costanza di una ricerca culturale personale, a pagine intenzionalmente teatrali, con atti unici che spingono alla riflessione filosofica o alla indagine psicoanalitica. I frammenti sono determinati dal ritmo di endecasillabi che introducono visioni colorate , o fulminee dettature, che sfiorano disfacimenti corporali e realistiche visioni erotiche. Cesare Milanese scrive nella prefazione : “La dicitura < Manifesto > si presta ad essere ambigua, perché può valere sia come sostantivo, sia come aggettivo, sia come verbo. Ma è preferibile quest’ultimo : mettendoci davanti il pronome oggettuale , l’io , si ottiene un ragionamento completo: < Io manifesto > , anzi < Io mi manifesto >…” e tutto il testo è un continuo manifestare letture e turbamenti personali.
ANTONIO SPAGNUOLO -

martedì 28 agosto 2012

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

NUVOLE E ALESSIA ==


1
Da dove tu sei, in via Petrarca,
vedi la stessa nuvola, mi dici,
nel mio da Piazza Dante
scorgerla e

2
il telefono a unirci in voci
nel coro di questo postmoderno
occidentale. dici la nuvola
si sfiocca in forma di cavallo
candido il cielo sopra Napoli e

3
sarebbe bello se fosse Roma
o Firenze, mia Alessia rosavestita
come le nuvole di Ischia della
villeggiatura duale delle conchiglie e

4
oltre le cabine telefoniche incielate
dove ridesti come una donna
a inizio primavera nel deserto
riseminato che ora è il segreto
giardino e

5
non chiedermi, Alessia, tra i campi
di grano profani se è solo un azzurro
ad accentuare la voglia nel fieno
l’incanto duale e poi viene la nuvola
in forma di pesce, nuvole, nuvolette e

6
piove, Alessia, amniotica pioggia
sul tuo grembo per redenzioni
ad ogni passo e resurrezioni e c’è
dio che cammina in lontananza e

7
invita alla gioia, che poi ne sporga
anche felicità per quella foglia
d’alloro sul tuo braccio che prendo
per un erbario nuovo, dopo quello
archiviato per le teche e

8
dietro la densità dell’aria in splendore
del tuo volto, Alessia, attimi fantastici
e spicchi di melarancia sul tuo amore
di viso di madonna barocca
in un incrocio di forme, a iridarti
degli occhi la bellezza ad estendersi
in quel bianco agglutinato e

9
allo sguardo dove traspare di fiume un greto
e di scalinata un’altra nuvola, stavolta
grandiosa che ci ingloba in un’unica
messe che dà pane in salite fino al cielo e

10
vedi, Alessia, sgronderà la pioggia e il tuo
di gioia pianto bagnerà i miei occhi per seminare
pari a miracolo per della nuova nuvola la forma,
mutarla da geranio in rosa.


RAFFAELE PIAZZA
*


lunedì 27 agosto 2012

POESIA = ADAM VACCARO

Questi occhi

Se non avessi questi occhi ora
rovesciati sul piatto di lenticchie
che favoleggia di monete d’oro
girato l’angolo dell’anno

Se non avessi questi occhi sia
pure bucati dai raggi verdi
che ci inonda beata la tivvù
sarabanda e belzebù di Berlusconi

Se non avessi questi occhi stra
volti ogni giorno da mille orrori
e patemi e mille furbi e assassini
convinti di farci tutti scemi

Se non avessi questi occhi bis
lacchi eppure ancora capaci di bucare
la nebbia oltre la pagina che ci avvolge
e pare un tutto senza fine e sogni

crollerei all’istante come quel bue al mattatoio

dicembre 2009

Oro-vita

Quando il danaro non è più segno d’oro splendore
di sole o chiarore di sale valore riflesso del fare ma
solo mina vagante tra le dita di invisibili croupier
sul tavolo dell’immenso magma dei debiti imposti
al mondo – vuoto che risucchia e vomita come

ventre di balena ogni minuta vita nel suo vortice
che pare privo di uscite – tocca alle sue vittime
cercare ancora ancora e ancora scarto e scatto
di ripresa di vita senza più aria come smarrita
provando ancora a ridarle valore e altro oro
2 giugno 2012
(-Poesia inserita nella IX Edizione PoesiArte Quintocortile del 2012, col titolo Altro Oro e curata con Milanocosa)
*
Il succo

Il succo di questo nostro esistere
che tenta a volte slabbrato
il salto sgangherato e fulgido
di tradurre tutto
il suo dritto e il suo rovescio
in parole dal sapore
di zucchero e sale
completamente dentro e
completamente fuori – così
dolce da stordirci e
salato da spaccare le labbra
nel vento del deserto
che spinge senza tregua
a proseguire

(30 dic. 2009)
ADAM VACCARO
*
Adam Vaccaro, poeta e critico nato in Molise nel 1940, vive a Milano. Ha pubblicato: La vita nonostante, Studio d’Autore, Milano 1978; Strappi e frazioni, Libroitaliano, Ragusa 1997; La casa sospesa, Novi Ligure 2003; e la raccolta antologica La piuma e l’artiglio, Editoria&Spettacolo, Roma 2006. Tra le pubblicazioni d’arte: Spazi e tempi del fare, con acrilici di Romolo Calciati e prefazioni di Eleonora Fiorani e Gio Ferri, Studio Karon, Novara 2002; Sontuosi accessi - superbo sole, con disegni di Ibrahim Kodra, Signum edizioni d’arte, Milano 2003; Labirinti e capricci della passione, con acrilici e tecniche miste di Romolo Calciati e prefazione di Mario Lunetta, Milanocosa, Milano 2005. Con Giuliano Zosi e altri musicisti, che hanno scritto brani ispirati da sue poesie, ha realizzato concerti di musica e poesia. È stato tradotto in spagnolo e in inglese.
È presente in molti blog e raccolte antologiche e collabora a riviste e giornali con testi poetici e saggi critici. Ha fondato e presiede Milanocosa (www.milanocosa.it), Associazione Culturale con cui ha realizzato numerose iniziative. Tra queste: “Scritture/Realtà – Linguaggi e discipline a confronto”, di cui ha curato con Rosemary L. Porta gli Atti, Milanocosa 2003; “Bunker Poetico” in collaborazione con M. N. Rotelli alla 49a Biennale d’Arte di Venezia, giugno 2001, di cui ha curato con G. Guidetti la raccolta Poesia in azione, Milanocosa, Milano 2002; la 1^ Carovana Nazionale di Poesia e Musica (21-31 marzo 2003), promossa e coordinata con A. Santoro e M. Jatosti; evento col patrocinio del presidente della Repubblica e dell’UNESCO in corrispondenza della Giornata Mondiale della Poesia del 2003. Ha curato con F. Squatriti 7 parole del mondo contemporaneo, libro di Poesia, Arti visive, Musica e altre discipline, Milanocosa ed ExCogita, Milano 2005; Milano: Storia e Immaginazione, Milanocosa, Milano 2011; Il giardiniere contro il becchino, Atti del convegno 2009 su Antonio Porta, Milanocosa, 2012. Cura la Rivista telematica Adiacenze, materiali di ricerca e informazione culturale del Sito di Milanocosa.




venerdì 24 agosto 2012

POESIA = FLAVIO VACCHETTA

LA SCALA LUMINOSA

se potessi del silenzio
studiarne la mappa
la tonicità del fiore agli occhi
per vedere me stesso, una candidatura al sole
questa quiete, questo fitto ricovero
è una penombra di guido
se potessi restare appeso semplicemente
tra mare e sole appena svelati
ah, cavalcherei quest’onda col mio dolore
ravviverei le acque del giordano sporche di chemio
nella scoperta della scala luminosa di guido
se potessi, se potessi
ah non poterlo fare
tuttavia custodirei
con malinconica ferita
il ricordo di guido
ma posso vedermi i nudi piedi
spalancarmi gli occhi
abbandonarmi al sole
riaprire al vento
le persiane di guido
tuttavia raccoglierò con fierezza
l’eredità di un esempio
sopra il cuore di guido.
*
FLAVIO VACCHETTA
Da “La scala luminosa” Ed. Puntoacapo – 2012
*
FLAVIO VACCHETTA è nato nel 1951 a Benevagienna (CN) dove vive e lavora. Dipendente presso un Istituto bancario. Ha pubblicato due raccolte di poesie; con "Silente meridiana" (Lorenzo Editore) ha ottenuto ampi consensi di critica ed alcuni premi, tra cui nel 2002 il secondo posto al Concorso letterario "Pavese-Gori" di Chiusa Pesio ed il quarto al Concorso letterario "Il cortile" di La Spezia. Finalista al premio "Il libro dell'anno" di Osilo; è stato segnalato a numerosi concorsi

sabato 18 agosto 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = MATTEO BIANCHI

MATTEO BIANCHI : “Fischi di merlo” – Edizioni del leone - 2011 – pagg. 64 - €. 8,00 –
La trasparenza ricercata di alcune luminosità stilistiche che questo giovanissimo autore offre tra versi molto vicini alla musicalità del pensiero e della creatività riesce di pagina in pagina a coinvolgere il lettore per quella soffice e malcelata saggezza che si annida corposa nel “dettato”.
“Facciamo così: / tu spegni la luna, / io raccolgo i cocci / di stelle brillate / e arrotolo il cielo, / persiano di fine fattura. / La mia luna / si è persa. / Mi avanza/ il solito buio / marcio / e stramarcio.”
Qualche segnale della tradizione arricchisce la scrittura con l’insistere di figure e colori poeticamente compiuti , nel mentre il quotidiano con la sua semplicità e la sua imprevedibile oscillazione tesse chiusure esistenziali.
“Matteo Bianchi – scrive Mario Specchio in quarta di copertina – ha introiettato la lezione di Montale e < gli schiocchi di merli > del poeta ligure sono divenuti < fischi > suoni prossimi alla vocalità eppure sempre trattenuti in un al di qua della coscienza dove la città e le sue strade sospese in una magia dimessa, gli amici gli e amori, i ricordi e i presagi parlano solo quando tutto è stato detto e le parole sono chiamate a testimoniare, attraverso un gioco di echi e di rimandi analogici, ciò che resta di quel silenzio.”
Ferrara , la città natale , appare in tutta la sua fascinazione per quelle armonie che palazzi e strade e riflessi e penombre sono capaci di miscelare alle magie del rimembrare, per una poesia che promette visioni e note.
Il sogno trascina la memoria con una sua propria musicalità tra l’umana carezza e silenzi pulsanti.
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 13 agosto 2012

RIVISTA = SOGLIE

SOGLIE - RIVISTA QUADRIMESTRALE DI POESIE E CRITICA LETTERARIA
anno XIII - N° 3 - Dicembre 2011 -
Sommario :
- Testi poetici :
Guido Oldani : Il realismo terminale con intervista di Elena Salibra
Stefano Carrai : Agir Watch e altre poesie
Giuseppe Langella : La bottega dei cammei
- Saggi:
Enrico Tatasciore : Montale e il Fedone
Anna Chella : Il libro incompiuto "Res amissa" di Giorgio Caproni
- Recensioni e note:
a firma di Valeria Tocco, Silvia Morotti, Giancarlo Bachini, Fausto Ciompi.
- Riferimento : Alberto Armellin - via vecchia Fiorentina, 272 -- 56023 - Badia (Pi)

venerdì 10 agosto 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = VINCENZO D'ALESSIO

VINCENZO D’ALESSIO : “La valigia del meridionale e altri viaggi” – Ed. Fara editore – 2012 – pagg. 76 - € 11,00 –
“La terra e il sudore degli uomini / confusi nelle spire del tempo…” il verso che potrebbe essere da esergo per questa raccolta energicamente ancorata ad un nodo storico, che diventa praticabile dalla memoria, disarticolando le condizioni umane e temporali per una implicazione stilistica e di sostanza. E’ il viaggio che un meridionale intraprende con la sola forza del “verbo”.
“ Vincenzo D’Alessio – scrive nella esaustiva prefazione Anna Ruotolo – a dispetto del silenzio e della perdita di punti fermi di una qualsivoglia tradizione, è il viaggiatore per antonomasia , sempre in giro e mai troppo lontano dai suoi luoghi. Un viaggiatore che – ovunque vada – risplende per una appartenenza non tanto bisognosa di essere dichiarata quanto, piuttosto, brillante a partire da se stessa, per quelle caratteristiche che fanno della poesia campana una poesia arcaica e nuova insieme, misteriosa, piena di luci e colori, ricette mistiche e segreti familiari, radici rivolte al cielo e orizzonti capovolti e scambiati di posto.”
La parola qui si dilata nelle prospettive che giocano con filtri ruotanti, che compongono il libro tra metafore e registri musicali, con ricordi dolorosi e illusioni luminose, con sapori molto spesso aspri , intrisi ancora dal taglio indelebile della perdita del figlio, o profondamente infiammati dalla fragranza reinventata della propria terra e degli antichi “luoghi”. Una sorta di identificazione dell’io narrante con le pupille sorprese dal sole , con le foglie che ricoprono il corpo , con la pioggia che si può difficilmente trattenere nel palmo delle mani, con una luce amica che segna una bussola australe.
ANTONIO SPAGNUOLO -

martedì 7 agosto 2012

NOTIZIA = RIVISTA

NUOVO CONTRAPPUNTO - rivista trimestrale di poesia e di arte.
Anno XXI – numero luglio-settembre 2012 –
Sommario :
Corrado Calabrò : Cinque poesie
Elio Andriuoli : Fu Saffo ? / Luoghi
Silvano Demarchi : Istanbul / Fiore solitario
Guido Zavanone : L’autunno / I miei versi
Lucio Pisani : Il crogiuolo / Se questo è un pregare
Piera Bruno : Interno / Un altro
Gabriella Cavelli : Cipria
Yunus Emre : Il pianto del mulino
Recensioni : a firma di Elio Andriuoli e Silvano Demarchi .
*
Riferimento : elioandriuoli@alice.it

lunedì 6 agosto 2012

POESIA = ALESSANDRA PELUSO

"SPECCHIO D'ACQUA" ---

... specchio d'acqua
due anime che si rivelano
un bagliore attraversa il loro soffio - specchi di vita -
gli occhi riflessi incontaminati dei loro sguardi che si leggono
gli uni negli altri

il mare - uno specchio -

i vissuti di un uomo e una donna che si narrano
cullati dalle onde del mare
...

in un mare
quel mare riflesso di occhi cerulei
specchio di corpi che pullulano passioni inaspettate
nuove gioie nuovi timori di una vita
due corpi due anime
ansimanti anelanti d'amore

il mare - uno specchio - ...
**
ALESSANDRA PELUSO

venerdì 3 agosto 2012

POESIA = NAZARIO PARDINI

BEPPE ---

Amava quella terra. La campagna
lo riempiva di gioia. Era la vita.
Quand’era solo in mezzo ai suoi raccolti
non chiedeva di più. La mattina
indossava i suoi stracci e al primo sole
prendeva lo stradone per i campi.
L’accompagnava un’alba d’erba nuova
che usciva in fondo al monte a discoprire
la vastità del cielo. Sprigionava
il nascere fecondo della vita
collo sfrecciare d’ali già veloci
al primo accenno di luce, e diffondeva
il sentore dei campi lavorati
che si sposava al vento. E lavorava
ora col maglio, ora con l’aratro;
e lavorava fino a tarda sera
senza sentir fatica. Era il tramonto
con i colori spersi fra i cipressi
e i rami degli ulivi a riportarlo
al riposo di casa. E nella sporta
aveva sempre un po’ della sua terra.
Il figlio era operaio in una fabbrica.
Ed un giorno
trasmise al padre, per necessità,
il grande cambiamento:
trasferirsi in città.
Una stradetta cupa dove a stento
penetrava la luce.
In quella strada l’alba non riusciva
a scoprire il suo rosa. Né il tramonto
riusciva a rivelare i suoi bei giochi.
Così la sera Beppe andava in piazza;
da là vedeva il cielo che gli dava
l’idea della campagna
con quello spazio vasto in mezzo ai platani.
Seduto sulla panca
fissava il giallo e il rosso del semaforo,
ricordando la luna sulle mèssi.
Ne aveva una gran voglia. Ritornare una volta,
anche una volta sola a quei profumi.
E il coraggio gli dette una gran forza:
zitto, zitto inforcò la bicicletta e via di corsa…
(Era un gran rischio. E lui ben lo sapeva)
Stanco e col cuore peso, iniziò a fremere
quando imboccò il viale. Sui rivelti (*)
le gazze becchicchiavano gli insetti,
e l’egrette seguivano l’aratro
nell’attesa del pasto. Fino al monte
s’apriva l’orizzonte. Finalmente
rivide la sua terra. Si sedette
sul ciglio che per anni aveva visto
quell’uomo sperso in cielo; si smarrì
fra i frutti e gli uliveti, e perse l’ora.
Gli stanziavano attorno quei piccioni
che aveva in altri tempi custodito,
e lui come saluto
simulava di spargere granaglie.
Forse, chissà, l’avevano aspettato.
Beppe guardò la luna che di giorno
era uscita per lui, di certo ben diversa
dal semaforo seppur ben colorato;
e stanco s’accasciò, portandosi nel cuore
tocchi, profumi, e spazi
che sempre aveva amato.
Era là che morì. E non da solo,
era riuscito a farlo sul suo suolo
in compagnia degli alberi
e degli uccelli in volo.
-----
(*) = le due lingue di terra rovesciate ai bordi dell'aratro
------
(26/02/ 2012)
NAZARIO PARDINI --

giovedì 2 agosto 2012

NOTIZIA = RIVISTA

"CAPOVERSO" - rivista di scritture poetiche - N° 23 - gennaio-giugno 2012 -
Sommario :
Carlo Cipparrone :L'exploit della Szimborska e le classifiche dei bestseller
- Saggi:
Guglielmo Aprile : Suggestioni gitane nel primo Garcia Lorca
Pietro Civitareale : A 30 anni dalla morte : Antonio Rinaldi e il senso orgoglioso della solitudine.
Merys Rizzo : Tomas Transtromer o dell'insostenibile silenzio.
- Testi :
Andrea Amoroso : Cinque poesie
Angiolo Bandinelli : Il nome che è caduto dall'agenda
Giorgio Bonacini : Poesie ritrovate
Pietro Civitareale : da "Cartografie di un visionario"
Claudio Damiani : Quattro poesie
Enrico D'angelo : Quartetto
Franco Dionesalvi : Cinque poesie
Stelvio Di Spigno : Cinque poesie
Ariodante Matrianni : Tre poesie
Fabio Pusterla : Due poesie
Antonio Spagnuolo : Tre poesie.
- Interventi :
Davide Castiglione : L'ampia solitudine di Nunzia Binetti
Antonio Coppola : Le alternanze crociate nella poesia di Silvana Baroni
Francesco De Pascale : Postmodernità e lirismo ne "Il silenzio assordante" di Luca Rota
Giorgio Linguaglossa : Spostare il centro di gravità del discorso. Sulla poesia dell'ultimo De Angelis
Tiziano Salari : Pensare alla morte - Intorno al "Secondo bene" di Flavio Ermini
Raffaele Urraro : Marcello Carlino : la poetica.
- Letture :
a firma di Giorgio Linguaglossa, Lidia Are Caverni, Giuliana Lucchini, Maurizio Marota, Rosa Pierno, Elio Grasso, Carlo Cipparrone , Floriana Giannetti,Comasia Aquaro,Fabio De Santis, Pietro Civitareale, Anna Ruotolo, Salvatore Violante, Stelvio Di Spigno , Antonio Spagnuolo, Diego Conticello.
Riferimento : alimenaf@libero.it

POESIA = STAN ROUGIER

IL DIO VICINO ----
Ti immaginavamo come un monarca
e ti sei fatto pastore.
Ti avevamo dipinto come un giudice implacabile,
e hai voluto abitare in noi.
Abbiamo detto di te che sei "qualcosa sopra di noi",
mentre tu hai voluto abitare in noi.
Ti pensavamo nelle case degli uomini perbene,
e invece hai alloggiato dai peccatori.
Ti abbiamo cercato nelle cattedre di teologia,
e invece eri seduto sull'erba al banchetto degli innamorati.
Ti credevamo pronto a scoccare il fulmine e il flagello,
ma tu suonavi una musica di danza con una "canna incrinata".
Ti cercavamo in un sepolcro,
ma tu rimettevi sulla loro strada due viaggiatori smarriti.
Ti volevamo stringere nella rete delle parole,
ma ti sei lasciato stringere dagli abbracci dei bambini.
Signore aiutaci a non dimenticare mai,
nei nostri giorni luminosi e come nelle notti oscure,
che sei il Dio vicino.
-- STAN ROUGIER ---
adattamento di padre don Bruno Perazzoli ---

mercoledì 1 agosto 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

RAFFAELE PIAZZA : “ Del sognato” – Ed. “La vita felice” – 2009 – pagg. 72 - €. 10,00 – ( prefazione di Gabriela Fantato ) –
Nel segno persistente della ricerca, e della poesia raffinata, ecco una raccolta di versi che riesce a coinvolgere il lettore , per quella raffinatezza tutta incisa tra rigo e rigo e per la struttura rigorosamente attenta della pagina. Raffaele Piazza non è nuovo al cimento con la “parola” , egli per anni si è addentrato nei meandri del “dire” e quasi sempre ha realizzato immersioni degne di essere seguite e segnalate.
“Vedi i mattini tra le pareti di sogno / entrare di tinte verso il velo a trascriverne / l’apertura delle ante del giorno; / vita a coglierne il senso recuperato / un fiore d’erba tra le copertine mai aperte e / invece oggi nell’agenda che è già / camera inauguri la radura che stava da anni: / le foglie per riandare nelle stanze / segrete come / poi serve ed è felice una casa per fare sesso / o mangiare, non solo:/ scrivere di nuovo – poi chiamarlo / amore quel vagare di lettere in movimento: / il fondamento in oggetti da rivelare / che se poi continua in qualche / modo e sarà infinito qui è cominciato/ in queste camere…” – La linea del disegno straripa dalla mano, impegnata in occasioni che sembrano barocche, tra l’ angoscia esistenziale, che appare in ombre, e il divenire fenomenico degli scarti. Immagini, pensieri, illuminazioni, ipotesi, sensazioni, plasticità si intrecciano vorticosamente e si susseguono , coinvolgendo il fruitore e invogliandolo a ri/creare il testo con la propria sensibilità ed il proprio bagaglio culturale.
La sua “Musa” ha attimi di squillo, attenta alle epifanie che scivolano tra pause e riprese, o sospesa alle ombre della memoria, ritrovata a poco a poco tra le assenze, i ritorni, lo schizzare dei sussulti erotici, o il gioco dei muri calcinati.
L’intreccio dei messaggi gioca con le pulsioni della mente a riempire , se liberati, quelle ipotesi di quotidianità che ognuno di noi insegue per migrare nell’empireo.
ANTONIO SPAGNUOLO -

SEGNALAZIONE VOLUMI = SPAGNUOLO

ANTONIO SPAGNUOLO: “Misure del timore” - Kairós ed., 2012 – pagg.174 - € 14,00 –

Misure del timore è un’antologia poetica che comprende componimenti quasi sempre di ampio respiro, tratti da ben dieci testi editi e in più 26 nuovi che danno il titolo all’intero libro. Si tratta di poesie realizzate tra il 1985 e il 2010, in 25 anni di autentica creatività, dove il poeta si muove fra tradizione ed innovazione, eros e thanatos, realtà e sogno, io e mondo, finzione e verità. Sono fratture o frammenti che sembrano ricomporsi nelle “ misure del timore”, in uno spazio e in un’atmosfera vivi, a volte incandescenti, giammai banali. Già il titolo e la stessa copertina, riguardando valutazioni che includono lo spazio il tempo (‘misure’) nonché preoccupazioni esistenziali (‘timore’), risultano appropriati e significativi.
La poesia di Spagnuolo, che “è legata all’inconscio e l’inconscio è il luogo della poesia” (cfr. l’esergo), si dipana, da Candida fino a Fratture da comporre e Misure del timore, aspra e insieme dolce, sensuale e angosciosa, delusa e trasgressiva, mediante un linguaggio originale e netto, preciso e scientifico ( dunque, mai separato dalle cose), tra suoni ed immagini differenti.
L’autore lascia, inconsciamente, al lettore attento tracce varie per tentare di comporre il puzzle dell’umana esistenza. Oltre al già citato esergo, egli infatti parla, in apertura e in chiusura del suo libro, di assenze ( cfr. l’attacco “ Manca il sapore pieno della sera” in “ Trucchi” da Candida) e del “lamento delle manchevolezze” ( cfr. la penultima strofa di “ Rami di mirto” in Misure del timore) a cui s’aggiunge, subito dopo, l’avverbio con valenza negativa “ inutilmente” ( cfr. l’ultima strofa del componimento citato). E non si dimentichi le voci “rimpianto”, unito ad una “segreta malinconia”, e “ rimorso” in Fratture da comporre o gli altri sostantivi “ pudore” ( cfr. “ La mia mano a Ganescha” in Candida e “candore” ( cfr. “ Candida” nell’omonima raccolta).
E’ costante poi, nelle sue opere, la presenza della figura femminile ( in genere la donna amata) che si rivela luce vivida fra terra e cielo, fuoco ed ombra, fonte d’emozioni diverse, nel gioco apparentemente esaustivo dell’eros. E’ perciò , quello di Antonio Spagnuolo, un amore pieno, sensuale e al contempo candido, innocente, che resta attaccato alla bellezza e ai colori della vita.
Nei riti erotici, inoltre, si va dai trucchi alle guglie, ai drappeggi, in luoghi ben definiti( soprattutto Parigi e Napoli), tra incertezze e rabbie, dolcezza e solitudine, malinconia e allegria, ardore e tenerezza, nella fugacità del tempo. Scorrendo i suoi versi ( le sue parole), notiamo che il suo sguardo orizzontale vorrebbe trascendere la realtà, diventare verticale, ma nonostante i suoi tentativi, non riesce ad andare oltre il muro delle apparenze, tra ombre e ricordi, desideri e paure, abbandoni ed ironia, mare e cielo, sole e buio.
Specialmente nelle ultime raccolte, si avverte una certa stanchezza del Nostro ( con le sue umane paure), il quale si convince che non basta più l’eros a riempire il nulla, il vuoto della vita, dando senso al tempo. In particolare, l’ultima raccolta è pervasa dal pensiero della fine, a cui si riferisce un lessico adeguato, comprendente parole-chiave come “ ombre”, “nulla”, “ precipizio”, “fantasmi”, e altre. Vanamente egli allora chiede “ un salmo che colmi il cuore,/una voce che tuoni profezie / e appaghi la tortura dell’ira” ( cfr.” Dialoghi”).
Tutto ciò lo spinge ad un duplice rimpianto: quello del padre terreno e ,in filigrana, del Padre divino. Si tratta di una sorta di amore ruvido, quasi scontroso verso lo scomparso padre naturale e verso Iddio, in un confronto dove l’autore parla in negativo, anche se sembra fluire sotterranea un’acqua che vorrebbe (o potrebbe) rasserenare il cuore del poeta.
FRANCESCO POLITANO --