domenica 29 giugno 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = CINZIA DEMI

Cinzia Demi – “Ero Maddalena”- puntoacapo Editrice – Pasturama (Al) – 2013 – pagg. 71 - € 10,00

Cinzia Demi è nata a Piombino (Li), lavora e vive a Bologna ; ha pubblicato numerose raccolte di poesia.
“Ero Maddalena”, che presenta una prefazione di Gabriella Sica e una postfazione di Rosa Elisa Giangioia, è un interessante silloge non scandita in sezioni;
Tutte le composizioni che costituiscono il testo non hanno titolo e l’opera in se stessa può essere considerata un poemetto.
I componimenti, ad esclusione del primo, sono formati da quattro terzine libere e iniziano con la lettera minuscola, elemento che dà il senso di un’arcana provenienza.
Alcune delle poesie sono riportate in corsivo, come se fossero espressione di una voce controcampo.
Costante è la leggerezza del dettato e l’io poetante è molto auto centrato.
La poetica della Demi è connotata da chiarezza, nitore e luminosità che creano un’armonia formale e tutte le strofe sono bene controllate e compatte
Il linguaggio della poeta presenta generalmente un leggero scarto dalla lingua standard, anche se si riscontrano accensioni e spegnimenti attraverso metafore e sinestesie molto icastiche.
Si avverte, leggendo il testo, un anelito verso un varco che porti ad una forma di salvezza da ricercarsi anche nel quotidiano, tramite una parola pronunciata con urgenza e precisione.
L’azzeramento della punteggiatura produce un’ansia controllata nel fluire dei versi in lunga ed ininterrotta sequenza e tutte le poesie sono felicemente risolte.
Poesia vagamente neolirica quella di Cinzia Demi, che ha anche venature neo orfiche che producono un tessuto originale nel quale il lettore s’immerge con inevitabile coinvolgimento.
Tematiche dominanti in “Ero Maddalena” sono quelle dell’erotismo e della corporeità che si coniugano ad un vago misticismo.
Attraverso il titolo sembra che la poeta faccia riferimento ad una sottile provenienza, ad un passato che si riattualizza consapevolmente e necessariamente attraverso la parola.
La “Maddalena” diviene simbolo di un peccato misterioso e lontano che cerca espiazione e la redenzione si raggiunge attraverso il mezzo sublime della poesia stessa, che diviene tout-court esercizio di conoscenza.
Come scrive acutamente Gabriella Sica nella prefazione la “Maddalena” protagonista della raccolta è l’autrice stessa nel suo tendere ad uscire dalle tenebre della coscienza per giungere alla luce in un processo praticabile solo attraverso la parola..
Testo composito e intelligente nella sua originalità, frutto di consapevolezza di intenti che portano ad un risultato raffinato.
*
Raffaele Piazza

SEGNALAZIONE VOLUMI = NINNJ DI STEFANO BUSA'

NINNJ DI STEFANO BUSA' :"SOLTANTO UNA VITA" –

Mi sembra incredibile che io abbia trovato pezzi di vita mia in un romanzo. Non circoscrivibili agli avvenimenti, ma alle sensazioni provate e mirabilmente descritte dall’autrice, Ninnj Di Stefano Busà.
Non ho potuto fare a meno di visualizzare i posti incantevoli visitati dai protagonisti nelle foto scattate da mia figlia che si è trovata per un gioco del destino a visitarli.
Mi sono ritrovata poi a tirar fuori merletti, lenzuola di lino, sete dimenticate in bauli antichi. E ancora, servizi in porcellana finemente decorati.
Avevo forse bisogno di questo bagno di bellezza per godere di quanto altrimenti sarebbe rimasto sommerso da tovagliato plastificato, tazzine smaltate …tutto all’insegna del modernariato.
Pescare nel passato, viverne la bellezza in ogni fattura, può essere di ristoro. Questo è successo a me, ed è tutto merito di chi, con tratti pari a pennellate, ha saputo condurmi in una magnificenza che mi ha reso grata ai miei cari così come nel libro – dove tutto si dipana quasi in un procedere obbligato, dai protagonisti della storia ai loro figli, ai viaggi, ai patemi d’animo, ai momenti sofferti, e ad altri di squisita felicità – è tangibile una grande gratitudine al Cielo.
L’accostamento personale è dovuto alla mia immersione involontaria nell’intreccio, individuabile, con fili penduli cromatici, che anima “Soltanto una vita”.
Non svelo la trama, mi soffermo a sottolineare che i dettagli, in questo romanzo, hanno sublimato luoghi e stati d’animo descritti nei minimi particolari, suggellando la presa di coscienza così come il coinvolgimento totale nei vari eventi di ogni ‘protagonista’. Non ci sono figure anonime/comparse infatti, l’autrice ha permesso che ogni ruolo ricoperto divenisse parte integrante, nessun soggetto comprimario.
Dalla lettura si desume che capillare è l’Amore, per poter aver occhi che permettano di vedere compiutamente ogni sfumatura della natura così come ogni risvolto dell’animo. Sentimenti opposti in base agli avvenimenti, ora dolorosi ora di assoluta gioia, che portano di volta in volta o all’accettazione o a vivere con passione quella che è “SOLTANTO UNA VITA”.
Libro che porta ad apprezzare il bello che già ci appartiene, riscoprendo e portando alla luce valori sommersi, o forse solo sopiti. La consapevolezza di grandi ricchezze che tacciono in noi, che ignari ospitiamo, un obiettivo.
Ci troviamo di fronte a un regalo di cui non si può fare a meno di essere grati all’autrice, per questo fantastico volume, il cui valore non si può restringere al linguaggio aulico che vi ritroviamo, ma si estende, diventandone fulcro. È un canto, un ossequio alla vita.
Un oceano di emozioni, che trovano la matrice in quello stesso oceano in cui è ambientato “Soltanto una vita”, e qui elemento trainante che conduce il lettore, quasi per mano, in spazi infiniti.
L’arte della scrittura si impone nelle pagine al pari dell’arte del volo in un’aquila reale.

Rina Accardo

POESIA = ETTORE BONESSIO DI TERZET

“nel campo rosso”

volevo che fosse
quello che era
non solo un rebbi,
lo amavo
l’avevo capito
volevo salvarlo
*

“braccio della morte”

ho vissuto male
non so chiedere
malvagio terribile,
non fui sempre così
che dici non sento
non parli più
*

“sentieri interrotti”

Nei momenti difficili
andava nel bosco
attendendo.
Un giorno cambiò
direzione e trovò
solo paura e speranza.
quando l’oracolo
parla parole confuse
insensato e irritante
l’incenso del tempio
*

“agli ignoti e dimenticati, da sempre”
difese un corpo col corpo
affogò per non far annegare
carbonizzò per non far bruciare
soffocò per far respirare
salvò nemici per non uccidere
si sacrificò per non morire più
*

“ai caduti, da sempre”
Almeno gli uccisi
dall’inizio del mondo
Padre salvali
dalla consumazione
rinati su verdi campi
santi per il loro martirio.
*
*
“ethos daimon ti”
lasciata la mano
non seguito l’intuito
rincorre copia
desiderio taciuto
*

“a poche cantanti”
l’urlo
i suicidi
macchiamo
di applausi
per dimenticare
il dolore di tutti
*
ETTORE BONESSIO DI TERZET

sabato 28 giugno 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = UGO PISCOPO

UGO PISCOPO : “Oscillamille” – ed. Empiria 2013 – pagg. 180 - € 16,00 –
Una valanga ricca e luminosa sciorina mille ed oltre mille “haiku”, da centellinare con curiosità e vigile approfondimento. Ugo Piscopo non è nuovo alle sorprese per alti percorsi , che lo distinguono quale operatore di primo livello , puntualmente accorto a spulciare appunti , a ricucire spunti arguti e sapienti , ad offrire rimbalzi ritmici, fioriti quasi sempre al sorriso della inventiva. Qui ci sorprende per la numerosa raccolta di pensieri e di suggestioni , di accensioni e ripensamenti , di illusioni e accortezze , che fanno di queste pagine un diario , o quasi un breviario , da consultare poco alla volta , gradino per gradino , assaporando , come i cioccolatini della Perugina , il singolo frammento . L’ironia che pervade sfavilla nei pensieri accennati appena , nel mottetto lasciato là quasi inavvertitamente , che apre , dischiude , a sprazzi incontrollabili. Alcuni passaggi sono eccezionali per la loro inflessione filosofica , per la loro cubatura psicologica , e alla pari per la loro profonda precisione sociale , politica , culturale.
“Lo stile è vario – scrive Marcello Carlino nella prefazione – come la occasioni che danno spunto ai versi: elegiaco e arguto , microscopicamente preciso come una lezione di anatomia, e pure giocato per rimbalzi e rifrazioni, divertito e impassibile, interrogativo e definitorio, malinconico e familiare, ironico …” interrogando spesso, quasi a voler indagare nel breve accenno del verso tra i simulacri delle memorie o tra le improvvisazioni di una realtà immanente , sempre fotografata con l’arguzia del regista. Il singolo brano allora diviene una scultura adamantina e musicale che , variando di scheggia in scheggia , offre svariati rilievi plastici e affascina per la ininterrotta musicalità incisa.
ANTONIO SPAGNUOLO -

venerdì 27 giugno 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"ALESSIA E L'ALBA ROSA"-

Visore di cielo ad agglutinarsi
le ombre con il paesaggio
sotteso a rinascita di ragazza
Alessia nel destarsi con il
sogno tra le mani affilate
per ferite detergere del male.
Telefono rosso a squillare
e illuminarsi nella disadorna
mattinata a bere aria Alessia,
respirare e rispondere e sentire
ti amo dalla bocca di Giovanni.
Fabula estiva e l’interrogazione
di latino è andata bene
(le hanno chiesto l’Eneide
di Virgilio).

Felice la fragola assapora Alessia
sembiante d’alba rosa
per voltare pagina.
*

"Alessia e il caldo"

Caldo orizzonte
che avanza nel
mattino dai giochi
delle rondini solcato
in fiori di arabeschi.
Notte insonne si
Alessia prima dell’
esame della prima
volta ad accadere
nel prato dei ricordi
delle vergini amiche
con le bambole a
giocare o in riva
al mare.
(avrò dolore, uscirà
sangue, mi lascerà?)
Denso sudore nel letto
rosa di Alessia
come una cosa a scendere
nell’anima di donna-
bambina:
vedrai che sarà bello,
dice l’angelo.
*

"Alessia e la rete"

Sera di plenilunio ostia
di luna piena sul mare,
ragazza Alessia al colmo
della grazia ha gettato
la rete della vita sul luogo
di scogliera grigia dove
era già venuta.
Ha tirato i fili dell’esistere
e ha pescato una pietra
levigata bianca, una
conchiglia rosa e il
resto della vera storia
dei baci con Giovanni
(tanto non mi lascia).
Ha preso due libri,
il diario dei sogni a poco
a poco nel desiderare
amore altro e annerare
fogli con floreali disegni.
Parte Alessia per le
vacanze in un soffio di
rugiada mattinale
e ci sarà raccolto.
**
Raffaele Piazza

mercoledì 25 giugno 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = DAVIDE ARGNANI

DAVIDE ARGNANI : “ MUSA FITTA NELL’AZZURRO” – Ed. Di Felice – 2014 – pagg. 64 - € 12,00-
Nel fluire di tempi variopinti , di candide ripetizioni mnemoniche , di sorprendenti impennate liriche , la poesia di Davide Argnani emerge quale diario scoperto , per incontrare ed a volte scontrarsi con le realtà del quotidiano , quasi sempre gabbie indelebili per gli aneliti di speranza ed illusione.
La tenacia con la quale il poeta cerca di imprimere una frastagliata genuinità di metafore e di immagini si rinnova nella vis che sboccia genuina dal pensiero e dal subconscio, ove l’occasione diventa proposta di paragoni , di rimandi , di variegate sospensioni del divenire. Il volume divide il canto in due sezioni ( I parte 1982-1997 e II parte settembre-ottobre-novembre 1998 ) per ben suddividere anche una certa impostazione di scrittura che si fa via via sempre più determinante e molecolare, attingendo dalle radici di una cultura variegata e profonda , anche quando l’amore suggerisce con ingenuità sua propria quei sentimenti ove ben trova misura la parola scritta, nella ondulazione cromatica del canto. Il tempo stesso, che appare e scompare imperterrito, ha la pulsione sua propria con ricordi , nostalgie, rancori , delusioni, per la sua indicibilità fra le ciglia e lo sguardo , fra le mani e il desiderio. La figura femminile ritorna : “Sei come la pioggia/ che scuote la terra secca,/ il torrente che mi ribolle dentro/ e mi porta via/ verso il viottolo.” E illumina gli affascinanti rimandi.
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = NAZARIO PARDINI

"IL FIUME"

Acqua, che riflettesti i miei canneti
con le quaglie sui cimoli, e le torri
di grigie chiese e i tremuli felceti
delle sponde, lo sai tu dove corri?
Ti perderai tra poco nel clangore
dell’irruente mare, ed il tuo salce
ti guarderà sparire. Già il rumore .
dell’ampio piano in file d’alba calce
ora vicine ed ora più lontane,
come vie di paese, si confonde
all’aria dei pinastri. Non t’inganni
il profumo allettante; presto vane
saranno quelle immagini di sponde
in spazi senza fine. Ed i tuoi panni
scoloriranno in cuore al tanto vasto
vorticare del nulla, finché a volte,
ormai sepolta preda alle ritorte
ed iteranti corse, sarai volta
alla riva che più non ti appartiene.
Avresti mai pensato, al rampollare
bisbigliante dei gorghi tra le fresche
chiazze sorgive di finire amara-
mente dentro voragini sì avare?
*
NAZARIO PARDINI

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUANA FABIANO

LUANA FABIANO: “Respiri Violati” – Ed. Puntoacapo – 2014 – pagg. 80 - € 10,00 -
(prefazione)
Per comprendere a pieno i segreti di questa raccolta, immersa faticosamente nel non senso e nelle impossibili tracce dell’inconscio, bisogna conoscere qualche passo del pensiero creativo della poetessa. In questa silloge – ella suggerisce - ha cercato di dare respiro a tutta quell'umanità dimenticata, nel caso dei manicomi, ad esempio, o l'umanità abusata dei bambini, tanti cappuccetti rossi ( Quanti cappuccetti rossi inciampano nella menzogna del lupo che non sanguina nel bosco fiabesco ma tra pareti e pavimenti felpati ...) "scoperti" da lupi "domestici", la bellezza dilapidata nel caso delle donne (.. le violente eruzioni su lune in plissé , ... la vagina terra mitragliata da stivali di guerra, le labbra mozziconi che l'asfalto consola dall'urto) che hanno labbra consumate, ridotte in mozziconi che il duro asfalto, stranamente, sa accogliere da un urto ancora più violento, quello della forza di un uomo che descrivo nella lirica La corsa del cannibale ( il fetore segue la corsa del cannibale di respiri, si risolleva il dolente gambo dalla terra sventrata). La donna è il dolente gambo che si risolleva dal corpo squarciato ma, ancora peggio, con l'anima stuprata. Qui la lingua compositiva rappresenta un ritmo controllato e visionario insieme, il cui dettato accoglie e rielabora certe vibrazioni territoriali, paesaggistiche, illusorie , pittoriche e smaterializzate, per affilare rapporti sinestetici di relazioni semantiche, strutturate in modo da disegnare quasi sempre quella che potremmo chiamare “in definizione”, che non costella mai alcunché di compiuto, ma che riesce nel contempo a cristallizzare evocazioni o implicazioni filosofiche. “Mentre le mani nell’aria intagliano / suppliche alla luna/ colombaia di attese, nostalgie e sogni,/ il respiro annebbia la lente in cornice / e una mezzaluna non più solitaria disegna;/ sdrucciolano dalla sottana / pagine come focolari di singhiozzi e ferite”. Precipita sospesa la parola stessa mentre il tempo lascia una scia nella perfetta forma della testimonianza.
Il respiro alla dignità di sentimenti, valori, condizioni, quali la bellezza del mondo e dell'amore, di quelle persone (scorci di un macilento vagare ) malate di solitudine, perché abbandonate da una sola follia, quella compiuta da mani turpi perché di follia si intumidiscono all'abbandono di un vetusto sentire; cerca di recuperare la libertà sottratta agli uomini, per rielaborare gli strumenti adatti allo spaesamento della leggerezza dalle scene da cui siamo esclusi. L'uso degli aggettivi, a volte abbondanti oltre il necessario, vuole rafforzare certe sfumature, certi significati, e tende volutamente ad appesantire il disgusto per certe situazioni o condizioni umane; per cui ogni aggettivo viene abbinato con un significato ben preciso accanto al nome, accanto al vocabolo che completa il pensiero.
Non sembri un itinerario a ritroso, sintetizzato dalle scelte inusuali e al tempo rigorose, un diario nella finzione letteraria, che cita trasformazioni inesorabili, ma una proposta dal tono musicale e malinconico e al tempo stesso gioioso per le folgorazioni e gli ascolti che convincono, per modelli di verità accarezzati dal corteggiamento per un volutamente fuori misura.
Messaggi o situazioni descritte con un uso della parola non molto trasparente, perché espressione di sofferenze mute, che non si sanno difendere urlando, ma che per paura o rassegnazione trattengono il grido nel silenzio più intimo o lo esprimono su un fedele figlio di carta.
“Scricchiolano le bocche steppose /di scatoloni incerottati dall’addio dell’uomo, /il tempo in clausura trattengono /e su sordide divise si rapprende /l’intruglio della regola,/attestato di sopravvivenza nei ripostigli del fetore./ Posano indisturbati i distributori del silenzio/in una vegetazione di grinze e pastiglie, /il viso della famiglia congelano/e dalla memoria / neppure lo scalpello del livore lo dilapida./ Della muraglia i bavosi padiglioni / alle stelle si abbottonano,/ le sradicano, / e sul selciato in secchi fumanti/ spasima il palpitare./ Anche il buio sempre acceso e cigolante/ tenta invano di carpire la generosa pervinca/ finché nel suo imporrito strascico/ si accartoccia un impasto luttuoso.” L’intuizione può essere considerata come un compimento del frammento incentrato in una straordinaria capacità affabulatrice, urticante e dirompente in un magma metaforico, che è il tessuto di un discorso poetico , caratterizzato da una sofisticata stilizzazione.
Di fronte ad una scrittura così impegnata, istintiva , esorbitante, spontanea e forse anche sofferta, ed a volte difficoltosa per il lettore , sembra scorgere una precaria condizione umana , sociale , politica, psicologica, che cerca di fare i conti con la “fine delle cose” , con quelle scaglie lapidee che segnalano come risorsa da non sprecare la coesistenza funzionale delle “dimensioni della vita”.
Nella sezione “Bellezza confinata” si descrive il Tempo in clausura di quei virtuosi alieni, esuli evanescenti, di una congerie di burattini nella casa della memoria che convivono con un solo arredo, quello interiore, fatto di emozioni e sentimenti, pensieri, di memoria, di un presente sospeso tra bianco e nero; di quei brandelli di respiri, occhi come celle verso altri occhi che si consolano con un quaderno riempito da salti nei sottoboschi dell'anima, affollato di ricordi ( ... righi supplichevoli inghiottiscono parole missionarie come capsule di consolazione per gli scarni animi), contemplando dalla finestra o seduti in cortile Cenni di speranza e ricevendo Impacchi fedeli da madre terra e i suoi figli (con il vagito delle stagioni si consolano gli squarci della mente e del cuore, ) che mai tradiscono e abbandonano. Varie le esperienze del distacco dalla semplice quotidianità, nel muoversi tra la ricerca da una condizione sopportabile al disinganno della precarietà, della incomprensione , della insensibilità. Una ragnatela intrigata e dal ritmo veloce scandito dalla vertiginosa riduzione del verso.
L’impianto della raccolta tende alla ricerca di un modo di far poesia costante nella sua naturalezza, modulandone spesso il tono in una sorta di monologo, capace di ammorbidire l’indissolubile accento della sottile sofferenza.
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 24 giugno 2014

RIVISTA = I FIORI DEL MALE

I FIORI DEL MALE - POESIA - maggio-agosto 2014
Sommario :
"Letterature":
Robertomaria Siena : Intervista a Giorgio Manganelli
Melo Freni : Un pagina amara di storia Suiciliana
Merys Rizzo : Appunti
Marzia Spinelli Papini : dalla Guerra a Dio
Francesco De Napolim : Karantzakis da "Zorba il greco" a "Francesco"
Sabino Caronia :Dino Buzzati
Daniela Quieti : Alcmane :la Natura e la Notte
Plinio Perilli : Dona Amati e Rita Pacilio
Fausta Genziana Le Piane : De Queiroz, La metafora della notte
Domenico Cara : Nicolino LOngo : Insoliti e lievi epigrammi
Roberto Pagan :Un grande ritorno di Grisancich
Franco Campegiani : Il vernacolo di Mario Dell'Arco
Francesco Dell'Apa : Il romanzo erotico Greco e Petronio
Andrea Mariotti : Trentotto annidalla morte di P.P. Pasolini
Maria Adeladei Petrillo : Un profilo di D'annunzio
Antonio Coppola : Il Poeta - Divo tra Fantasmi e Carnevali
Nel LXX Anniversario della distruzione di Cassino
Annalisa Colle Forlin : Miopia (racconto)
"Poesie":
Carlo Cipparrone
Giorgio Linguaglossa
Iolanda La Carruba
Giovanni Caso
Nicoletta Di Gregorio
Luca Di Giacomo
Giorgio Chaidemenopoulou
"Lo scaffale"
recensioni
*
- riferimento : antoniocoppola_047@fastwebnet.it

domenica 22 giugno 2014

POESIA = NINNJ DI STEFANO BUSA'

"Dalle chiuse stanze"
*
Come la vita che ti lascia
al traguardo di un altro mistero,
la notte ti coglie nei refoli oscuri
del sonno; traduce le giovanili sembianze
in massacri di ore, di momenti...
e quella poca vita che s’isterilisce
resta muta ad ogni accento.
Si fa corpo estraneo alla casa, agli oggetti.
Per trovare l’anima emette il suo grido
a quanto di mutevole e illusorio ti trapassa:
e va dalle chiuse stanze al sole, splende
dell’ultimo suo raggio,
come ghiaccio d’inverno.
*
Ninnj Di Stefano Busà

sabato 21 giugno 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIULIANA LUCCHINI BONONI

Giuliana Lucchini Bononi – “Linea di Corpo” - Poligrafica Editrice – Roma – 2014 - pagg. 79 -
“Linea di Corpo” è una raccolta poetica scandita in due sezioni: “Linea” e “Corpo”.
Il testo della silloge è composito e bene articolato architettonicamente.
Nel libro sono presenti delle immagini che mostrano uno spartito musicale e figure vagamente accennate sulla pagina.
In copertina possiamo osservare la rappresentazione stilizzata e azzurra di un uomo, campita su uno sfondo policromo.
A sinistra dell’enigmatica persona ci sono tre matite, oggetti con cui scrivere, per cui si potrebbe credere che l’uomo sia un poeta.
Poesia che riflette su se stessa, quindi.
Il titolo del libro fa pensare, tramite il Corpo, che viene detto con la lettera maiuscola, all’idea di uno scatto e di uno scarto biologico e ontologico, secondo il quale lo stesso versificare ha origine dalla corporeità, che, ovviamente sottende una mente pensante.
E’ una tematica molto originale quella di Giuliana Lucchini, che ha all’attivo numerose opere poetiche di diverso argomento, tutte molto alte, come “Amare” e “L’ombra gestuale”.
Originale la poetica dell’autrice, che sembra variare di raccolta in raccolta, ma che resta sottesa ad una cifra comune, caratterizzata da icasticità, bellezza e complessità.
Il testo può essere considerato come un poemetto, per l’unitarietà degli argomenti trattati.
Visionarietà e sospensione nelle immagini dette dalla poeta, nelle quali si potrebbe scorgere una vaghissima vena anarchica., ma che non sfiora mai l’alogico.
La poesia dell’autrice possiede un intrinseco ritmo interno ed è permeata da una grande musicalità.
Sono presenti una notevole densità metaforica e sinestesica, una forte luminosità coniugata a nitore, che emergono nei componimenti, che sono ben dosati e risolti tutti con la massima eleganza e il più assoluto rigore formale.
Esiste nelle poesie talvolta un tu, del quale ogni riferimento resta taciuto, con il quale la poeta si relaziona nella ricerca quasi nostalgica di una provenienza.
La stessa parola, detta con urgenza,si fa corpo in un avvincente gioco tra il detto e il non detto.
Sembra emergere una certa vena ironica, seguendo la quale, la Lucchini pare giocare con le parole, praticando una scrittura sperimentale, nel senso degli inconsueti accostamenti tra un vocabolo e l’altro, che provocano slittamenti tra significati e significanti.
Una poesia intellettuale del tutto antilirica e antielegiaca, venata da tracce di neoorfismo che creano magia e incanto.
L’ordine del discorso è relativo ad un’avvertita coscienza letteraria, secondo la quale la poeta è padrona della materia detta con una certa pesantezza che sfiora forme neobarocche, con una dizione vaga e affascinante
Un modo del tutto personale di poiein che diviene tout – court esercizio di conoscenza.

Raffaele Piazza


venerdì 20 giugno 2014

RIVISTA = CAPOVERSO

CAPOVERSO - N° 27 - gennaio - giugno 2014-
Sommario :
-Saggi :
Franco Dionesalvi :Tempo e denaro
Guglielmo Aprile : Sensualismo e nostalgia della natura in S.A. Esenin
Saverio Bafaro : Arthur Rimbaud e la poetica della sparizione
Pietro Civitareale : A vent'anni dalla morte : Zagarrio poeta e critico.
-Testi :
Lidia Are Caverni : La mschera scomparsa
Angiolo Bandinelli : Nove poesie
Francesca Bianchi : Due poesie
Giorgio BOnacini : Senza titolo
Alessandro Carandente : Tre poesie
Domenico Cipriano : Cinque poesie
Arnaldo Ederle : Canto dell'angela
Angelo Giaccone : Una gioiosa fatica
Franco Gordano : Suono
Michele A. Nigro : Via Crucis in cinque stazioni
Nazario Pardini : Tre poesie.
- Interventi:
Carlo Cipparrone : La poesia degli altri
Pino Corbo : L'arte della menzogna : Swift , Welles , Pessoa
Sandra di Vito : La poesia di Stelvio di Spigno
Dante Maffia : su "Risveglienze" di Alessandro Carandente
AA.VV. : Ricordo di Vincenzo Anania
Michele A. Nigro : Leggendo "Il poeta è un clandestino" di Cipparrone
Enzo Rega : Verso "Olimpia" , la poesia di Luigia Sorrentino
Merys Rizzo : Jorie Graham , la metafisica della poesia
- Letture
- Cronache di poesia
- Notizie sugli autori.
*
Riferimento : alimenaf@libero.it

mercoledì 18 giugno 2014

POESIA = ANNA MARIA BONFIGLIO

-- 1 --
Canta l'estate all'accordo veloce
delle tue dita
e cresce il desiderio sulla pelle
gonfia le piume
per voli di segreta tenerezza
Lontano
a una vecchia finestra inchiavardata
si specchia il primo sole del mattino
*
-- 2 --
Mi nascondo nell'alveo del tuo petto
bevo i tuoi odori
del tuo umore mi nutro e mi riscaldo
Esco dalla mia tana silenziosa
per cantare la festa e l'allegria
Del tuo respiro faccio una bandiera
perché ricopra la casta nudità
nell'umile richiesta di vittoria
Sei la mia pace e la mia frontiera
il passo che va oltre e mi raggiunge
sei l'attesa che libera il piacere
il grido che s'annida nell'orecchio
*
-- 3 --
Non importa per quanti giorni ancora
per quante notti e quante settimane
dovrò celarmi al buio della ragione
se il premio è la certezza dell'azzardo
Non posseggo amuleti né m'attrae
l'orribile parvenza dell'inganno
scopro di me le carte più segrete
senza artifici e senza stratagemmi
getto i miei dadi al vento e non aspetto
di leggere la cifra di vittoria.

**
ANNA MARIA BONFIGLIO
**
ANNA MARIA BONFIGLIO è nata a Porto Empedocle, vive a Palermo sin dagli anni dell’adolescenza. Nel 1978 esordisce con la sua prima raccolta di poesie "Le parole non dette". Agli inizi degli anni ’80 avvia una collaborazione con il settimanale Bella del gruppo Rizzoli che pubblica i suoi racconti . Iscritta all’albo dei pubblicisti di Sicilia, collabora con i mensili SiciliaTempo e Insicilia, con la rivista letteraria Silarus, con Nuovo Frontespizio, La Nuova Tribuna Letteraria e con altri periodici di carattere letterario. Dal 1987 al 1998 è presidente dell’Associazione Scrittori e Artisti per conto della quale cura un corso di analisi ed interpretazione del testo poetico presso l’istituto professionale CEP di Palermo ed un laboratorio di scrittura creativa presso la sede regionale ENDAS Sicilia. E’ per qualche anno direttore editoriale del trimestrale Insieme nell’Arte e presidente del Gruppo Culturale Ottagono Letterario, all’interno del quale ricopre il ruolo di giurata per tutte le edizioni finora svolte del Premio Nazionale Mignosi. Agli inizi del 2000 riprende a pubblicare i propri racconti sul mensile Confessionidonna (Edizioni Mimosa, Milano) e sulla rivista Vera (GVE Ed. Milano) e a collaborare con i siti online Italialibri, Il sottoscritto, Progetto Babele, Viadellebelledonne,; è per tre anni direttore responsabile della testata Quattrocanti diffusa sul web. Ha pubblicato 14 raccolte di poesia, un libro di racconti, saggi su Antonia Pozzi, Camillo Sbarbaro Cesare Pavese e Maria Messina, due romanzi brevi e un testo autobiografico.
*


martedì 17 giugno 2014

PREMIO CAMAIORE 2014 -

Il presidente della Giuria del premio di poesia Camaiore 2014 assegna il "Premio speciale" al volume di ANTONIO SPAGNUOLO . "Il senso della possibilità" ( edizioni Kairòs 2013)- La cerimonia avverrà nella metà del prossimo mese di settembre a Lido di Camaiore (Lucca)---

domenica 8 giugno 2014

PREMIO POESIA ANTONIA POZZI



I PREMIO LETTERARIO NAZIONALE PER OPERE EDITE DI POESIA
“ANTONIA POZZI”--
L’Associazione Culturale TraccePerLaMeta in collaborazione con la Rivista di Letteratura “Euterpe” organizza la I Edizione del Premio Letterario Nazionale “Antonia Pozzi” per opere edite di poesia.
REGOLAMENTO

1) Il Premio Letterario è aperto a tutti i poeti -italiani o stranieri- che abbiano pubblicato una silloge poetica in lingua italiana. Uniche escluse alla partecipazione sono le sillogi poetiche pubblicate da TraccePerLaMeta Edizioni.

2) La silloge poetica dovrà essere stata pubblicata a partire dal 2000 e dovrà essere regolarmente dotata di codice identificativo ISBN (non verranno accettate opere pubblicate da tipografie senza l’attribuzione di detto codice).

3) Si partecipa con una sola opera per autore, da inviare in 3 copie con allegata scheda di partecipazione compilata in ogni sua parte (in calce al presente bando) e la ricevuta della quota di partecipazione (vedi punto 4).

4) Quale quota di partecipazione è richiesto un contributo di 20€ che dovrà essere inviato secondo le modalità descritte al successivo punto 6.

5) Il contenuto delle opere deve essere moralmente responsabile; non deve offendere i valori etici, culturali e religiosi, pena l’immediata eliminazione.

6) La quota potrà essere pagata secondo una delle seguenti modalità (in ogni caso la ricevuta del pagamento andrà inviata assieme al plico con i libri):

Bonifico bancario - IBAN: IT 76 I 03488 22800 000000035330
INTESTAZIONE: Associazione Culturale TraccePerLaMeta
CAUSALE: “Premio Letterario Nazionale Antonia Pozzi”


Bollettino postale - C/C POSTALE: 1004217608
INTESTAZIONE: Associazione Culturale TraccePerLaMeta
CAUSALE: “Premio Letterario Nazionale Antonia Pozzi”

Paypal - Mail: postmaster@tracceperlameta.org
CAUSALE: “Premio Letterario Nazionale Antonia Pozzi”

7) Le opere inviate non verranno restituite. Al termine del concorso esse verranno donate ad alcuni centri penitenziari italiani e rese disponibili alla lettura e al prestito all’interno di dette strutture. Saranno indicati in un secondo momento le destinazioni specifiche previste per i libri in oggetto.

8) La Giuria del Premio, composta da una rosa di poeti, scrittori e critici letterari i cui nominativi saranno resi noti il giorno stesso della cerimonia di premiazione, nominerà un primo, secondo e terzo vincitore assoluto. A sua discrezione, la Giuria potrà altresì individuare altri riconoscimenti quali menzioni d’onore e segnalazioni particolari.

9) La scadenza per poter partecipare al concorso è fissata improrogabilmente per il giorno
30 luglio 2014. Per l’invio dei libri farà fede il timbro postale.

10) L’organizzazione del Premio declina ogni responsabilità per disguidi, smarrimenti, furti e ogni altro tipo di disagio imputabile al servizio postale. Al corretto ricevimento delle proprie opere, la segreteria del Premio invierà, comunque, una e-mail di corretta ricezione del materiale.

11) Le opere, assieme al foglio contenente i propri dati personali e la ricevuta del pagamento, andranno inviate a:

Premio Letterario Nazionale “Antonia Pozzi”
Associazione Culturale TraccePerLaMeta
Casella Postale n.29
21018 Sesto Calende (VA)

12) I premi consisteranno in:
1° premio: diploma, targa e pubblicazione gratuita di un nuovo libro di poesia (60 facciate, 50 copie) con TraccePerLaMeta Edizioni.
2° premio: diploma, targa e pubblicazione gratuita di un nuovo libro di poesia (massimo 30 poesie) in formato e-book.
3° premio: diploma, targa e buono di 50€ di spesa nel negozio online di TraccePerLaMeta Edizioni.

13)La cerimonia di premiazione avverrà nel mese di Novembre 2014. Data e luogo saranno tempestivamente comunicati ai vincitori e saranno avvisati tramite e-mail tutti i partecipanti al concorso. Tutte le altre comunicazioni inerenti le operazioni di valutazione della Giuria saranno inviate ai partecipanti a mezzo posta elettronica, con l’invito di seguire anche il sito dell’Associazione al suo indirizzo www.tracceperlameta.org

Info: info@tracceperlameta.org - www.tracceperlameta.org






giovedì 5 giugno 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Giugno 2014 di Alessia"-
*
Le spighe nel sole per la
maturazione della vita,
ragazza Alessia in limine
con delle vacanze la partenza.

E il luogo sarà Capri, l’azzurra
isola della stessa tinta dei suoi
occhi di ninfa urbana captata
dall’amore di Giovanni.

Le sacre piante, il mirto,
l’eucalipto, il ciclamino

gigante ad accendere i sensi
incantati di Alessia nelle
soste alla panetterie e alle
farmacie per le guarigioni
ad ogni passo.

Sul piano della vita ansia
stellante di felicità per Alessia
rosa vestita per le gioie da prendere
per mano affilata e nel diario

il sogno più dolce del verdeggiare
del giardino segreto.
*

"Paesaggio irritator di Alessia"-


Delta fiorevole di gioia
a scendere nell’anima
di Alessia, il cielo a captare
un’altra estate e Giovanni
non la lascia. Paesaggio
iridato di ragazza Alessia
negli occhi azzurri e
il biondo dei capelli
(avvenire di felicità duale).
Camera 8 all’Albergo
degli angeli a fare l’amore.
Ora è la vita in versi.
Piacere creato da dio
a pervaderla, poi l’orgasmo.
Nuda dice Alessia: me lo
scrivi sul diario che non
mi lasci?
Alessia in gemmante ansia
prende una penna
e gliela dona.
**
"Alessia e lo specchio dell’anima"-

Come acque di lago
specchio frontale per
Alessia nello spogliatoio
dell’anima dopo
aver nuotato nella conca
di piscina.
Il volto ovale di madonna
barocca, il grano
dei capelli, l’azzurro
degli occhi di ragazza.
Alessia nel pensare
al sogno più dolce
(l’angelo le diceva
Giovanni non ti lascia).
Si fa una doccia Alessia,
rinasce da altre acque
nel brivido serale.
Esce dal Circolo Sportivo,
entra nel nero
dell’auto di Giovanni.

**
"Alessia e il lago della pace"

Sera di plenilunio su della pace
il lago in scansione elementare
di increspature d’acque di giugno
di spighe iridescenti in magico
stupore vegetale. A poco a poco
regola incantesimo di luce di
liquido lustrale ad accadere il tempo
della fabula, ragazza Alessia allo
specchio con la pace dell’anima
di vetro dentro al corpo di ragazza
minuto e flessuoso in chiare onde
a leggere nelle acque come sul fondo
di una tazza il messaggio di Giovanni:
non ti lascio.
**

"Alessia verso luglio 2014"

Vestita di cielo corre Alessia
scalza sulla pista della spiaggia
nel giocare alla California.
L’ora non ha senso, il luogo
è Napoli, l’anno il 2014.
Nell’albereto accanto ha fatto
l’amore con Giovanni due anni
fa. Incantesimo (parla il gabbiano
nel suo volo e dice:
non ti lascia e fai attenzione
a non restare incinta).
Ascolta attenta Alessia nell’
entrare nel mare, acque
salate a fecondarla di freschezza.
Gioia immensa di ragazza
Alessia in limine alla vita nuova,
la gioia da toccare e il cellulare
della voce di Giovanni.
*

"Rovente luglio di Alessia"


Sera rovente di luglio
nell’anima e nel corpo
di Alessia rosa vestita
per la vita e tutti i desideri
(un amplesso con Giovanni,
la promozione, un fiore
di bambino tra tre anni
e che l’amato non la lasci
mai, una casa anche
in fitto per tre, un giardino
segreto che sfiori la
perfezione, un conto in banca,
e che abbia il coraggio
di spogliarsi).

Sera di limbo di luglio
Inoltrato, corse segrete
lungo le alberate della
mente a perdifiato,
il giorno della festa
come una chimera
e la felicità nella tasca
nella foglia.

**
"Alessia e la marea infinita"

Sera di luna piena sulle cose
del mare, ragazza Alessia al
colmo della grazia, abbronzata
in bikini rosa ad attendere
la marea che sale e andrà
ad accendere un cero sul bordo
del Mediterraneo (tanto
Giovanni non mi lascia).
Fiorevole atmosfera.
Altri sono usciti lungo la scia
dei lampioni del lungomare,
la villa adiacente regola
fermate di freschezza. A poco
a poco viene pioggia di
battesimo dal cielo
a suggellare un amore
il coro delle vergini nel
pensiero ad intonare
l’alleluia per la vita che
resta. Attimi rosapesca
a inanellare pensieri
di vittoria.
E’ felice Alessia.
**


"Alessia e la luna rossa"

Sera evanescente nell’intessersi
del cielo le ali con una conca
di tramonto a entrare negli occhi
di ragazza Alessia, sull’anima
a fotografarsi. Nuvole grandiose
in chiara terrena armonia
in forma di pesci e di cavalli
per risalire fino alle abetaie
della giovinezza. Luna rossa
osserva Alessia nell’interanimarsi
al polito sembiante e ci sarà
raccolto. Navigano le vele
nel candore su di Napoli
il golfo osservato da una terrazza
sulle cose di sempre al quinto
piano la linea azzurra nella camera
della mente di Alessia a separare
bene e male, cielo e terra.
*

"Alessia e la ripetizione"

Scende sorgiva Alessia,
fiorevole condominiale
giardino a entrarle nell’
anima con i bambini
in fiore e di colore le
baby-sitter nell’aria
che nella sera di ieri
che non torna sembrava
selenica agli occhi
di ragazza Alessia
protesa la vita ad
abbracciare i luoghi dove era
già venuta a cogliere il lume
oltre le cose del tempo
di vitrea preghiera
nell’affacciarsi alle
di Napoli cose campite
in esatta sequenza,
la montuosità azzurrina
e il sembiante
delle case popolari.
*

"Alessia e il fresco giardino"

Limiti di molti verdi coltivati
con pazienza dall’agrimensore
felice per la gioia di ragazza
Alessia nell’uscire intatta dalla
nebbia tra i tanti desideri di
partenze per diverse villeggiature
con Giovanni (tanto non la lascia).
Si ricompone il sembiante
della gioia dell’anima-specchio
di Alessia per resistere nel
condominiale giardino,
dove un bambino gioca
la partita della vita con la madre
ai lieti colli dell’esistere.
Un’altra storia: quanti verdi
ci sono nel giardino (filodendro,
eucalipto, roseto), e tutto appare
nuovo oltre lo sguardo a ovest
delle cose. Felicità chiede
a Giovanni Alessia interanimata
al prato della stasi a poco
a poco viene la sorgente per
le piante e di Alessia la sete
nel ricomporsi della stagione
se non è esistere nuotando..
**

"Alessia dopo l’amore"

Ansia stellante di Alessia
dopo l’amore sudata (e se
sono rimasta incinta come
Veronica?). Occhi negli
occhi con Giovanni per
trarre sicurezza, il suo azzurro
nel nero di lui. Polito
sembiante di notte di cobalto
a stendere la tinta spessa
pari a tetto infinito sulle
cose di ragazza Alessia
in sfolgorio di luci
tra le edere e le rose
il vino bevuto a poco
a poco a scendere nelle
vene e nelle cellule
dell’anima di Alessia
(tanto non mi lascia)
in mistico candore del
pane nella bocca da
ingoiare per scaramanzia.
**

"Alessia e l’alba rosa"

Visore di cielo ad agglutinarsi
le ombre con il paesaggio
sotteso a rinascita di ragazza
Alessia nel destarsi con il
sogno tra le mani affilate
per ferite detergere del male.
Telefono rosso a squillare
e illuminarsi nella disadorna
mattinata a bere aria Alessia,
respirare e rispondere e sentire
ti amo dalla bocca di Giovanni.
Fabula estiva e l’interrogazione
di latino è andata bene
(le hanno chiesto l’Eneide
di Virgilio).

Felice la fragola assapora Alessia
sembiante d’alba rosa
per voltare pagina.
*
Raffaele Piazza

domenica 1 giugno 2014

RIVISTA = NUOVO CONTRAPPUNTO

NUOVO CONTRAPPUNTO -- anno XXIII - n° 2 -- aprile / giugno 2014 -
Sommario :
Redazione : Ricordo di Elena Bono
Giuseppe Cassinelli : Cosa d'alba
Davide Puccini : Ritratto in controluce
Bruno Bartoletti : E' difficile ma succede ; Sono sempre arrivato agli appuntamenti; La mia è la piazza dei ricordi.
Rosa Elisa Giangoia : Casa in vendita ; Gioia rara ; Ai miei genitori.
Piera Bruno : Giamila, helwha Sayeda, unzuri; Una fiaba.
Leopoldo Gamberale : Augurio.
Rita Muscardin : Agli angoli del mare.
Recensioni a cura di Elio Andriuoli.
*