martedì 30 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIA TERESA PELLEGRINO RAHO

Maria Teresa Pellegrini Raho – “Il nodo alle radici” - Puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2014 – pagg. 177 - € 16,00

Maria Teresa Pellegrini Raho è nata nel 1954 a Olivadi (CZ); ha pubblicato due raccolte poetiche: “Respiro Pieno”, 2002 e “Nel Silenzio delle Note ho Consumato il mio Furore”, 2006.
“Il nodo alle radici” è prefato con notevole acribia da Pina Mandolfo, che, con le sue parole, ci illumina sulle ragioni profonde del testo, composto sia da parti poetiche, che narrative.
La Mandolfo scrive di quella felicità di cui parla Karen Blixen: “Riuscire a trasformare le vicende della propria vita in racconti è una grande gioia, forse l’unica felicità assoluta che l’essere umano possa provare in questa terra”. L’itinerario sentimentale di chi, solo attraverso la scrittura, possiede occhi per vedere e ascoltare.
La pratica letteraria, quindi, si potrebbe aggiungere, intesa come unico varco salvifico per riuscire a raggiungere, tramite l’urgenza della parola, un riscatto, una catarsi, una redenzione.
Del resto già Donatella Bisutti, nel suo saggio di carattere divulgativo, “La poesia salva la vita”, ha messo in luce gli aspetti positivi della stessa parola poetica nel suo dirsi, intesa come terapeutica per ritrovare, sia a livello di stesura, sia di fruizione del testo, sintonia tra fisico e psichico, conscio e inconscio.
Anche lo scrittore tedesco Heinrich Boll, autore di “Opinioni di un clown”, ha parlato della gioia dello scrivere.
Bella la poesia di apertura del composito libro, intitolata “Olivadi”, che è la località calabrese in cui è nata l’autrice.
Nella suddetta composizione, con uno scatto ed uno scarto memoriali, la poeta rievoca la sua infanzia e si rivede la bambina dai capelli castani e gli occhi grandi spalancati su una storia, che può essere intesa come la vita stessa.
Nella poesia si parla di una lotta nella quale un tu, del quale ogni riferimento resta taciuto, vince sull’esistenza della bambina stessa giocando.
In questa gara tra bambini si può intravedere anche un proiettarsi in una dimensione temporale successiva della vita, il rapporto sentimentale donna-uomo, nel quale c’è chi vince e c’è chi perde e nel quale la partita può finire anche patta.
Nel caso in questione è l’io-poetante stesso a perdere nella gara tutto ciò che possedeva.
Il questo proiettarsi nel passato, attraverso una proustiana memoria involontaria, che non è nostalgia, ma felice riattualizzazione, c’è tutto il senso contenuto nel denso titolo del libro “Il nodo alle radici”.
Se noi esistiamo nell’attimo heidegeriano, feritoia tra passato e futuro, sia visto come un fatto costruttivo il nostro riannodarci alle nostre origini, la tensione verso lo spaziotempo dal quale proveniamo, soprattutto quello dei momenti felici.
*
Raffaele Piazza


domenica 28 dicembre 2014

RICORDO = GILBERTO FINZI

UN RICORDO PER GILBERTO FINZI

“Noi non siamo vecchi ma solo / diversamente giovani”, dice proprio così uno degli ultimi versi dell’ultimo testo della sua ultima raccolta di Gilberto Finzi Diario del giorno prima, edito da Nomos nel 2012. “Diversamente giovani” oggi, all’indomani della sua morte, avvenuta a Milano in una gelida mattina di Natale del 2014, da aggiornare come “diversamente vivi”. Non è retorica: Gilberto, per chi lo ha conosciuto e apprezzato (amato?) in vita, continua a pronunciare attraverso la sua vasta e complessa opera una fede nella vita («Questa è la vita! L’ebete vita che c’innamora…»), nonostante tutto e comunque essa sia, col suo modo sarcastico di amarla, col suo modo di attraversare i casi della vita, della storia, senza illusioni ma non senza miti.
Perché un mito, sì, Finzi lo aveva e ce lo lascia in preziosa eredità: quello dell’intelligenza, acuta, ironica, determinata a sconfiggere ipocrisie.
Un “angelo ironico con la spada sguainata”, lo si definirebbe con le parole con cui Walter Benjamin aveva definito Leopardi: chiuso nella sua corazza (“un’armatura in cui si rispecchia il mondo”) Gilberto con la sua intelligenza ha sempre riguardato tutto, presente e passato, con l’occhio dell’”uomo che giudica” e che “nel centro del futuro” vede solo “il senso oscuro”, una “profonda notte” (non la sua, quella esistenziale, beninteso, ma quella collettiva della perdita del senso), consegnandoci l’idea che ciò che conta sono “i piccoli spazi tra le cose”, la determinazione a giocare le proprie uniche risorse di infinito nel qui-e-ora col proprio “vulcano in cuore”, incuranti dello “scadimento” di valori, del “fango” che progressivamente minaccia. Con lo spirito del Leopardi di Amore e morte, “erta la fronte, armato / e renitente al fato”.

VINCENZO GUARRACINO

venerdì 26 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO

LA CRISI DEL LINGUAGGIO IN SPAGNUOLO
*
All’ultimo festival di Cannes (2014) Jean-Luc Godard ha presentato un film intitolato Adieu au
langage, nel quale – con assoluta fedeltà al titolo – distrugge completamente il “linguaggio” signi-
ficante e abolisce la narrazione cinematografica. Il film è così un accumulo caotico di immagini avulse da un contesto coerente, alla fine del quale lo spettatore tutt’al più ricorda una coppia nuda che gira in un appartamento e un cane che fiuta peste in sentieri campestri. Un’operazione analoga fa Antonio Spagnuolo, in Oltre lo smeriglio (Kairòs Edizioni, NA, 2014), almeno a giudicare dalla prima sezione del libro, che comprende venti composizioni numerate con numeri romani e senza titolo. Anche Spagnuolo infatti, in questi testi, distrugge ogni nozione di linguaggio significante e razionalmente teso a ricomporre un ordine o una realtà della natura o del mondo oggettivo. Sicché
l’accumulo di parole e di linee della sua operazione lirica finisce con l’essere solo un riflesso dei fantasmi mentali che insegue, un puro accavallarsi di flatus vocis che solo graficamente assumono
l’aspetto di “composizioni” (e forse, nel titolo della sezione, Ricomporre, c’è da vedere anche un’implicita ironia demistificatoria).
D’altra parte l’autore è consapevole della direzione che hanno preso tali tentativi poetici, se – in un Antefatto che si pone come vera e propria prefazione – parla di “crisi non solo del linguaggio ma di tutta una cultura politica e borghese”. Aggiunge che “ogni individuo riposa o si agita nella propria assenza” e conseguentemente “le variazioni [dell’io], nelle quali non esiste più ritmo, musica-
lità, armonia […], preludono alla fine del canto stesso”. E teorizza una sua personale poetica – come aveva già fatto in passato – basata sulla contrapposizione tra Eros e Thanatos e sul mistero evocato dal subconscio, con il suo fluire di immagini irrelate e valide di per sé.
E, indubbiamente, in questo fluire ininterrotto di immagini ogni tanto qualcuna appare suggestiva e poeticamnete apprezzabile, come: “il giorno ha sventrato bagliori” o “il tempo ha le ali di gabbiani” o “il treno per Baveno / brumoso di camelie”. Ma sono poche. Per lo più si ha invece un accumulo di fonemi che, nella loro asemanticità, producono clangori come le cazuelas delle madri orfane di Plaza de Mayo. Si prendano questi esempi: “Paventa rose calandra, / rientravi nel disuso / ora moltiplichi colofoni”; “Dona inaccessibile / purché sia la lingua / fatta sevizia, atròpica finzione”; “pulsa di urgenze / dove il tempo ripropone / antichi menhir”; “Rispondi l’orlo / slombato a perdere
distanze.”; “Inghiacciando / non consola implàntolo / innanzi alla malinconia.”; “dispensa schisi
d’intervento / finché bocco/ni / rugo moti a macchie”.Ma dobbiamo fermarci, per non abusare della
pazienza del lettore. Si sarà notato che, nell’ultimo esempio, la parola “bocconi” è spezzata da una lineetta verticale e tale spezzettamento delle parole compare anche in “impre/disposta”, in “de/componi”, mentre la normale lineetta orizzontale compare in “stanza-occasione”. Ma questi sono solo grafismi. Aggallano infine sintagmi che, presi come mea culpa da autòntimerùmeros, riappaiono significanti, come “il mio inconscio contorto” e “forse anche oggi l’assurdo / sconnette”.
Qui va fatta una precisazione. Negli esempi sopra riportati si può cogliere un evidente aspetto volitivo, perché l’immagine inconscia è rielaborata dalla volontà consapevole dell’autore. Insomma, il “poeta gioca”. Nulla quindi che richiami ogni “incontro di una macchina da cucire e di un ombrello su una tavola anatomica”, secondo la formula dei Canti di Maldoror (1869) di Lautréamont, che fu poi ripresa dal Surrealismo storico. Niente dunque immaginazione onirica e niente scrittura automatica.
La seconda parte del libro contiene la sezione Memorie, con testi titolati (anche se i titoli sono per
lo più costituiti da una parola estrapolata dal contesto versificato). E qui Spagnuolo torna a un linguaggio maggiormente significante, perché – come aveva già fatto in Come un solfeggio (2014) – rievoca la sua compagna, ahimé scomparsa nel 2012. Il poeta è infatti rimasto “con il terrore della tua assenza ormai certa” (p. 33) o col “sospetto che tutto si annulli / nel mio respiro in cerca del tuo
sguardo” (p. 38). E può concludere: “Non sei altro che polvere sospesa / tra l’insonnia e il timore” (p. 50).
SERGIO SPADARO
ANTONIO SPAGNUOLO, Oltre lo smeriglio, Kairòs Ed., NA, 2014, € 10,00.

NOTIZIA = GILBERTO FINZI

GILBERTO FINZI (1927) ci ha lasciati nel giorno di Natale dopo breve malattia. Nato a Mantova, ha vissuto a Milano. Già docente, ha lavorato nel campo editoriale e, come critico letterario, ha collaborato al Corriere della Sera e ad Avvenire. Con Gio Ferri e Giuliano Gramigna ha diretto "Testuale", rivista di ricerca critica sulla poesia; sulla rivista di teatro Hystrio ha vergato una speciale rubrica di recensioni in versi. Ha curato l’opera omnia del premio Nobel Salvatore Quasimodo e numerose riedizioni dei classici, dagli Scapigliati a Fogazzaro.Poeta dagli attraversamenti brillanti e sorprendenti. Amico fraterno con il quale ho trascorso ore di impegno culturale ed umano di notevole valore, ne piango ora la scomparsa , come perdita di una testimonianza ricca e luminosa , da ricordare ancora per coglierne i frutti di una ricerca sobria e polimorfica. ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 25 dicembre 2014

Auguri -Natale 2014 - Nuovo 2015

domenica 21 dicembre 2014

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"DISSOLUZIONE"
Settecentotrenta volte
ho detto buonanotte inutilmente.
Una selvaggia scena alla mia mano,
che arranca nel vangelo imperterrita,
e cerca i bagliori dell’acciaio per non sbagliare.
Pulsa di nuovo assurda una dissoluzione
per troncare ogni accento
ed inseguire specchi indispettiti .
Inutile conteggio il numerare
le ossa che hai scomposto per ghermire
gli ultimi aneliti.
Un sussulto ogni squillo che ti rappresenti,
nel supplizio di una ruota, o peggio
una risposta sminuzzata in briciole
attraverso le vocali di un vetro tagliente.
**
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = FLORIANA PORTA

Floriana Porta : “Dove si posa il bianco” – Ed. Sillabe di sale – 2014 – pagg. 64 - € 11,00 –
Immergersi nella poesia sino al canto plastico e ritmato che essa nasconde e rivela, verso dopo verso, diviene esplosione ed incantamento , per quel senso di luminosità che alcune iridescenze sono capaci di comunicare. “Immersa nell’astratto , nell’informale – scrive Floriana Porta – la mia poesia vive in una dimensione immaginaria …” e in una specie di segreta illuminazione magica il suo verso stacca figure e metafore intorno a pensieri filosofici, a ripetizioni mistiche,a frammenti illusori , per raccontare e coinvolgere in una spirale a volte inestricabile. Il tempo ha le porosità dell’argilla , incanalato come è nelle profondità del quotidiano , vincolato al desiderio o abbandonato alle memorie. Le ombre riflettono con decoro i tratteggi di un’offerta o dell’inafferrabile ripetersi del disincanto, lasciando tracce multicolori.
Gli haiku che arricchiscono il volume si sgranano uno dopo l’altro in un canto legato alla parola , scelta con acume e sempre limpida, per le perfezioni del testo. Sono , come del resto offre la creazione , pensieri incastonati nella pagina, ove gli attimi scattano micro misteri , custoditi negli spazi del ritmo.
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 20 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = ORONZO LIUZZI

Oronzo Liuzzi : “E mentre l’arte…” – Ed. CFR – 2014 – pagg. 96 - € 10,00 –
Uno strano , ricco , multiforme collage elaborato secondo il ritmo incessante della poesia, delle poesie, degli autori, che a mano a amano , pagina dopo pagina , frammento dopo frammento, rivivono con i loro pensieri ed i loro sentimenti oltre i versi che sciolgono qualsiasi ripensamento. Gli orizzonti, che Oronzo Liuzzi riesce a pennellare, appaiono nel colloquio che egli stesso intraprende con gli scrittori , gli altri poeti, in una costellazione luminosa che pulsa per una propria realizzazione creativa. Ogni respiro immerge lentamente nella essenzialità delle scelte , quasi ricamando una esistenza amalgamata nella infinitezza del testo. Potremmo dire che le pagine di questo particolare volume formano un poema misurato nello spazio e nei tempi, senza margini costrittivi , ma con una espansione che trova trasparenza nello splendore del battito di ogni poeta citato. Allora la lettura diventa automaticamente musica , per l’incalzare dei molti riferimenti , in una galassia molteplice , nella amalgama che rende plasmatico il rincorrersi delle attrazioni.
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 18 dicembre 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e l’iridato Mediterraneo"

Acque del freddo di dicembre,
Mediterraneo a iridarsi
pervaso dalla lamina del sole.
Ha acceso una candela ragazza
Alessia sul bordo del mare,
il fresco all’anima a giungerle
nello scorgere del pescatore
l’azzurro della barca
(tanto non mi lascia).
S’immerge Alessia nel fresco
delle acque, sapore si sale
nella bocca di Alessia,
felicità e fisica gioia nel nuotare.
Liquidità iridata dal paesaggio,
lancia una pietra piatta Alessia
desiderio per scaramanzia
espresso.
*
Raffaele Piazza

martedì 16 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARCO BAIOTTO

Marco Baiotto: “L’eredità della scienza” – Ed. Campanotto – 2014 – pagg. 112 - € 11,00 –
Il percorso che Marco Baiotto intraprende in questo volume di poesie risulta a prima lettura piuttosto aspro , nelle difficoltà che la parola ricercata e proposta incontra , verso dopo verso. “… A tratti zanne ribelli e incarnite/ affilate e sguainate su un noi/ dilemma di febbre e furore/ come faine in reti di filo di refe/ a scaldarci e ferirci/ fino allo stremo …” Il sapere , quale condizione esistenziale di primaria importanza, affonda e “tuona per le scienze infurentite”, così che la poesia si snocciola in pagine tutte roventi , per una serie di inquietanti programmi che parlano di un codice quasi impenetrabile, di un “dolorrore” impronunciabile. Le sei sezioni nelle quali si divide il volume ( Un fratto effe – L’Eredità della scienza - La cless/idra – Abissi d’eros – Il capolinea della teologia – L’iperrelazionismo sensibile ) si legano per quella lucida armonia che distingue il lavoro di ricerca che l’autore riesce a compiere. Tra razionalità filosofica e pregevoli rientri mnemonici la poesia palpita per un personale bagaglio culturale, appassionato com’è il Baiotto di filosofia e scienze umane, ed ideatore di un costrutto in fieri che rappresenta il corpus speculativo a coronamento di una vita di studi e riflessioni. Da non sottovalutare infine la presenza di numerose “note” aggiunte , che arricchiscono il libro per variegati incipit.
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 14 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIORGIO ANASTASIA

GIORGIO ANASTASIA : "A pugni stretti" - Ed. Evaluna - 2014 - pagg.116 - € 10,00
(prefazione)
Il recupero delle illusioni , delle immagini , dei rilievi, che emerge dai confini di una poesia aperta continuamente ad una revisione del dettato , per incidere nelle aggregazioni , nelle dimenticanze incerte del vissuto , del tessuto lacerato delle incomprensioni , schizza quale metodo elastico e sopratutto non dogmatico nel movimento ritmico della conoscenza e dell’oblio. Affidandosi alla pagina il poeta tenta di entrare in sintonia con il sentimento che coinvolge la necessità, la realtà , il mondo , la quotidianità , per ancorare gli inseguimenti di mete filosofiche intramontabili nella irriducibile singolarità delle emozioni e delle razionali dimensioni del dire e del dirsi. Così Giorgio Anastasia apre un personale tragitto , elastico strumento del ritmo e della musicalità , cercando accostamenti fluorescenti ed insoliti , inattesi e pur accattivanti , una sorta di catapulta ricca di vitalità e mirata ad esplodere ad ogni pagina, quasi lotta incompiuta fra corpo e parola, tutta tesa alla cattura del senso e alle identificazioni della metafora.
“Che cretino averlo urlato
nelle notti con la luna e senza luna
coprendo di fiori le labbra
confondono i dettagli le misure
di chi decide di andarsene e se ne va
con addosso le contraddizioni che battano
sbucano spazzano sconfessano

Che cretino non averlo capito
continuavo a catturare i silenzi
clandestino d’impazienza e tormenti
chiuderò finestre porte muscoli
prima della prossima domanda
prima di sentirmi peggio.”
Si apre alla possibilità dell’ascolto, sul crinale fisico e psicologico, una necessità che trasuda per la precisione del segno e la solidità dell’inciso, quasi affannosa ricerca di una frustrazione che attanaglia e stordisce per costringere ad illudersi.
Non meno vorticoso l’inseguire l’amore in tutto il suo fascinoso evolversi , dalla conquista di un sorriso velatamente negato , al coinvolgimento doloroso dell’ombra gelosa , al divario della vertigine erotica nella inquietudine di una perdita :
“Rassegnato all’amore perduto
cerco l’insolita distrazione
il passamano spiacevole
l’effimero di un corpo
il pensiero marginale …”
La capacità di mettere in primo piano tanto la narrazione, nella concretezza dell’accadimento, quanto l’applicazione sulla parola, vissuta o rivissuta nel clima della necessità, si fa spazio ad intendere le aggregazioni dell’ironia con la memoria , del sospeso con il labirinto , della musica con la ferita. Anche nel rivolgersi alle vicissitudini di una città, della città , il dettato poetico diventa percezione di un labirinto complesso , senza forma costante, in cui si consumano eventi e apparizioni privilegiando le piccole cose quotidiane, ricercate però nel microcosmo del miracolo.
“Alle 22,45 il mondo è una mappa
Napoli simile alle altre città
su un orizzonte si attanagliano gli sguardi …”
La necessità di uno sguardo globale dell’esistente, in una concezione unitaria di ciò che si presenta allo sguardo attonito del poeta, diviene polo magnetico personalmente scelto per raggiungere una agglutinazione filosofica, una estrema speranza di sopravvivenza alla caleidoscopica e multiforme rappresentazione delle differenze. Nel tentativo di dipingere l’immenso inventario che confonde la psiche Giorgio Anastasia cerca di interpretare quanto il subconscio elabora nelle sue illusioni oniriche e nelle sue manifestazioni di riscatto e salvezza:
“Preferisco la calma
alla frenesia che a spirale
sbuca piegando le ragioni
per un respiro assurdo
o un azzardo mai spinto

Preferisco i conti
da tenere a mente sapendo
che una promessa sfuma
per un giorno o per un altro
l’apocalisse è alla porta

Preferisco i miei capelli
arricciati per caso
spalmati con l’olio
tenuti con pazienza
per un prossimo naufragio”.
Poesia aperta questa intrapresa con tanto orgoglio e tanta giovinezza, la quale non pretende soluzioni e lascia al lettore tutto il bagaglio aperto di una cultura intessuta di perizia e aspettazioni , lungamente maturata nella decifrazione dei segni, che in molte pagine hanno la forza dell’istantaneo facilmente posseduto, lontano dalle rotture, ma semplicemente ricamata nella musicalità del verso. Tracciare una storia che sappia testimoniare una valida aderenza alla realtà , il che significa ascoltare per ripetere, liberarsi del proprio armeggio per conquistare il mito.
ANTONIO SPAGNUOLO


NOTIZIA = PREMIO A PASQUALE BALESTRIERE

A PASQUALE BALESTRIERE IL PREMIO DI POESIA “LIBERO DE LIBERO”---
Organizzata dalla Associazione di Servizi Culturali “Confronto”, con il patrocinio del Comune di Fondi, si è conclusa, alla presenza di un pubblico numeroso, in gran parte formato da giovani, domenica 7 dicembre u.s., presso il castello Caetani, la XXX edizione del Premio Nazionale di Poesia intitolato a Libero De Libero, poeta di assoluto rilievo del Novecento italiano e rappresentante di spicco della generazione culturale fondana, assieme a Domenico Purificato e Giuseppe De Santis.
La rosa dei finalisti era così composta: Patrizia Colaianni (Turate-Como) “Sulle ali della vita”; Giuseppe Acciaro (Bologna) “Al centro della scena”; Pasquale Balestriere (Barano d’Ischia, Napoli) “Per crinali di luce e cune d’ombra”.
La Giuria, ha ritenuto valida e profonda la silloge di Pasquale Balestriere, poeta affermato a livello nazionale, che, nel suo intervento, ha, tra l’altro, rivelato di essere affascinato, fin dai lontani tempi del liceo, dalla figura di Libero de Libero.

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"SPINE"-
Vorrei incontrare,
martellando le parole nel cervello,
le ombre che ti avvolgono nel giogo,
una spina che riecheggi i suoni
fruscianti entro la luce,
nell’interminabile lamento che mi squarcia.
Cresce l’affanno con le sue crepe,
inventando qualche testimonianza,
che nel segreto incrocia anche il furore
della mia balbuzie.
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIULIANA LUCCHINI

Giuliana Lucchini Bononi – “Vuoto d’aria” - L. C. – Roma – 2014– pag. 125
“Vuoto d’aria” è una raccolta di poesie di Giuliana Lucchini, poetessa tra le più interessanti del panorama letterario italiano odierno.
Il libro è scandito in tre sezioni: “precognito”, “a stampo” e “tautologico”, che è di gran lunga la più estesa.
Il testo include tredici disegni di stile floreale, tratti da un albo giovanile di Cesare Lucchini, padre dell’autrice.
Le tre parti sono precedute da 1980 IN MEMORIAM e da una dedica.
1980 IN MEMORIAM si può considerare quasi come un esempio di poesia visuale, in quanto è costituito da un pentagramma con note e le didascalie in latino di “Libera me, Domine, de morte aetérna…”.
Al brano suddetto segue un’intensa poesia dedicata al padre defunto dell’autrice, breve e verticale, nella quale la poeta, rivolgendosi al padre stesso, esprime, controllando perfettamente il dolore, attraverso la memoria involontaria, la ricerca di una nuova relazione con la figura paterna, che può avvenire solo in poesia,
La poetica espressa da Giuliana Lucchini è caratterizzata da una forte visionarietà, che si esprime attraverso un caleidoscopio di immagini.
Quasi tutti i componimenti sono senza titolo e le poesie si distendono sulla pagina spesso in lunga ed ininterrotta sequenza con un azzeramento della punteggiatura.
Il dettato è connotato da nitore, luminosità e velocità della parola ed è presente una sinuosità nei versi nel loro elegante procedere per accumulo.
La cifra caratterizzante della raccolta è quella di una forma controllatissima, rarefatta e originale, che produce, attraverso i sintagmi, immagini che sgorgano le une dalle altre e che sono intonate tra loro.
Si nota, nel versificare dell’autrice, un’estrema precisione nella disposizione delle parole e leggerezza e luminosità nel dettato, che a volte s’impenna in splendide accensioni subitanee.
Il tessuto linguistico è icastico e leggero ed è frequentemente presente un “tu” al quale la poeta si rivolge, presumibilmente proprio la figura paterna.
I versi spesso sono caratterizzati da una forte vena anarchica che tende a sfiorare l’alogico.
Sono presenti anche composizioni più chiare nella loro struttura sempre armonica.
Un esercizio di conoscenza che ha per tema dominante l’affetto della poeta per il padre.
**
Raffaele Piazza

venerdì 12 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = FABIO GRIMALDI

Fabio Grimaldi : “Più angeli in terra che in cielo” – Ed. Lietocolle – 2014 –pagg. 40 € 5,00 –
L’accattivante connubio tra fotografie e poesia propone il fantasmagorico iter che incide nelle illusioni affettive e nelle carezzevoli fantasie intorno agli angeli. Angeli in terra , come lo è e lo è stato da sempre la mamma,il bimbo che ancora non sa parlare , o tra cielo e mare come il simbolo etereo che aleggia sugli altari , il profumo indelebile del chiarore , l’inafferrabile ed invisibile presenza che ci accompagna nel quotidiano .
Fabio Grimaldi ha voluto amorevolmente arricchire l’esistenza umana di alcuni pensieri in ottimo ritmo poetico , interrogando le vibrazioni dell’eternità o riflettendo sulla realtà benefica delle figure tratteggiate del sentimento religioso. Una scrittura che caratterizza la luce, con i suoi propri azzardi o segnacoli filosofici, e richiama con garbo la carnale ansia amorosa della venerazione. Le foto sono di Pietro PaoloTarasco.
ANTONIO SPAGNUOLO .

mercoledì 10 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = MASSIMO NULLA

Massimo Nulla : “Un’opera di Misericordia” – Ed. Diogene –Pomigliano d’Arco 2014 – pagg. 56 - € 7,00 –
La poesia purtroppo si scontra quotidianamente contro l’indifferenza dell’uomo qualunque , dell’uomo che non riesce a riscoprire la carnalità della parola , detta , urlata , scritta. “Tu, mia lettrice ideale / ché ti sottrai, / e sottraendoti/ annichilisci l’io,/ lo dismembri e disgiungi./ All’impersonalità restituisci / la poesia,/ negando all’io/ l’ambizione dell’autore./ A te questi versi / che non leggerai, / ma torneranno all’infinito/ brusio della lingua. - Una ispirazione , quella di Massimo Nulla, dall’utopia classica ed inserita in uno spazio contraddittorio dell’occasione, per la quale il verso rimarrà si inciso nella pagina bianca, ma sarà involontariamente inseguito anche dal richiamo semplice e illusorio dell’irrealtà. Lo scorrere ritmato e frenetico di versi, quasi sempre brevi e fulminanti, insegue fantasmi , illusioni, promesse, venature , ed incide per quella sua forza cristallina , profondamente segnata dal bagaglio culturale. Le tre sezioni nella quali si divide il volume : “Un’opera di misericordia”, “La lettrice”, “Ricordi del cacciatore”, si avvicendano in una quieta e levigata frequenza di “parole” , tutte intrise di una forza evocativa personale e pregna, quasi una parabola filologica nella eleganza del dettato e nell’ondeggiare di un microcosmo lineare e ricco. Molte immagini hanno la loro puntuale rifinitura connessa spesso ad un livello di metaforicità sempre significativo ed acuto.
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 8 dicembre 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e il freddo vivo"

Freddo a detergere le cellule
dell’anima di ragazza Alessia
del peso di grammi 18.
Silenzio nella pineta del Parco
Virgiliano, con Virgilio,
spontaneo cane nella libertà.
Le frontiere dell’alba e
della sera schiuse all’amore
(tanto Giovanni non mi lascia).
Preghiera duale eseguita
saettalampo nel cielo di
dicembre 2014 a chiare lettere
imprimersi.
Oltre il platino del sogno
felice Alessia nel rigenerarsi.
**

"Alessia e la feritoia sul mondo"

Nello spiare ragazza Alessia
dopo l’azzurro della linea
della gioia, la tinta neutra del
di dicembre il cielo
nel salvarla, attimi della
bellezza della fragola,
conca di tramonto d’arancia
tra nuvole candide
in forme di cavalli
o pesci fossili nelle mani
affilate il sogno più
bello, la tela dipinta ad olio
nelle cose dell’anima
a raffigurare della felicità.
l’angelo a panneggiare.
**

"Alessia nel campo di grano"

Giugno in fuga nella mente
di Alessia. Ricordo a dicembre
del giorno dell’amore
nel campo di grano delle stelle.
(la volta più bella).
Poi ora il nord della vita,
nel freddo dei risvegli
(e se mi lascia?).
Getta il suo azzurro ragazza
Alessia in un cielo nuovo,
oltre il suo film. Osserva
libera un’ostia di luna nella
luce, un responso le chiede.
Sorriso di Alessia, il tempo
delle fragole inizia.
**
"Alessia e il raccolto"

Estensione del campo
di grano, delle spighe
giugno nella memoria
nella camera della mente
di ragazza Alessia.. La
storia infinita della liquidità
dei baci prosegue.
Cancelli di platino dell’
inverno, la purezza
del freddo nelle fibre
a entrare e nelle cellule
dell’anima di grammi
18. Risorge Alessia
nell’affilarsi del viso
nel vento a levigarla,
poi nuda allo specchio.
Come un disco nel
fiume del pensiero
(non mi lascia).
**

"Alessia e la pianta di fragole"

Alessia a Capri (strada di lusso
invasa dai negozi (l’antiquario,
il gelataio, il ristorante e il fioraio).
Con Alessia Veronica (nel dirle
non ti lascia). Le hanno sciolto
il rimmel le lacrime ad Alessia
felicità trafitta da un incubo.
Vede la pianta della fragola,
ad associarla a del sesso la
dolcezza. (Ieri ha fatto l’amore
con Giovanni e oggi è levigata
pari a polita rosa conchiglia).
Paga € 18 nella serra ed esce
felice con la gioia nel viso
del mare l’afrore nell’immaginare
l’odore di Giovanni la prossima
volta nella mente e nella
camera calcinata.
**

"Alessia e l’iridata felicità"

Arcobaleno al Parco Virgiliano
a entrare negli occhi di Alessia
nel tingere di sette colori dell’anima
di donna lo specchio.
Freddo azzurro ad entrare nella
pelle di ragazza Alessia
corroborante per la voglia
del sesso e sta infinitamente
nell’albereto dei pini Alessia
a scegliere la pigna più bella
per portafortuna (tanto non mi
lascia) e stasera all’Albergo
degli angeli.
**
Raffaele Piazza

domenica 7 dicembre 2014

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"ALTRE MEMORIE"
Ad una ad una distruggerò le foto
dall’inutile segno dei ricordi,
annullerò le soste , gli artifici,
le parole segnate ancora in gola,
l’incomprensibile rigo che si attarda
tra lo sgomento e la rassegnazione.
Non era addio il grido della luce
ripetuto al destino che oscillava.
L’incredibile esserci,
lo scavo degli abissi che avrei ritrovato
nel silenzio,
e il battito che altrove respinge
la memoria.
**
Antonio Spagnuolo

sabato 6 dicembre 2014

SEGNALAZIONI = PER VALERIA SEROFILLI

Prefazione a "VESTALI" - raccolta ancora inedita

Una raccolta elegante che ha la pretesa di significare e interpretare l’Amore come mero fulcro dell’anima, l’unico sentimento che ci può restituire tutto, o almeno in parte, quel grande bisogno interiore di sentirsi doppio, con l’altra metà del cielo.
La poetessa Valeria Serofilli sembra approfittare di una vacanza in Grecia per sfoderare tutta la sua potenza immaginifica, il suo sirtaki, la sua voglia di donarsi al caldo grecale dell’isola incantevole, esorcizzando l’apoteosi dei sensi, alla dolce e stringente realtà di un idilliaco sentimento che la prende fino in fondo all’anima.
La raffigurazione poetica è di grande impatto, i sensi sono allertati e desiderosi di una danza duale, di un incontro alla luce abbagliante, ai venti prorompenti dentro un’atmosfera che sembra rubarle emozioni forti, carichi di quell’ardore che le fa dire:
“Tutti gli incensi/ dall’ambra al muschio selvatico
non valgono una stilla / del profumo della tua pelle
dopo l’amore
mentre intesso tasselli musivi sul tuo corpo:
ogni tassello un ricordo/.../ “

Così come una nuova Vestale, la Serofilli ama avvolgersi in pepli di nostalgia e di abbandoni, utilizzando schemi fonetici e simbolici di grande impatto emotivo:

“Quale più annichilente vertigine a stordirmi
e rinsavire?”
Per poi ancora ritornare alla memoria, al richiamo dolcissimo e suadente di una magia amorosa:
All’amore, al fuoco di passione
non chiedo verità
tra il limite del sogno e recriminazione...

in altri versi la poetessa raggiunge l’acme dei sensi in un trascorrimento emozionale che entra di prepotenza nelle sue viscere, nel suo sangue:

Sul tuo corpo tracce
del nostro amplesso/ miste ad altri odori
di cui non mi spiego il senso...


Sono un oggetto del desiderio, una passione inestinguibile quelli che paiono attraversare le figure retoriche di queste composizioni liriche, per attestarsi a pura e semplice personificazione dell’oggetto amoroso. Una forte vibrazione che risveglia l’anima dal torpore, facendole gustare il miele della frenesia, in moti d’anima percettibili:
Vendemmia di pelle/ occhi negli occhi.
Se è tutto inganno
inganno sia
perché è questo
il più dolce annegamento.
E continua la sua folle odissea, come Penelope tesse la sua tela, invano, ella si fa magma e fuoco, nelle vene, scorre quel fluido che non dà requie, che mostra la sua emozione in continui assalti e saltuarie epifanie:
All’amore, al fuoco di passione
non chiedo verità
tra il limite del sogno e recriminazione.

e trascrive parole di fuoco alla sua pagina appassionata e vibratile, presta l’orecchio alle sibille, come sirene che incantarono Ulisse, ella si appropria dell’immagine letteraria per sovvertire il suo irrazionale afflato cosmico che entra prepotente nel suo rapporto amorevole; lo tramuta spesso in vortice, in abisso, in foresta, in fiore, in albero, lo nutre dell’humus del sogno, in desiderio, in carne che fanno la differenza, mentre si scioglie in lei, la fatica dell’amplesso, che malgrado conceda paradisi inimmaginabili, crea anche abissi di perdizione senza scampo:
E la sete, la pazzia/ la cieca corsa verso il mare aperto
smarrendo il mio sguardo/ oltre la soglia dell’amore.
La poetessa sa che vi è un punto di non ritorno, un transfert che ingenera la follia di ogni trasformazione, forse di ogni abbandono e non può rassegnarsi, lo descrive come un indicibile arrendevole volo, qualcosa che procede a rilento nell’estinguersi, perché ormai è penetrato nelle vene e nel sangue, lasciando spasmi e sofferenze, graffi e contusioni: l’amore dà, l’amore toglie, perciò pronuncia questi versi con pacata rassegnazione, li scandisce attraverso il singulto, il respiro e il canto; come un sogno che sa trasmettere realtà inintelligibili, ella si appresta forse alla fine, forse ad un nuovo addio con evidente sofferenza:
Itaca per me/ è il tuo risveglio
quella frazione di luce, sul tuo volto
la rugiada mattutina, sul tuo petto
il tubare delle tortore, sul cornicione
per il buongiorno
mentre felice dicevo -sono tornate- (Le tortore sono tornate al cornicione
Questa simbiotica fusione si avvicina ad una sorta di mito che persegue le coordinate dello slancio amoroso, ne marca fortemente i simboli. Vi è una metaforicità che di frequente si abbandona all’azzardo e all’inquietidine di una forza epifanica di resurrezione. La Serofilli, sa misurare l’aspirazione della memoria ad estendersi alla precarietà dello spazio temporale.
In questa raccolta l’empatia entra in gioco prepotentemente, descrivendo tempi e luoghi, intervalli e soste. Tutto evoca un vagheggiamento, una visione onirica che si propaga e dà compattezza alla raccolta, la coagula dentro un presentire amoroso straordinariamente vivo, eppure fragile.
L’idillio è palpabile, crea atmosfere e sperdimenti fisici; l’imput emotivo vi entra in sintonia, ma cerca anche una via di fuga. L’anima tenta l’imperturbabilità ma è suo massimo delirante approdo. Una sorta di prodromo dileggio verso quei rari momenti di abbandono è d’obbligo, per ritemprare energie, misurare il turbamento. La poetessa carica di vitalità e di intrecci semantici anche le più piccole antonomìe con impulsi ed estensioni che ne rafforzano valenza e vitalità, raggiungendo per così dire la Bellezza della forma, entro la panica esplosione delle sue configurazioni verbali, che infine ne danno pienezza di esiti tra i più felici e realizzati.

Milano 6 dicembre 2014 --- Ninnj Di Stefano Busà



venerdì 5 dicembre 2014

RIVISTE = I FIORI DEL MALE

"I FIORI DEL MALE" Numero 59 - settembre - dicembre 2014.
Sommario :
Letterature :
Robertomaria Siena : Intervista impossibile a Epicuro di Samo
Paolo Carlucci : Emerico e Noemi Giachery .Montale e Ungaretti
Melo Freni : La luce che cammina nella poesia di Luzi
Merys Rizzo :Appunti
Fausta G. Le Piane : Mito e mediterraneità nella poesia di Majone Mauro
Francesco dell'Apa : La poesia simposiaca di Anacreonte
Ninnj di Stefano Busà : L'ultraismo di Jorge Luis Borges
Roberto Pagan :Dino Claudio Tra Dionisio e Apollo
Franco Mosino : Cosa è la poesia
Mario Dentone : Un'energia etica nelle poesie di Edio Schiavone
Daniela Quieti : Alceo "E' un dito il giorno"
Plinio Perilli : L'infinito infinito dell'ultimo Fontanella
Francesco De Napoli : Il capolavoro di Ghiannis Ritsos
Andrea Mariotti : Ungaretti : Poeta e soldato della Grande Guerra
Luigi De Rosa : Letteratura come vita del critico Carlo Bo
Giuliana Lucchini : William Shakespeare Sonnets / Sonetti
Roberto Pagan : Dalla Carnia un umanista : Ermes Dorigo
Fausta G. Le Piane : Percorrendo i luoghi di Marcel Proust
Gianni Antonio Palumbo : Il piacere delle donne di A. Cilento
Themistoklis Katsaounis : Ai limiti della vita
Poesie:
Giorgio Bàrberi Squarotti
Luciano Nanni
Angela Giannelli
Alda Fortini
Raffaele Piazza
Mario Melis
Sebastian Grassi
Mariano Menna
Valerio Pedini.
Lo scaffale:
a firma di Roberto Maria Siena,Antonio Coppola ,Giuliana Lucchini ,Raffaele Piazza, Antonio Spagnuolo, Gianni Antonio Palumbo, Paolo Carlucci, Francesco Dell'Apa, Luisa Martiniello,Giuseppe Baldassarre , Fausta Genziana Le Piane, Marzia Spinelli,Ninnj di Stefano Busà, Daniela Quieti, Franco Campeggiani, Monica Martinelli,Robertomaria Siena.

giovedì 4 dicembre 2014

RIVISTE = NUOVO CONTRAPPUNTO

NUOVO CONTRAPPUNTO - anno XXIII - luglio - settembre 2014
Sommario:
La redazione :Ricordo di Maria Luisa Spaziani
Elio Andriuoli : Ride / Schegge di luce
Silvano Demarchi : Si gettavano alzando le braccia / Visione
Guido Zavanone : La barca e le acque / Vento d'aprile
Lucio Zinna : Manu e l'asilo / Uomo a due ruote
Silvano Fiorato : La voce del silenzio
Carmelo Pirrera : Azzurro
Viviane Ciampi : Teatro a San Miniato
Benito Poggio : Un'altra morte
Philippe Popiela : Questo giorno il più bello dell'anno
Recensioni : a firma di Elio Andriuoli
Riferimento : elioandriuoli@alice.it

RIVISTE = STEVE

STEVE - N° 45 -primavera 2014 -
Sommario:
Carlo Alberto Sitta : Prove d'ascolto
Elio Grasso : La poesia delle vittime
Mauro Ferrari : Percorsi di rientro
Daniela Bisagno : Pensare l'impensabile
Giovanni Piazza : Pensieri attorno all'invisibile
Mladen Machiedo : Sentirsi europeo ?
Marco Fregni : Due vite per immagini
Giulia Niccolai : Illimitato amore
Paul Vangelisti : La vita per immagini
Carlo Alberto Sitta :Le scienze dimenticate
Mario Moroni : Poliziesco metafisico
Laura Accerboni : Un insieme di animali
Fabio De Santis : Il valico tra i canneti
Sara Grosoli : Artefici e muse
Marco Fregni : Ancora Bruges
Miria Baccolini : L'innesto di una rosa
Giorgio Mobili : Bilderverbot
Giovanni Fontana : Finissage
Pablo Echaurren : Peaux-rouges
Mario Moroni : Il libro dei primati
Antonello Borra : Autoscatti
Fabio De Santis : Il banco delle riviste
Carlo Alberto Sitta : La carta dei libri
Colophon.
- Riferimento : labpoesiamo@libero.it

mercoledì 3 dicembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO

Antonio Spagnuolo: "Oltre lo smeriglio" - ed.Kairòs - 2014 -

Antonio Spagnuolo ci aveva da poco regalato un bouquet di versi elegiacamente intrisi di nostalgia e di sogno in "Il paradosso di Teseo", una essenziale e sobria antologia poetica a cura di Donato di Stasio (Fermenti Editrice, Milano 2014), ed ecco che dà alle stampe un nuovo quaderno tutto suo, tutto vibrazioni di situazioni in transito: "Oltre lo smeriglio", Kairòs Edizioni, Napoli settembre 2014, pp. 56. Dove, dal titolo in giù, il lavoro di smerigliatura e le sue consegne al prodotto finito assumono concretezza calandosi in sillabe e parole preziosamente traslucide, sfaccettate, aperte a suggerimenti ottici e mentali veloci, lampeggianti, franti, scheggiati, inclini a disperdersi. Questa preziosità è tutta costituita su cifre simboliche di oltrepassamenti dell’opaca realtà con inviti a viaggi mentali e spirituali. Forti sono le omologie con gli effetti dei manufatti di cristallo. E a tal proposito è significativo quanto osservano i mistici e i surrealisti riguardo agli incantamenti del cristallo, all’interno del quale la materialità esiste, certamente, ma è come in cammino verso altre dimensioni, impalpabili, di natura contemplativa, di consistenza immateriale, “altra”. Tutto qui, in questa raccolta, si pone in essere, per essere altrove, per sottrarsi alla prensilità e alla possessività del soggetto. Sia le sillabe e le parole, che ci sembrano note, sia le sillabe e le parole che si affacciano alla lettura nuove e misteriose, quasi sulla soglia dell’incomunicabilità, ma che, a osservare bene, si mostrano inseguite da calcoli astuti e audaci di scavalcamento del consolidato e del convenuto quotidianamente. Il tutto, intanto, ubbidisce a una strategia unitaria di addensamenti e intrecci che cercano il culmine, il disvelamento dei segreti in echeggiamenti della meravigliosa e straniante condizione dell’esistere. Come in Porpora:
“A chi leggerò i miei versi sdruciti,
pinzettati dal klemmer, arrugginiti
nella tua assenza?
Picchiettano ancora affanni stemperando
solitudine e angoscia
mentre una carezza scivola il tempo
tra le chiome del nulla
e ingabbia nel silenzio il mio labbro
per un ultimo giorno.
Porpora rarefatta la tua scheggia,
l’ora di vetro, la stagione cadente” (p. 54).

Ugo Piscopo

PREMIO = ASTROLABIO

PREMIO NAZIONALE DI POESIA
“ASTROLABIO 2014”
In memoria di Renata Giambene
6° edizione del Terzo Millennio
Presieduto e diretto da Valeria Serofilli
***
Verbale di Giuria
PRIMA SEZIONE: VOLUME EDITO DI POESIA (34 partecipanti)
In Giuria, presieduta da Valeria Serofilli, Presidente del premio,
Ivano Mugnaini, Andrea Salvini, Antonio Spagnuolo
1° Classificato
Dieter Schlesak e Vivetta Valacca, La luce dell’anima, Edizioni ETS, Pisa 2011
2° Classificato
Grazia Di Lisio, Un asciugar di tempo, Edizioni Noubs, Chieti 2014
3° Classificato
Paolo Pistoletti, Legni, Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero (No) 2014
Sezione specifica a tema

Omaggio a Mario Luzi
Cristiana Vettori, Agenda 2014 – Arte e Pensiero, Edizioni Helicon, Fano (PU) 2013

Premio Speciale per l’originalità del testo
Evaristo Seghetta Andreoli, I semi del poeta, Edizioni Polistampa, Firenze 2013
Premio Speciale
Per la forza espressiva del volume
Brina Maurer (pseudonimo di Claudia Manuela Turco), Architectures (three-dimensional poems), Gradiva Publications, Stony Brook, New York 2013
Premio Speciale del Presidente della Giuria
Lella De Marchi, Stati d’amnesia, LietoColle Edizioni, Faloppio (Co), 2013

Premio della Giuria
Luana Fabiano, Respiri violati, puntoacapo Editrice, Pasturana (AL) 2014
Finalisti in ordine di graduatoria

1° Evaristo Seghetta Andreoli, I semi del poeta, Edizioni Polistampa, Firenze 2013
2° Luigi Cannillo, Galleria del vento (poesie), La Vita Felice Editrice, Milano 2014
3° Sandro Pecchiari, Le svelte radici, Samuele Editore, Fanna (PN), 2013
4° Carla Spinella, Il canto dell’assenza, Leonida Edizioni, Rende (CS), 2013
5° Anna Magnavacca, Oltre la siepe di sambuco e altre poesie, Guerra Edizioni, 2012
Menzione Speciale in ordine di graduatoria
1° Giancarlo Remorini, Il canto dei cigni, Editorial Nazari, 2014
2° Matteo Casale, Studi Op. 3, Campanotto Editore, Pasian di Prato (Udine) 2014
3° Giuliana Piroso, Trasparenze, Libroitaliano, Ragusa 2007
4° Emidio Montini, Non un grido fra le palme, L’Arcolaio Editore, Segrate (Mi) 2013
5° Veronica Manghesi, Il mio mare all’improvviso, MdS Editore, Gorgonzola (MI) 2014
SECONDA SEZIONE: SILLOGE INEDITA
In Giuria, presieduta da Valeria Serofilli, Mauro Ferrari, Ivano Mugnaini, Andrea Salvini
1° Paolo Sangiovanni, Una voce ci chiama
2° Dante Goffetti, Unghie e altre storie di donne
3° Lorenzo Piccirillo, (Niente) Da ridere
Sezione specifica a tema
Maria Adelaide Petrillo, Sotto l’ombrello di foglie intrecciate
Premio Speciale del Presidente della Giuria
Franco Casadei, I luoghi dell’anima
Premio Speciale per l’originalità del tema
Giulio Maffii, Pater Fanghiglia
Premio Speciale della Giuria
Lella De Marchi, Bambina che conta
Finalisti in ordine di graduatoria
1° Donato Loscalzo, In ogni caso
2° Nicola Curzi, Scale anti-incendio
3° Maristella Bonomo, Senso di blu
4° Fabia Ghenzovich, Totem
5° Serenella Menichetti, La geometria dei frattali
6° Michele Paoletti, Come se fosse giovedì
TERZA SEZIONE: POESIA SINGOLA
In Giuria, presieduta da Valeria Serofilli, Giulio Panzani
1° Michele Paoletti, Accidentale lo sparo nella nebbia
2° Stefano Zangheri, Fuori contesto
3° Valentina Sanmartino, Sussurri
3° ex aequo Isabella Horn, Raggi e gironi
Premio Speciale per la forza espressiva
Maria Cristina Coppini, Varco
Premio Speciale per l’originalità del tema
Luciana Vasile, Non penso mai all’aldilà
Premio Speciale alla Memoria
Rosario Battaglia, Gela che ridi
Sezione Specifica a tema
Omaggio a Mario Luzi
Egizia Venturi, Torna, se puoi
Omaggio a Pisa e alla posa della prima pietra della Cattedrale
1° Afra Marangoni, Omaggio alla Cattedrale
2 Sara Costanzo, L’attesa
3° Maria D’Ippolito, Primavera a Pisa
Premio Speciale per la Sezione specifica a tema Lorenza Corsini Cattedrale
QUARTA SEZIONE: FIABA INEDITA E STORIE PER RAGAZZI INEDITE
1° Achille Concerto, Sogno nel regno di Oz
2° Paolo Stefanini, Nerino e le cose vere
3° Giorgia Spurio, C’era una volta Sami
Sezione Specifica: Omaggio Galileiano
Pietro Rainero, La caduta dell’orso, del gatto e del topo
Premio Speciale per l’originalità del tema
Giampietro Filippi, La lunga, lunga storia di Carbo, Ossi e Geno
Premio Speciale per la forza espressiva
Maria Adelaide Petrillo, Sono nata in un castello
La Cerimonia di Premiazione si svolgerà il 17 gennaio 2015 presso la Sala del Palazzo del Consiglio dei Dodici in Piazza dei Cavalieri a Pisa.