lunedì 30 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

Raffaele Piazza – "Alessia" - eD.Ilmiolibro.it – Roma – 2014 – pagg. 119 - € 12,00

“Alessia illuminata, plenilunio/ mistico e sensuale sulle cose di sempre, / la casa, la stanza, la città/ il rosso del telefono. Tutto si ferma./ Tutto accade. Alessia rosa vestita/ per la vita nell’attesa dell’incontro …” La poesia di Raffaele Piazza è attraversata da una tensione erotica inesauribile, che assume le forme di un verso lirico, liquido e sensuale, ma di una sensualità controllata nel dettato e che si trasfigura in immagini d’amore e stupore, precise e, al tempo stesso, delicate come un fiore appena sbocciato o come le altre vite vegetali presenti in molti dei versi del poeta, emblemi di quella meraviglia che da sempre accompagna lo stare al mondo dell’uomo e che il poeta si assume l’onere e il piacere di mostrare. Il poemetto Alessia, Edizioni Rosso Venexiano, prefazione di Antonio Spagnuolo – 2014, come già il precedente Del sognato (2009), porta al suo nucleo originario la fonte d’ispirazione che da anni contraddistingue i testi dell’autore e, questo nucleo, è rappresentato dal desiderio, che è la sorgente e la materia dei sogni, il sognato per l’appunto, di cui Alessia è una nitida manifestazione onirica. La poesia dà parola a quanto di più profondo e inconscio c’è nel cuore di ogni uomo e sotto questo aspetto la poesia di Piazza appare nella sua unicità e bellezza perché attinge al sacro, presente come apertura originaria in ognuno di noi, basandosi su una vocazione squisitamente lirica, nella sua accezione più pura.
In questo libro, la forma del poema in frammenti aggiunge alla verticalità lirica, tipica del dettato di Piazza, un’orizzontalità data dal dipanarsi delle situazioni, degli amori, attraverso vari luoghi e vari tempi, e delle immagini legate alla protagonista, soggetto lirico del testo, ma anche oggetto di attrazione e di vagheggiamenti da parte dell’io lirico, che, come un cavalier servente, accompagna Alessia in tutte le situazioni e, nutrendosi della sua bellezza, cerca di cogliere il segreto della vita, la sua nascosta armonia.
Il libro, nella sua unitarietà strutturale e tematica, quasi un diario di una visione interiore, fa emergere lampi e situazioni che si rincorrono lungo i versi in forme ossessive e in impercettibili variazioni, che sono date da sfumature rese dall’aggettivazione di impianto petrarchesco, da versi liquidi che nella loro fluidità avvolgono il lettore e lo trasportano in una dimensione sempre al confine tra luce e ombra, tra sogno e realtà, uno sfumare continuo tra una dimensione solare e aperta e una malinconia lunare, crepuscolare, che risulta essere la cifra vera della poesia di Piazza.
Sembra quasi che il lettore, seguendo la parola del poeta, si possa abbandonare definitivamente al naufragio delle sensazioni, in un eterno presente di luoghi in cui perdersi, attraversati o fantasticati, sempre in bilico tra un’interiorità custodita e detta per accenni e un esterno fascinoso e irraggiungibile, ma anche la possibilità di perdersi nell’oceano dell’inconscio che ci parla per apparizioni, miraggi, enigmi, ninfe e fate. Alessia sembra essere tutto questo («Ora dietro al nido delle/ ore dorme/ nell’esattezza di una meraviglia/ Alessia…»), quasi una novella Calipso o sirena che avvince a sé l’io lirico del poeta e, con la malia di parole sussurrate e di gesti accennati, appare e scompare dal mare immateriale dei versi. In altri testi, come nella bellissima Alessia e la tela, la protagonista assume forme più rassicuranti, come una Penelope che attende il suo Ulisse da un ritorno sperato e ancora per poco differito. Il viaggio che propone e in cui si inoltra Piazza è un viaggio alla fonte dei fantasmi che abitano e animano i nostri desideri, simboleggiati, appunto, da Alessia che assurge a metafora dell’irraggiungibilità della bellezza e del suo sottrarsi come dimensione appagante del desiderio, che invece rimanda ad un oltre, che al tempo steso ci attende e ci sfugge.
Fino alle fibre dell’anima che sono rosa e azzurre
tende Alessia il cammino nel farsi fiorito di
una stella cometa esplosione di luce nella coda
a portare fortuna per il 2012 da toccare con mano
affilata di ragazza fino al tempo nel passare,
fino all’ora della bellezza oltre la chiave della
nebbia, a trarne segreti nel suo lieve diradarsi,
come quando Alessia ha camminato sulla spiaggia
e i pini dell’albereto accanto hanno parlato lingue nuove.
© Francesco Filia

domenica 29 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIA RITA BOZZETTI

MARIA RITA BOZZETTI : “L’altro regno” – ed. Polistampa -2015 – pagg. 80- € 7,00 –
“Il dubbio di sapere verità nascoste mi ha incuriosita e mi ha posto un desiderio di esplorare lo sconosciuto mondo (animale), come un voler sentire il cuore della terra battere e cercarlo nell’iride fisso e in una pupilla pulsante di vita come la mia” , scrive Maria Rita Bozzetti , dedita , per passione , alla ricerca delle peculiarità e vicissitudini della vita animale. Il rapporto che ella instaura con assioli , gatti , cani , buoi , passeri , pettirossi, allodole , cuculi , galletti, rondini ,cavalli , è una continua carezza silenziosa, che si accosta alla proiezione di un disegno creativo, tra l’infinito e l’incessante debordare della parola. “Eri randagia in nome della legge/ di strada, eri di nessuno, inesistente./ Sapevi aspettare, incastrata in regole/ di mendicante …” La vanità della protezione fa eco alla coscienza policromatica, che avvolge con lungo sguardo tutto il mondo che si affanna nella strana sofferenza degli abbandoni. Le attese , le gioie inaspettate , il musetto graffiato, le carezze di un amore svanito, la fragilità dei rifugi, gli appuntamenti con il timore, tentano di riempire gli spazi del tempo in un equilibrio a volte fittizio , a volte miracolosamente definito. La poesia riprende così il filo del racconto , per immagini e figurazioni, e si dipana nell’esercizio del ritmo serrato dei versi.
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 26 marzo 2015

POESIE = ADRIANA GLORIA MARIGO

AMOR COELI


Sovrastati dal suono della luce
non ci trattengono basse correnti
dove motteggia sempre vero

il tonfo della specie

bassura transitiva di minimo
non accettabile all’inquieto
malleolo in danza

*

Fu per l’esiguità di sostanza
la ridondanza di forma
che la parola s’appassionò
nel fascio di luce
alla beltà scandalosa
di un emistichio

dispiegate le ali come
a Samotracia la Niché.


*



Che qui non si sappia che la notte
genera il tormento dei mostri
è fatto grave e insano

che non si ascolti lo sfrigolio
sabbiale della clessidra
non preserva dalla pugna di Saturno

chi da Delfi - quando arsero l’alloro
tornò folle di sacre sibille
*

VERSO CAORLE



Su questa sponda che rimira
celeste e verde in trasparenza d’aria
ogni cosa è in luce congiunta
in nome di grazia.

Stretta all’angolo l’ombra
lenta una caorlina accosta
la terra lustra.
*

BASTASSE VENTO BUONO


Bastasse vento buono
Luce non ogivale
Saremmo presto all'armo

Affinati d'altre traversate

A voce di mare eguali
Vigili nell'occhio alle stelle
A prodigio di polena somiglianti.
*


Il GRIDO DELLA LUCE STAMANI



Il grido della luce stamani
folgora la distanza
il gioco costellato dell'ombra
nell'inciso spazio degli sterpi.

Più in alto il respiro di neve
e luce inarca il giorno
agl'innumeri enti all'attesa.
*

*

E avviene che ci salutiamo
per un tempo a noi non più
misurabile, la luce grava
dalle tue spalle alla pietraia
dell'iride nella fissità dell'aria
ritornata esatta a Febo
a nessuna trinità a sottrarci
la costanza delle spoglie.
*
ADRIANA GLORIA MARIGO





lunedì 23 marzo 2015

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"MISTERO"
Mi hai abbandonato!
Nel letto che la morte ti ha concesso
il tuo nudo è di marmo rosato,
ed il tempo sembra interrompere
vibrazioni di luce già tradita.
Immagine inverosimile rimani
stampigliata nel risveglio,
quando la lingua si fa essenza dei pensieri
e il mistero incalza nelle informi esplosioni.
Dilegua ogni angolo: una musica inquieta
muta il mio dubbio nell’ultimo segreto
del tuo corallo.
*
ANTONIO SPAGNUOLO
*

mercoledì 18 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIO FRESA

Mario Fresa : “Catullo vestito di nuovo” – Ed. Galleria d’arte Lucis – Quadrelle -2014 – pagg. 24 – s.i.p.
Centoventi copie numerate a mano , disegni di Prisco De Vivo, delicatissima edizione dedicata alla poesia di Catullo , rielaborato e ricreato per un cromatico assaggio di ottima dottrina. Chi non ha tentato di leggere a suo modo , durante i tempi del liceo , o nel silenzio della pagina incisa , o nella illusione di un fantasmagorico volo , chi non ha tentato di tradurre Catullo nelle frasi pregnanti della contemporaneità? Ebbene Mario Fresa , con queste sue “quattordici imitazioni” ci conduce per mano , con un tessuto di seta profumato , tra i versi di un Catullo reinventato, per il quale il testo originario si modifica e si arricchisce di interpretazioni personali , tutte ricche di un fondo culturale di notevole spessore. La presente raccolta non vuole essere una pura e semplice versione dal latino, ma una varietà musicale che si adegua alla versificazione di Catullo e per Catullo persegue ritmi equivalenti , tra modi e toni che riescono a registrare i sentimenti , stupefacenti e limpidi , di quegli umori catulliani , controversi e focosi. “Pedicabo ego vos et irrumabo,/ Aureli pathice et cinaede Furi,/ qui me ex versiculis meis putastis/ quod sunt molliculi, parum pudicum.” “Ve lo imbecco nella bocca , e nel culo ve lo imbocco:/ dico a voi due : a te Aurelino bucaiolo, e a te Furietto buco:/ che per alcuni miei versi un poco spinti, mi avete giudicato / un perverso e un immorale….”- La metafora corre veloce e si rivolge al lettore con una ipotesi di riscatto ed una referenza ideologica che tratteggia sempre il fine dell’arte, senza contorsioni di termini o false rievocazioni.
ANTONIO SPAGNUOLO

RIVISTA = I FIORI DEL MALE

"I FIORI DEL MALE" (Poesia) anno X - N° 60 -- gennaio / aprile 2015.
Sommario:
- LETTERATURE -
Robertomaria Siena : Intervista impossibile a Michelangelo Buonarroti
Paolo Carlucci: Collera e poesia nei Poemes Satuniens di Paul Verlaine
Merys Ruzzi : "Rubrica Appunti"
Fausta Genziana le Piane : A Patrick Modiano
Francesco De Napoli : Finn's Hotel- Racconti di James Joyce
Daniela Quieti: Proba Petronia esplora il Divino
Amedeo La Mattina : Revolution
Gianni Antonio Palumbo : Generazioni alla deriva nel "Padre infedele""di Antonio Scurati
Andrea Mariotti: Il giovane favoloso di Martone : come la luna nel cielo.
Francesco dell'Apa : Le Baccanti di Euripide
Sabino Caronia :Un meteorite nell'ottocento - Leopardi, Cardarelli e l'inattualità della poesia
Antonio Coppola : Donne a Messina, Donne allo specchio
Giuliana Lucchini : Fiore del male (Centenario 2015) di Ungaretti
Roberto Pagan : Rubrica : Cronache dal Nord-Est , Claudio Fait : una pensosa ironia
Pasquale Balestriere : Nel centenario della stampa dei "Canti Orfici"
Maria Armellino : Un comune dolore espresso nei versi di Elio Filippo Accrocca ed Enzo Mazza
Monica Martinelli : Tra cuore e indignazione
Plinio Perilli : L'affollata solitudine per Rosa Riggio
Antonio Coppola : Il pubblico della poesia e quello che rimane dei poeti
Andrea Bucci : Racconto : Il cacciatore folle.
- POESIA -
Giorgio Bàrberi Squarotti , Paolo Carlucci,Italo Benedetti, Enrico Bagnato, Tina Emiliani , Rossella Seller.
- LO SCAFFALE -
Tavole fuori testo : Marco Eusepi , Paolo Carlucci.
Riferimento : antoniocoppola_047@fastwebnet.it

domenica 15 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = BENOIT CONORT / VIOLANTE

Benoit Conort : “Per un’isola futura” – Ed. CFR 2015 – pagg. 104 - € 10,00 –
Testo francese a fronte , traduzione del poeta Salvatore Violante , questo poema è un policromatico canto che si scioglie attraverso le visioni che si frantumano tra abbagli di luci e inganni di ombre. “Ho cercato di rispettare il più possibile la struttura del verso – scrive Violante nella sua nota – il ritmo e persino l’impasto sonoro delle parole. Benoit Conort è poeta che spesso elimina completamente la punteggiatura, e l’inizio dei versi con la lettera maiuscola aiuta ancor meno il lettore disarmato…”- C’è nei versi un “grido che riempie la gola , strozza chi vuole proferirlo..”quasi a sorreggere illusioni impalpabili , e pur consistenti in ritorni della memoria e delle visioni. La parola spesso è musica a bocca chiusa , coro che offre abbagli , ricordi , speranze. I paesaggi si immergono nelle solitudini fantastiche , quasi impenetrabili , ed esplodono improvvisamente in sospensioni fissate nel tempo. Lo scavo continuo e costante nell’inconscio si abbandona in approdi incisivi e complessi.
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 14 marzo 2015

PREMIO DI POESIA = ARPEA ROCCA DI MEZZO

PREMIO DI POESIA ARPEA ROCCA DI MEZZO (promosso dal Comune)
per : a) poesia in lingua italiana a tema libero - b) poesia in lingua italiana per il paesaggio Italia -
c) volume di poesie - d)volume romanzo o saggio.- Premi per un ammontare di duemila euro.
Scadenza 30 aprile 2015 - Premiazione prima decade di Agosto 2015. Richiedere Bando completo alla segreteria : Pro Loco Rocca di Mezzo - Piazzetta dell'oratorio - 67048 Rocca di Mezzo (L'Aquila) - telefono 0862-916125--

mercoledì 11 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

Raffaele Piazza : – "Alessia" --ed.Ilmiolibro.it – Roma – 2014 – pagg. 119 - € 12,00

E Alessia di Raffaele Piazza si fa giovinezza. Con lei rivivi memoria fervida di tempi passati e lo fai con il tepore del ricordo perché Alessia vive attraverso stati quasi bucolici la pienezza della vita e in modo totalmente sereno.
Anche quando entra “nella camera delle mente /un libro squadernato sul letto / una fotografia squalcita” di adolescente in confusione, a girare e trovare è “ il senso di pace/ attraverso la pelle di ragazza”e la poesia nella medesima pace prende corpo, vigore e vitalità.
La sua anima spensierata nulla ha “di vetro” solo “l’ovale del volto” cerca “la sua dimensione di donna”.
Il suo percorso di vita, coperta da gioviale e indisturbata serenità, attraversa percorsi esistenziali, punti di riferimento di una quotidianità che determinano il cammino e la crescita dei valori umani . “ All’Università il Petrarca tra le mani/ il primo viaggio all’estero / la prima sigaretta”. E il dubbio “nel chiedersi il seguito se sia uguale a Giovanni” è superato da una volontà, del e per il vivere la vita, priva di complicanze, in quanto la stessa è consegnata “in dono” come “rosa di conchiglia”.
Anche Giovanni, presente, ricorrente e parte del suo viaggio, dei suoi percorsi bucolici vissuti da Capri a Salisburgo, tra un esame di latino e l’itinerario proposto da un’amica, è corpo integrante e substrato della sua serenità di donna.
L’amore, poi, “non guarda l’orologio al polso di ragazza” neanche quando “ gli angeli / nell’invisibile pomeriggio” gridano “Attenta”.
Alessia diventa, così, tempo, alternarsi delle stagioni, natura di colori “ bruni o freddi” e ancora frutto di stagione “nella mente di fragola/ dove tutto accade e tutto è bello e buono”.
Raffaele Piazza, in tono moderno e contemporaneo, ci propone un personaggio femminile naturale, spirituale e in continuo movimento, semplice, spontaneo e in netta contrapposizione con il sistema sociale odierno difficile e in crisi.
Piazza con i suoi versi profondi, intensi e vitali, con Alessia fa vivere al lettore momenti particolari e originali di una introspezione interiore vissuta mai in modo scavato e turbolento, ma sempre sereno, gioioso e spontaneo. Questa spontaneità libera e naturale diventa misura catartica per il lettore che con Alessia ha la possibilità di venir fuori dai preamboli angusti della quotidianità ed elevarsi, così, a substrati di purezza più alti e universali.
*
Rossana Bucci
***
Raffaele Piazza – "Alessia" E. Ilmiolibro.it – Roma – 2014 – pagg.119 - € 12,00

Un impatto con gli Angeli nelle liriche Alessia di Raffaele Piazza
Un libro per la vita, non un segnale logoro e manuale, ma l’anima tracciata e setacciata dalla visione mitica di un giardino dell’amore, di una vita costruita come un puzzle e poi divelta dallo scoppio di una granata che decima gli uomini in trincea. Questo lavoro di Piazza, nella sola nominazione di “Alessia” è limpido non perturbato da nessun segnale, né regole o finzioni; un lampo nel cielo squarciato dentro la galassia e dentro l’amore. Ecco la fondatezza di queste liriche che hanno un respiro centripeto, ascensionale. Piazza incentra queste poesie nel tempo e nello spazio con date antiche e ora moderne da creare una cronistoria uscita dalla voce di una radio, da una canzone, ma niente è separato ad unico principio, anzi il tutto è legato a un principio di un uomo, chi esso sia non interessa. E’ la vibrazione reciproca a non far mai scadere il canto, è l’impatto frontale con gli Angeli, la mimesi che si accende nel mare, negli oceani, nel bosco, nelle Università, ovunque c’è spazio di cielo, vita, amore.
*
Antonio Coppola








martedì 10 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIACOMO LERONNI

Giacomo Leronni : “L’ufficio del vuoto” – Ed. puntoacapo 2015 - pagg. 30 - € 6,00 –
Tredici poesie e tredici foto nella elegante edizione di un volumetto che vuole distinguersi per l’ottima fattura e per la suggestiva realizzazione dei contenuti.
Giacomo Leronni continua con cromatica lucidità un suo discorso poetico che prende voce da un bagaglio culturale di notevole spessore e si fa “parola” per un nutrito ritmo musicale. Il verso, serrato nello scorrere, ha un suo crescendo , sia per il vissuto quotidiano che traspare in ogni pagina , sia per l’ascolto vorticoso del pensiero filosofico che lo attanaglia . Anche la “misura della sorpresa” riesce a rivelare quello che il sub conscio macera , in attesa di divenire timido bersaglio degli sguardi e delle illusioni. Il poeta si fa saltimbanco , si fa meraviglia , si fa puntiglio per raggiungere il profondo che nasconde. Severe icone le foto che accompagnano i testi , scattate con abilità e sagacia da Ilenio Celoria (del 1971), per un panorama sempre luminoso ed avvincente.
ANTONIO SPAGNUOLO

PREMIO DI POESIA = POSEIDONIA-PAESTUM

PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA POSEIDONIA-PAESTUM - XXI edizione -
A) Poesia inedita
B) Poesia edita
C) Poesia in vernacolo
D) Sezione giovani
E) Poeti stranieri
Scadenza presentazione delle opere 10 maggio 2015.
Premiazione 11 luglio 2015 , ore 20,30, presso i Templi di Paestum-
Segreteria : dottoressa Rita Bellelli( ritabellelli@libero.it )
recapito : Meridiana Hotel- via Laura di Paestum - 13 - 84047 Paestum (Salerno)
Il bando completo è scaricabile dal sito : www.poseidoniapaestum.com

lunedì 9 marzo 2015

PREMIO DI POESIA = MIMESIS 2015 -

L’Associazione Culturale Teatrale Mimesis
è lieta di invitarvi a partecipare alla XVIII
edizione del Premio che si svolge con la
direzione artistica di Patrizia Stefanelli.
Il concorso si articola in due sezioni:
A) Poesia singola inedita ( che non abbia
mai avuto pubblicazione editoriale con
codice ISBN )
B) Poesia singola edita
Si può partecipare con un massimo di tre
poesie per ciascuna sezione, a tema libero.
La giuria composta da:
Nazario Pardini (Presidente)
Nicola Maggiarra (Vice Presidente)
Ninnj Di Stefano Busà
Claudio Damiani
Hafez Haidar
Giovanna Mulas
Abner Rossi
Antonio Spagnuolo
Giovanni Martone (Segretario)
selezionerà:
Per la sezione A : I primi tre classificati
e nove finalisti con Menzione di Merito
Per la sezione B : I primi tre classificati
e cinque finalisti con Menzione di Merito
Eventuali Segnalazioni di merito sono a
discrezione della giuria il cui giudizio è
insindacabile. Sarà cura della segreteria
avvisare tempestivamente soltanto i poeti
finalisti e vincitori tramite e-mail e
telefono.
Nella serata di premiazione, in
estemporanea, una specifica giuria di
giornalisti ed editori , presieduta dal
Dott. Orazio La Rocca, vaticanista del
gruppo L’Espresso, assegnerà, tra tutte
le poesie premiate, un ulteriore
riconoscimento: Il “Premio Speciale
Stampa” alla poesia di maggiore impatto
comunicativo. Al vincitore saranno
consegnati: una targa artistica, una
confezione di vini pregiati dell’Azienda
Agricola Monti Cecubi e pergamena con
motivazione del Presidente di Giuria.
Un volume con codice ISBN, edito da
Mimesis per i tipi della casa editrice
“Rupe Mutevole”, senza oneri per i poeti,
raccoglierà le liriche premiate. Per ogni
poeta presente in antologia saranno
pubblicate tutte le liriche inviate al
concorso.RICHIEDERE IL BANDO COMPLETO a
Riferimento : mimesis60@gmail.com

domenica 8 marzo 2015

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"SCAGLIE"
Non posseggo alchimie per risvegliarti,
non ho lingua nel mondo per sussurri,
mentre vorrei vedere dio che mi allontana
dai tuoi piedi nudi,
quei piedi che nel bianco hanno il candore
al di là degli istanti.
Sempre più scuro il tramonto,
sempre nette le ombre che a spirali leggono i segreti.
Quante stille nei libri incolonnati
nel riflesso del lume,
uno nell’altro quasi volessi avvolgere
le dimensioni del passato
per parlare con te un’altra volta.
Ritorna la memoria per rapire
quelle scaglie d’amore
che mi hai donato ridendo nei brividi
del furore.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 7 marzo 2015

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"LA TUA FORMA" -
Ogni giorno il tuo profilo sparisce,
anzi dissolve:
non posso credere che il nulla
sia la tua forma.
Ho parlato alle stanze mentre il vuoto
corrode la mia rassegnazione,
declinando preghiere inaspettate,
rincorrendo tratteggi colorati,
ma non ritrovo.
Il mio respiro ha gli angoli del muro,
ha il taglio lontano di memoria,
nel freddo che discioglie le dita.
Il ritorno non è più promessa
inchiodata alle macchie di una inutile speranza.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 6 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = FELICE SERINO

Felice Serino – Trasfigurati aneliti--Edizioni virtuali il basilisco - Poesiainversi.it - 2015 – pagg. 49


La nuova raccolta di poesie di Felice Serino, nato a Pozzuoli e residente a Torino, poeta pluripremiato, tradotto in sette lingue e che su internet dirige diversi blog e siti, si colloca sicuramente come il momento più alto della sua fertile e copiosa produzione.
Cifra essenziale, che connota la poetica del Nostro, di raccolta in raccolta, è una vena originalissima che parte da una visione del sacro, visto sia in maniera trascendente che immanente.
Serino si pone nei confronti della realtà, del mondo, del cosmo, che nella nostra contemporaneità spesso diviene caos, inizialmente come creatura che anela ad un essere superiore tramite una religiosità che supera e va oltre le forme confessionali e ritualistiche della Chiesa.
Sono spesso nominati da Felice Dio, Gesù, la Madonna e soprattutto gli angeli, ma il poeta non cade nel dogmatismo, credendo in un amore interessato per Dio, in un rapporto con Lui non mediato, tipico dei mistici, e che trova la sua realizzazione, il suo inveramento proprio attraverso, le sue poesie, che presentano unitarietà del discorso e coerenza.
Proprio in questo modo e in tal senso egli da creatura si eleva a persona, che vive criticamente in una società, relazionandosi con essa secondo una sua personalissima visione del mondo.
Tema essenziale del suo riflettere in versi è quello dell’amore per la vita, che lo porta ad una certa forma di ottimismo.
Per Serino l’esistenza umana è degna di essere vissuta e anche la morte non è considerata come la fine di tutto, ma come il passaggio dalla transitorietà all’eternità.
Non solo i contenuti sono originali nel poiein dell’autore, ma anche la forma dei suoi testi in massima parte brevi.
Il poeta attraverso gli occhi si rivolge alle cose che lo circondano, che vengono trasfigurate in versi, divenendo cariche di senso e di pathos.
Ecco dunque il sentire di Serino in "Trasfigurati aneliti", che esprime la stabile tensione del poeta verso l’universo e anche verso il microcosmo.
Il libro è costituito da 45 componimenti tutti forniti di titolo e non è scandito in sezioni,
"Trasfigurati aneliti" potrebbe essere letto come un poemetto vista la sua unitarietà e tutte le poesie che lo compongono fluiscono in lunga ed ininterrotta sequenza e sono risolte in un unico respiro.
S’incontrano diversi interlocutori in questa raccolta, ai quali l’io-poetante si rivolge, figure che sono Dio, Gesù, gli angeli e anche esseri terreni dei quali ogni riferimento resta taciuto.
Una vena epigrammatica connota il dettato del poeta che pratica una poesia neolirica.
Si notano precisione, velocità, leggerezza, icasticità, grazia e armonia nel versificare di questo autore.
A volte il tema del sacro si coniuga con quello della classicità, in versi sempre luminosi e controllatissimi.


Raffaele Piazza



POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e la luna d’argento"

Sera, per Alessia in forma
di donna, raggiungere Giovanni
in dell’amore la camera nella
magia nella vita
se non è più nuotando esistere..
Sul del cavallo il bianco
in limine del tempo procede
ragazza Alessia e sta
infinitamente nell’azzurro
del cielo il pensiero
pari ad arcobaleno. Scende
dal cavallo e con d’argento
la luna a dare scaramanzia
giunge in di Giovanni
la camera al terzo piano.
Si spoglia Alessia…
*

"Alessia e il cielo infinito"

E ragazza Alessia nel contemplarlo
il cielo infinito dall’Osservatorio,
toccarlo con degli occhi l’azzurro
a poco a poco dissolversi un pensiero
nell’emergerne un altro di Alessia
(non sarò lasciata come Veronica).
Nuota Alessia nel fiore della luce,
cammina per Napoli di martedì,
ride come una donna in limine
della portineria – acquario,
la lettera apre, esulta, gioisce
(Giovanni le scrive che è stasera).
*

"Alessia e la serra dell’anima"

Sera nella serra dell’anima
di ragazza Alessia, verdi
pensieri da coltivare con pazienza:
(Giovanni non mi lascia,
sono brava a fare l’amore,
sarò promossa in Italiano 2,
la vacanza a Capri ci aspetta).
Docile fibra del cosmo
Alessia nell’intravedere il greto,
gettare l’amo e prendere
il pesce della rinascita.
Veronica mi è amica,
riflette Alessia che può essere
felice.
Stringe nella mano affilata
la pietra bianca
e così esiste.
*

"Alessia e la resistenza dell’aria"

Fresco di marzo ad inverarsi
nelle cellule dell’anima di Alessia,
resistenza dell’aria nel camminare
ragazza Alessia nel Parco Virgiliano
a trarre gioia dal movimento,
attimi rosapesca, nella linea
del viso a modellare il vento
ad ogni passo e vincere la vita
tanto non mi lascia.
*

Raffaele Piazza

lunedì 2 marzo 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = NAZARIO PARDINI

NAZARIO PARDINI : " I CANTI DELL'ASSENZA" - Ed.The writer -2015 - pagg.240 - € 14,00 -
Immergersi quotidianamente nelle onde magnetiche della poesia , quella che rimane indelebile e profondamente incisa nella nostra memoria , per un non so che di misterioso e di affascinante , di melodico e di ancestrale , appare quasi sempre come una illusione che il nostro sub conscio incamera per elaborare e riguadagnare particolarmente ad occhi chiusi lo spazio tempo protagonista della scena esistenziale. Il poeta cerca di allontanare la discontinuità che nasce involontariamente dalle immagini , come colore e suono , per rimodellare il simbolo tra la realtà e le singole stravaganze del quotidiano. In presa diretta , senza troppi tentennamenti , il racconto che Nazario Pardini ricama reca un marco di fabbrica inconfondibile, e gli scatti in avanti stimolano un inanellato imprimere delle intensificazioni , un tentativo per allontanare da se ogni falsificazione del rito , scandagliando nei ritagli della speculazione ritmica. – Il canto nasce già variopinto , con una elegia che apre alla visibilità dei sentimenti, mediante incipit ed incisi di una esperienza che attinge ai ricordi e continua nelle immagini. “..Quante sono le sagome sperse/ per strade, per monti,/ sobborghi, marine, /quante ombre su terre diverse/a me sconosciute./Quasi tutto nel nulla s’adagia/ e in me che un notturno/ scolora/perfino il ricordo vacilla.” - Le memorie si perdono purtroppo nello scorrere inesorabile del tempo , di quel tempo che ci rende sempre più vulnerabili ed irriconoscibili a noi stessi , sperduti nello sguardo di chi vorrebbe comprendere e descrivere con più profonda cognizione il susseguirsi dei frantumi, un privilegio che integra le relative apparenze e provoca il privilegio della espressione, sotto una normalità più o meno apparente che si avviluppa a scansioni alternando interruzioni , sconnessioni, disinganni –
“Non sarà più la sera che calante/ annuncia solo un giorno che va via/ coi suoi colori vecchi. Declinante/ il segno non sarà della mia vita/ volta a rammemorare. Alla natura/ riaprire le finestre di un ostello/non varrà che annunciare alle mie mura /colori di serate ritrovate.” Il poeta sa che è arduo essere classicamente contemporanei, ma sa anche che al giorno d’oggi non può fare a meno di esserlo. Di qui la sua ricerca lucida e appassionata che attinge nello straripare dell’assoluto, con richiami al quotidiano , con richiami a ricordi, con richiami a fantasie trascorse. - Leggendo queste poesie si ha come la sensazione che non sia più possibile fare poesia oggi se non aderendo a quel programma espresso così bene agli inizi del Novecento per una «poesia da camera», dove l’occhio avesse anche una sua parte rispetto a quella svolta dalla funzione acustica, ancora inebriata da quella energia mitica, che dava, un tempo lontano, senso alle grandi narrazioni. Nel nostro tempo ci sforziamo di rinvenire il pulviscolo dell’io, mescolato a tanti oggetti tecnologici, virtuali e non. Le riflessioni, le visioni, i segni colorati: realizzano un album di ritratti-digressioni che s’inseguono, una capsula di polveri variegate, dove ciò che si vuole comunicare al lettore è il continuo rimescolarsi degli atomi del vissuto, del pensato e delle associazioni mentali, ossia molto spesso felice aspirazione all’empireo. - La sottigliezza del segno verbale, una sottigliezza che corrisponde ad una acutezza dell’ impegno del cuore e alla capacità di cogliere il senso nascosto delle opere giornaliere e dei loro enigmi, svela gli intenti creativi di Nazario. Una poesia dagli scarti umorali, soprassalti, tensioni, discordanze, che cercano intrecci sorvegliati , impennate dell’io, registri multiformi e cangianti.
Ancora la memoria lavora di cesello, realizza riprese scandite attraverso un ritmo semplice , un ludico corrodersi del pensiero, un contatto continuo con le emozioni, una sintassi delle osservazioni, il comprimere nel ritmo un diaframma che possa svelare ogni sussulto del sub conscio. “Begli occhi che incantate,/ voi splendete del mistico lucore/dei ceri accesi meridiani; il sole/ affoca, ma non lede quella fiamma/fantastica; essi celebran la morte,/ voi cantate il Risveglio; ed incedete,/cantando il risveglio dell’anima mia,/ astri che alcun sole può offuscare!” – Il canzoniere si arricchisce risalendo sino alla delicatezza fulminea delle apparizioni, nella scelta di un prestito dalla vita per verificare ciò che viene messo in scena dalla vita stessa, virare entro uno spazio di finzione per consentire ai suoni di superare la rete dell’abbandono. Così i mistici rintocchi dell’occaso esplodono nella teatralizzazione di alcuni versi scritti per Baudelaire (rivelazione ), per Rimbaud (battello ebbro), per Verlaine (grotteschi), ove brillano le scelte musicali , nella traduzione libera dei testi. Anche il paesaggio , i luoghi della gioventù , le mura del rincorrersi, ritornano nei versi incastonati per illuminare trasalimenti biondi di grano, macchie di ginepri , ondulazioni di nubi, la collina dal grande piano azzurro, la pineta , lo stormo dei piccioni, e rivelano nell’autore la scelta del doppio codice che si libera nell’utopia o incalza nel relativo controllo della ri/costruzione. Non vi è un campo di preferenze lessicali , ma un approdo sicuro che al poeta rimane dopo una sofferta proiezione nei suoi ciclici ritorni: le cadenze che fanno riemergere la voce in quella densità di intonazione che appartiene alle metafore pregne di rappresentazione. Un tentativo di mantenere – quasi in forma di compromesso – l’immagine al riparo dall’erosione temporale; senza tuttavia farla scomparire nella dimensione non temporale, e perciò sempre un poco astratta. Non è una scrittura incline a rinnegare la sua provenienza per farsi custodia di un ricordo. Al contrario, i versi sono consapevoli del duplice rischio cui si espongono – svanire nel tempo o ridursi a un «senso» astratto; perciò non esitano a frantumare se stessi per incidere risuonando. Il titolo del libro vorrebbe indicare al lettore il tentativo di ritrovare quelle cose che si sono magicamente allontanate, ma in gioco c’è una elaborazione profonda, fatta di metafore ed astrazioni, che modifica le proporzioni e le aspettative. Ecco quindi l’idea di una scrittura laboriosa e ricercata, i segni che vorrebbero rinunciare a farsi verità al posto delle immagini, rifiutando di sostituirsi all’immediatezza della visione e creando una dimensione altra.
Raramente la poesia può permettersi di gareggiare con l’esperienza. E l’esperienza diventa vita subito, bruciando il perché della vita stessa fuori da ogni asprezza che nulla ha a che fare con il realismo, con qualsivoglia realismo.
“… Ed è il cielo che crea quella gioia,/ proprio quel cielo/ a cui lo sguardo alziamo raramente/ intruppato in una morsa di fanghiglia./ Se forse gli levassimo le braccia/ per scenderlo fra noi,/ se tutti quanti alzassimo le mani/ per cogliere il suo immenso/e riportarlo a terra,/il nostro volto si farebbe blu,/ blu come gli occhi/di un largo mare azzurro/che rassomiglia tanto a un verso immortalato ..” – La distanza , devota ed affidabile, attraverso il filtro della devozione , avvolge in un alone mistero , che potremmo riprendere nella intemperie sentimentale , nel tessuto della speranza , nel coinvolgimento dello scambio della fantasia.
Antonio Spagnuolo ----