domenica 30 novembre 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e il cielo mistico"

Sera di platino per ragazza
Alessia al Parco Virgiliano
sorgente d’acqua ad iridarssi
nello specchiare l’anima
di Alessia nell’incielarsi
nel denso del cielo azzurro
nel farsene una veste.
Brezza di vetro dell’ultimo
di novembre giorno,
gioia di Alessia tra i pini
nello scorgere dal bar
con i genitori i bambini
nel bere un te freddo.
Attimi rosapesca di una
conca di tramonto luna
ostia sottile, nell’incamminarsi
dove era già venuta.
**

"Alessia e la panchina"

Attimi irrorati da luce
naturale. Alessia al Parco
Virgiliano seduta su un sogno
di panchina a ricordare
la cosa più bella ai posti
di partenza, tolta dalla tenda,
battesimale incantesimo
a inalvearsi nel flusso
del pensiero per nuovi
giochi d’amore con Giovanni.
(tanto non mi lascia).
Campo di grano per il profano
amore su un asciugamano
ieri l’ha fatto ed è stato
bello dell’amato gli occhi
scorgere nel momento
dell’orgasmo.
**

"Alessia e il pesco in fiore"

Di gioia attimi di ragazza
Alessia nell’interanimarsi
con il rosa dei fiori del pesco
(bouquet di sposa nell’azzurro
della mente di Alessia).
Cercano gli occhi la tinta
elementare e anche il rosso
per soavi campiture.
Stasera l’amore con
Giovanni. Fortuna di
Alessia. nell’intravedere
su del ruscello il greto
un ametista e lo raccoglie
con la mano affilata.
Nella tasca del jeans
mette la pietra soffio
di grazia (tanto non mi
lascia).
**

"Alessia e il letto"

Morbida attesa di ragazza Alessia
nel fresco del letto di novembre..
Anelito alla gioia, quando Giovanni
sotto il piumone nella leggerezza.
(tanto non mi lascia).
Sorride Alessia all’abetaia
adiacente dove ha fatto l’amore
e torna il sole a iridarle il volto,
l’azzurro degli occhi a perdifiato
la bocca per respirare la vita
nel mentre delle stellemargherite
il cielo a infiorare.
**

"Alessia e il sole vivo"

Per le alberate del Parco
Virgiliano, cammino di
ragazza Alessia in limine
di pino in pino per le pigne
della fortuna raccogliere
e le foglie di magnolia
per il segreto dell’erbario.
Aria fresca di dicembre
per Alessia al colmo
della grazia, ossigeno a
scenderle nell’anima.
Vengono i cani spontanei
Virgilio e Sorriso
Ricomponendosi l’affresco
di una vita a intessersi
con le linfe e le camminate
salutari per la gioia
(tanto non mi lascia).
**
Raffaele Piazza


sabato 29 novembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARCO MAGGI

Nota di lettura di Valeria Serofilli a “Punto di fuga” (puntoacapo Editrice 2014) di MARCO MAGGI----
Il Punto di fuga, a cui fa riferimento il titolo della recente pubblicazione di Maggi, è un punto ottico, un orientamento prospettico, una serie di coordinate visive. Ma è anche e forse soprattutto, un modo di guardare il mondo, un atteggiamento mentale.
Maggi utilizza un linguaggio ricco di vocaboli ariosi, di impronta classica. Già questo è un modo per porsi a distanza, per uscire dalle traiettorie dirette ed immediate. Non per fuggire, però. O, almeno, non solo. L'autore pare volersi decentrare per guardare meglio, o per osservare in modo più accurato, meno convulso. A questo scopo i ritmi e le cadenze classiche a cui si è fatto cenno risultano adeguati e funzionali.
L’autore osserva soprattutto un'addolorata malinconia. Ma con un atteggiamento mai lacerato e contrito, bensì con una schietta volontà di documentazione. Come un medico che osserva un sintomo, senza garantire panacee ma senza arrendersi a sentenze definitive e letali.
La speranza tuttavia, in modo adeguato e coerente, non è mai predicata o dimostrata in modo diretto. È un'immagine descritta in modo quasi documentario, un fotogramma colto mentre si entra in un locale affollato o mentre si fugge via dal medesimo ambiente, dando un'ultima occhiata panoramica. Come nella poesia dedicata al “Fast food”, nel cui finale la speranza, amara ma tenace, è forse il barbone che entra per rubare un po' di caldo e di coca cola:
(…)
Ognuno biascica per proprio conto,
i bimbi ed i grandi,
(…)
Si è tutti più soli
anche se in tanti:
lo sa bene quel barbone,
vicino alla porta,
entrato a carpirne un po’ di caldo
ed un sorso di coca.

È una poesia, quella di questo libro, basata su ambivalenze e consapevolezze di contrasti.
Emblematica in quest'ottica è la poesia “Sguardi” di pagina 20. Vorremmo fermare le tracce dei nostri sguardi, arrestarle, imprimerle su un foglio. Ma non riconosciamo il nostro pensiero. "Ed è questa l'evasione/ dalla nostra condanna", conclude Maggi.
“Ci osserviamo tra noi
e gli sguardi lasciano tracce
come impronte digitali
sullo specchio dei nostri volti.
Vorremmo arrestarli,
trattenerli sul tampone d’inchiostro,
per imprimerli su un foglio
ma non riconosciamo il pensiero
Ed è questa l’evasione
dalla nostra condanna.”

Una poesia aspra, quella racchiusa in questo libro, sincera, aliena a facili compromessi. Indaga sul rapporto tra verità e menzogna, senso e assenza di senso. Tramite la ricerca di un punto di fuga che è allo stesso tempo mirato alla difesa delle parti sensibili del corpo e della mente, e, sul fronte opposto, allo studio attento, presente, oggettivo, del materiale umano, i dati esistenti, la realtà, con la poesia come sfondo, come meta.
*
Valeria Serofilli

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"LABBRA"
Le tue labbra schiuse contro il vento
nella fuga del canto
tentano ancora qualche capriccio
prima che io precipiti nel vuoto
a comprendere me stesso nelle notti,
vacillando nel sonno
alle promesse che non torneranno.
Più nessuno racconta e tu avresti
parole di sorprese nel rovescio
degli attimi di amore.
**
Antonio Spagnuolo

mercoledì 26 novembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANNA VINCITORIO

Anna Vincitorio : “Il dopo Estoril” – Ed. Blu di Prussia – 2014 – pagg. 110 - € 12,00
Rincorrere la memoria o illuminare le figure , attraversare un passaggio o ricercare una necessità, sembrano morbide trasparenze di una quotidianità vissuta con profonda limpidezza di segni espressivi e guizzi musicali. “La tua voce mi giunge/ suono d’arpa/ bevo i tuoi racconti e vedo,/ non immagino soltanto/ la tua vita/ la scala barocca,/ i prati, i fiori/ le ampie sale / Il tuo universo insomma/ Guida potenziale per un suadente futuro/ Musica , linguaggio,/ mani intrecciate / nel vento del tuo essere donna.” Il tempo della poesia deborda tra alcune intonazioni proprie del rifugiarsi nel ricordo , o improvvisamente esondare nelle illusioni , che tentennano nella timidezza impaurita di un sorriso. Non ci sono vicende da raccontare , ma il filtro , la riscoperta di una densità, che appartiene al sentimento o alla fascinazione della speranza. Il precario e l’assurdo hanno l’ombra di un infinito silenzio , che affascina lo scrittore e coinvolge il lettore, nella varietà delle preferenze e degli approdi. Ecco che la filigrana mostra vere e proprie tracce di vita, offerte sul piano semantico , grazie a lessemi limpidamente ricercati.
ANTONIO SPAGNUOLO







domenica 23 novembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANCARLO BIANCHI

Giancarlo Bianchi : “ All’ancora del tempo” - ed.Polistampa – 2014 – pagg. 280 - € 18,00 –
Selezione severamente redatta da libri precedenti, questo volume offre un florilegio particolarmente interessante , inciso nella poesia di un autore che ha trascorso decenni ricchi di ricerca stilistica e culturale. “La poesia di Giancarlo Bianchi – scrive Franco Manescalchi in quarta di copertina – va da una confessione che scava nel profondo la propria voce ad accenni di inno di struttura vocativa: una sorta di movimento carsico fra luce ed ombra, o viceversa, che alla fine diviene un flusso dell’anima nelle sue caleidoscopiche variazioni.” L’inconfondibile esperienza poetica si rivela in questo scorcio di oltre quarant’anni di esercizio , con un crescendo policromatico che si scava tra le pieghe del privato e le incisioni del mito , tra le ansie personali e le metafore delle illusioni, nel variegato rinnovarsi della musicalità. Un registro polifonico emerge dal ritmo serrato del verso, a volte verso breve e lapidario , a volte metro lirico nella scena della realtà quotidiana, quando il pensiero si avvolge nella memoria , nella evocazione , nei richiami , o improvvisamente alterna la solitudine dell’anima al canto del mistero. La parola diventa specchio dell’intimo in alternanze continue di nostalgia e invocazione.
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 21 novembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = MICHELE MIANO

Michele Miano : “Deltaplano” – Ed. Bastogi – 2014 – pagg. 46 - € 8,00 -
La riduzione del poeta a giocatore raffinato , nei vortici della musica e delle metafore, non è tentativo umile e disincantato: egli riesce ad equilibrare il ritmo , profondendo l’attenta esperienza stilistica nelle sensazioni che il vuoto che ci attornia propone inesorabilmente. Il giocatore conosce e ostenta le regole del gioco: anche la «forte componente metapoetica» o la profondità etica del suo lavoro. Di questa profondità autocritica sembra essere ricco Michele Miano, che riesce a realizzare un virtuosismo che è una poetica interna ad un mondo irreale e reale , caleidoscopicamente colorato. Tratteggiando simulacri ed ombre da toccare, odorare, gustare, seppure onirici, irreali, virtuali anche quando sono fatti di materia, il timbro , il lessico , la struttura metrica verificano un tempo di apertura semplice e riproponibile. La percezione di una scelta per sopravvivere : “Primavera ritorna/ e il dolore mi addenta/ con morsi di gelo./ E’ il vento che scuote profonde solitudini./ Lieve cielo/ terra che respiro/ Sospeso ad un filo di vento/ scioglimi da questo peso./ Volteggiate rondini/ come bianche colombe;/ le vostre ali mi scavino un nido nel cuore;/ cuore che mi travolge e spezza.” convive in pulsioni adamantine con il ritorno a quella luminosità che difficilmente ritroviamo nella poesia contemporanea. Qui il narrare ha un progetto, specialmente evidente nella sezione “Sensazioni – paesaggi dell’anima” , ove la poetica si fa operazione estetica, e la natura traspare in evanescenze, le immagini si realizzano tra i passaggi di ombre, l’aria è vapore per una dissolvenza illusoria del cuore, il pensiero accarezza dettami filosofici cercando il segreto dei misteri. Rimane il desiderio di elevarsi nell’illusione , nell’empireo , nel sogno : “Passerà questo tempo balordo,/ e la notte chiara di stelle,/ notte di sogno/ dove ristagnano ancora cupi/ gli animi induriti dall’argilla./ Si snoda il tuo pensiero/ per scivolare libero nell’aria/ (…)/ Forse mi resta accanto almeno un deltaplano.” – Alcune scansioni aprono il tono lirico della sorpresa , anche se il dolore , il timore della morte , l’incombenza del fato, la speranza , cercano di improvvisare irrealtà per quel linguaggio che resterà fondamentale per l’autore, capace di una personale fascinazione di musicalità.
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 20 novembre 2014

POESIA = NAZARIO PARDINI

"Di fronte ad un gruppo marmoreo di età romana"
(Ecfrasi)


Eterna meraviglia, Bella immagine
che il tempo non trasforma. Tu fanciullo
dai riccioli increspati e dalle labbra
tumide e aperte, leste al desiderio,
resterai sempre vago e inappagato
con in cuore una musica sottile
senza fine, misteriosa, che mai
avrà l’ultima nota. E tu fanciulla
coi tuoi irti capezzoli vicini
al petto implume del giovine fremente,
resterai chiusa, in marmo incastonata
senza gioire mai di un caldo abbraccio.
Sopra di voi immobili le foglie
non potranno lambirvi, e pure l’ombre
non avranno più i giochi della luce
a dire della vita. Tutto fermo.
E tutto nel mistero inultimato.
Eterno desiderio inattuato.
Rimasti là sospesi,eternamente statici.
*
NAZARIO PARDINI



domenica 16 novembre 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e il nuovo novembre"

Attimi di cielocobalto, il
tempo attende la disadorna
via serale: vi aggiungete
un fiore d’erba rosa nel
grano di Alessia (capelli
a scendere quasi fino
a degli occhi l’azzurro)
a captare in infinita
velocità le cose del
sembiante del Parco
Virgiliano, i pini, gli aghi,
le pigne, l’ossigeno
invisibile in chiaro orizzonte
nell’altana nella camera
della mente di Alessia
in novembre fresco
nella stagione delle arance.
**

"Alessia e la terrazza"

Sera di platino a contenere
la precedente che torna
per inalvearsi nel sentiero
sottile dell’anima di ragazza
Alessia al colmo della grazia.
Ride Alessia (tanto non mi lascia)
nel posare i pensieri sui rami
dei pini, nel cogliere
portafortuna la pigna da
portare nella casa e fare
con Giovanni l’amore,
felice come una donna,
sedici anni contati come semi.
Squilla il telefonino, rossa luce.
Fiori a perdersi nel mare di
Napoli o a essere stelle
infiorate.
**

"Alessia e il vestito per la festa"

Mattinale incantesimo di attesa
la parete della vita tiene
e le memorie d’altri.
Fotocopiata una vita nello specchio
ragazza Alessia si prepara
per la festa di stasera. Polito
l’azzurro del vestito a panneggiare
contro il cielo. Alessia trasale
(tanto non mi lascia). Si sente
Alessia come una donna,
16 anni pari a semi da piantare
nel giardino segreto
**

"Alessia e il fresco dell’anima"

Sotteso stellato, firmamento infiorato
da stellemargherite sera al Parco Virgiliano,
nell’estendersi della gioia di Alessia,
fresco dell’anima a ricomporne i tasselli
del mosaico e a poco a poco la rinascita
nel lago assetato di felicità di Alessia
nel ricomporre incantesimi
a incielarsi rosavestita per la vita
quasi in prove di danza.
Fresco ad intessersi con le cellule dell’
anima di Alessia, scansione elementare
di profitto per la vita:
si specchia nell’abetaia infinita.
**

"Alessia e la luna cangiante"

Attimi rosapesca per ragazza
Alessia nel contemplare il vivido
sembiante, acqua azzurra
a scendere nel’anima di Alessia
di grammi 18. Il grano dei
capelli bagnato nel novembre
consecutivo prima che si accenda
Venere nel giocare con la luna
ostia sottile per poi virare al rosso
la tinta mistica e sensuale
nell’attendere dell’amore il piacere.
**

"Alessia e la stella più lontana"

Occhi d’azzurro di ragazza
Alessia, anima iridata..
All’Osservatorio il firmamento
nel contemplarlo in lubrico
stupore nel pensare alla linea
del piacere con Giovanni..
E immagina la stella più
lontana il cielo a infiorare
e il letto dell’amplesso
tra due ore. E se mi lascia?
Poi la luna e gli anelli di
Saturno nell’intravederli
nell’ appoggiarsi alle parole
di Veronica..
**
Raffaele Piazza

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"NON CREDO"
Non credo che potrò trovarti ancora
nei cieli proibiti del colore:
tu meteora che stride senza spazio né tempo,
io crudelmente impazzito in labirinti.
Sarebbe troppo umano riconoscere
il tuo profilo a me noto,
che scompare e ricompare come il lume
di una candela assassina.
Illusione la carne che è lacerata nel nulla
e mi corrompe il ricordo.
Di certo braccia e pianti sono vani
ove frana la luce ed ogni senso ha paura.
**
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 13 novembre 2014

POESIA = NINNJ DI STEFANO BUSA'

"Le stagioni"

E s’affoltano tra i lumi della sera :
il guizzo di diamante dei riflessi,
la ferita accesa, il cielo irrevocato e spento.
Dietro un sole che si va obliando
transitano le stagioni, indifferenti, quasi incolumi
nel loro arboreo sogno che le trascina via.
Ad offuscare lacrime iridate
voci affrante, un cielo imperturbabile
a chiudere profondissime crepe.
******
******
******
"Come una voce da lontano"

Il tempo scivola via imperturbabile e quieto,
come una voce che viene da lontano,
Tu nell’intimo lo sorprendi, ne esplori la parola,
un suono d’echi ne irrora l’intimità profusa,
la pienezza irrevocabile e furente.
Come vita dell’incompiuto ti assale
quel vorticoso moto, il suo silenzio
che avverti come un tuono,
un vento vi scivola e s’involve tra le spire
di fumo delle strade, ha tutta la chiarezza
delle cose in erba, e quell’aprirsi al perdono
o alla morte più della vita stessa.
**
Ninnj Di Stefano Busà - da:"Canti di voliera"

mercoledì 12 novembre 2014

PREMIO = INSIEME PER LA CULTURA

PREMIO LETTERARIO NAZIONALE
“VOCI – CITTÀ DI ABANO TERME” – X Edizione 2015
Scadenza: 28 febbraio 2015---
A: Poesia in lingua italiana a tema libero.
B: Poesia in dialetto a tema libero.
C: “Nicola Rizzi”- Poesia in metrica a tema libero.
D: Poesia in lingua italiana o in metrica a temi assegnati aventi, come motivi ispiratori, il cibo: “Scrivere... di gusto!” e il vino: “Verso di... vino”.
E: Racconto a tema libero.
F: “Mario Pallaoro Pacher”- Libro edito di Poesia.
----E’ richiesta tassa di lettura –-- Bando completo : info@circoloiplac.com

martedì 4 novembre 2014

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"SILENZI"

Il silenzio mi aggancia e nel ricordo
ogni luce ha l’impatto violento,
a ritroso, inciso in quelle trasparenze
che non hanno confini.
Il ricamo trabocca verso l’incanto,
eguale a quella giovinezza che sfuggiva,
ed incatena oggi l’assenza , il logorio
di questo mio lamento.
Ritorna la tua immagine nel sangue
tuffata a vuotar tenebre, cieca,
e mille volta ignuda
per scambiare le prossime lune,
nell’opaco grigiore del mio cuore.
*
Antonio Spagnuolo

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIOVANNI LACAVA


Giovanni Lacava – "Rapsodia" - puntoacapo Editrice – Pasturama (Al) – 2014 – pagg. 47 - € 8,00 - ne "I quaderni dell'Ussaro" a cura di Valeria Serofilli-

Giovanni Lacava nasce a Grottaglie in provincia di Taranto nel 1984 e attualmente risiede a Pisa dove lavora come ingegnere.
"Rapsodia" è una raccolta di poesie composta da ottantaquattro componimenti numerati che presentano estensioni diverse.
Ogni segmento del testo può essere letto come un frammento o una tessera musiva di un insieme più vasto, che assume senso nella sua globalità, anche se ogni singola poesia è in se stessa compiuta e autonoma.
Per quanto suddetto il libro potrebbe essere inteso come un poemetto per la sua unitarietà e la sua coesione interna.
Come scrive Valeria Serofilli, nella prefazione ricca di acribia, "Rapsodia" va letto come una riflessione globale sugli incontri e gli eventi della vita, momenti incontrati lungo il cammino e raccolti, annotati, con cura.
Come ciottoli lungo un fiume che scorre, un alveo che li raccoglie e li modifica.
Cifra essenziale del testo è quella di una forma icastica del versificare, precisa e leggera, elegante e dall’andamento misurato, vagamente neolirica, veloce e nitida.
L’io poetante è molto autocentrato e descrive situazioni che toccano ogni ambito esistenziale, a partire dalle sensazioni fisiche (come quando dice di avere bisogno di sentire il gelo), per poi giungere a parlare di città o a riflettere in versi sull’esistere e sul suo senso.
A volte le poesie riportano il luogo nel quale sono state scritte, che diviene tout-court occasione per il dipanarsi delle immagini, come nella quarta poesia ambientata a Piazza dei Miracoli a Pisa un venticinque aprile, giorno della Liberazione.
E’ presente, nel linguaggio usato da Lacava, una forte densità metaforica e sinestesica e la dizione è chiara, pacata e controllata anche quando vengono affrontati il dolore e l’ansia dell’esistere e la voce si fa gemito mentre raccoglie lacrime.
La poetica dell’autore è veramente originale e sembra di leggere un diario di bordo di un’anima che è in continua ricerca di approdi, di appigli, di parole per salvarsi dal mare magnum del quotidiano.
E’ presente un tu, del quale ogni riferimento resta taciuto, al quale l’io poetante si rivolge in maniera forte e accorata
Si può considerare il libro paragonabile ad una partitura musicale, ad una rapsodia, appunto, come dal titolo, con tante variazioni sullo stesso tema.
A volte, in controtendenza al tono generale, si aprono squarci idilliaci attraverso descrizioni che raffigurano bellezze naturalistiche.
Un esercizio di conoscenza Rapsodia, un tipo di scrittura praticata dall’autore per trovare in uno specchio virtuale la propria identità più profonda a prescindere dalle contingenze e le apparenze.

Raffaele Piazza

sabato 1 novembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANFRANCO VACCA

Gianfranco Vacca – “Cinepresa mistica” - puntoacapo Editrice – Pasturama (Al) – 2013 – pagg. 65 - € 9,00

Gianfranco Vacca, caprese, nasce nel 1959 a Napoli e ha vissuto a Genova e poi a Roma.
Nel 2011 ha pubblicato la raccolta di poesie dal titolo “Sarebbe un ottimo pazzo”.
“Cinepresa mistica” è una raccolta non scandita e, per la sua unitarietà, potrebbe essere considerata un poemetto, anche perché tutte le composizioni, che la costituiscono, non presentano titolo, elemento che ne accentua la coesione interna.
Il testo include una nota di Giampiero Berlingeri.
Lo stesso Berlingeri afferma che il verso, con l’imperniarsi sulla scena del mondo, magari simbolico, proiezione di quello autentico dei mistici, richiede lo svolgersi di una pellicola, materia plastica molto sensibile, fin al buio.
La cinepresa – così portatile e familiare, dunque invisibile, inosservabile nei siti terrestri del cuore, come Capri, Roma e Venezia in “gondola rossa” – sarebbe il meccanismo organico sottoposto a sforzo insistito, nella prova a vedersi dentro nel momento di proiettarsi fuori, con gli altri con quell’altro.
Da questo meccanismo scaturiscono i versi icastici e luminosi che Vacca riesce ad assemblare con grande originalità e nitore, conferendo alle sue pagine bellezza e luminosità.
La cinepresa stessa, detta nel titolo, è un occhio sulle cose del mondo, sui paesaggi delle città e sull’interiorità che arriva ad indagare l’anima.
E’ presente, talvolta, un tu, del quale ogni riferimento resta taciuto, e che si presta a farsi immagine virtuale nella mente del lettore.
Se in poesia tutto è presunto, questo tu potrebbe identificarsi con una figura femminile, forse quella dell’amata.
Poetica neolirica, quella espressa dall’autore, che è la risultante di versi plastici e ben coesi tra loro.
Tutte le composizioni sono concentrate e ben risolte nella forma e lo stile è elegante e pervaso da armonia, anche se si avverte una certa ansia salutare.
Un certo onirismo caratterizza queste composizioni nelle quali serpeggia una certa dose di mistero e di numinosità.
Si nota una certa propensione al solipsismo, allo scendere del versificatore nei meandri della sua mente, a ripiegarsi sulla sua stessa interiorità.
Quasi tutte le poesie sono state scritte a Capri (tranne qualcuna a Roma) e, forse, anche per l’ambientazione nell’isola azzurra, caratterizzata da fascino e magia, hanno una forte carica di sospensione e bellezza.
Oltre al tema dei luoghi si manifesta quello del tempo, per cui è viva la dimensione del cronotopo, che crea un fascino indiscusso al testo nella sua
coesione interna
Nel panorama odierno Gianfranco emerge come un poeta interessante, per una scrittura unica nella forma e nei contenuti.

Raffaele Piazza

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