martedì 11 giugno 2013

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

ALESSIA E IL TEMPORALE

Sera nelle cose di sempre.
Alessia e la disadorna via serale.
Vi aggiungete un lampo
a illuminare il tempo degli orologi
nell’aria di vetro ad iridarsi
in arcobaleni. Trasale Alessia
rosavestita per la vita,
un libro della Plath nelle mani,
mentre piove acqua amniotica
dal cielo in elegante trama.
Vengono i morti dagli albereti
Mentre un altoparlante diffonde
voci su lungomare. Temporale
a scoccare il tempo diafano
la forza di un tuono.
E’ il 1984 dirige Alessia
lo sguardo sulle cose
e ci sarà mietitura e pane bianco.
**


ALESSIA E IL PESCO

Vanno le albe della vita di
Alessia a rasentare mai
dette parole
sul farsi della sera infinita,
nel tendere al giardino iridato
della quercia, il mirto e il filodendro,
tessitrice di sogni belli,
nel detergersi le ferite Alessia
con veroniche di lino,
ad affrontare una vita duale
con Giovanni, oltre la brina
ad accadere sui fiori del pesco
rosa da toccare con la mano.
Ed è un vento buono quello
d’argento dei cancelli della sera
a tessere incanti di primavere
a poco a poco nel trasalire
di anni contati come semi.
Rosa la vita di Alessia e del
pesco a contare giorni
squadernati a caso sui rami
del risveglio ad iridare terse
armonie dei giorni.

E a poco a poco nell’aria serale
sui greti delle cose trasale
l’anima di vetro e vento a incantate
latitudini del mare dell’essere
nel giorno più avanzato di una
giovane vita di vittoria.
***

ALLEGRIA DI ALESSIA --

Sottesa la vita nella camera
con il poster di un’artica alba
dopo l’amore nell’osservare
la finestra visore su via Roma
e una fessura di cielo,
un lampo azzurro a detergere
il corpo e la vita, Alessia
rosavestita
nelle spire della sera

guarda il tempo scorrere
nei voli di nuvole a sfioccarsi
a divenire cavallo o rondine
tra le cose di sempre

e c’è una nuvola che assomiglia
ad Alessia nella forma
del sorriso e siamo nel 1984

ripete la 127 la strada verso
la casa di Alessia

vi aggiungete un portico disanimato
un portone da aprire a poco a poco

e adiacente il prato dei fiori rosa
da rinominare il più fresco

lo chiamo Alessia,
come me.
***

ALESSIA NEL TEMPO DEL RACCOLTO

Genesi: un esatto stelo di spiga
ai lieti colli dell’anima di Alessia,
guarigione con l’amore
a sottendere le ali del tempo o

in campus perfetti Alessia e le
amiche tessono il disegno della vita
se non è esistere nuotando o in esatta

scansione verticale piove amniotica
pioggia sui campi dell’essere
in quel riseminato incantesimo

di gioia perenne nella fragola
e vittoria segnata con due dita

come una vita intera da raccogliere
in un dono, una conchiglia
donata da Giovanni.

E’ il 1984 scivola l’auto sui barlumi
dei fanali
liquido bacio di raccolto.

**


ALESSIA E LA TERRA

Poi tra alberi da rinominare
(direbbe abeti o pini Alessia)
sempreverdi se tutto è da
ricominciare nel chiaro bosco,
in luminosità che attende al
varco paesaggi e piogge
di fecondazione in quell’istante
stellante a poco a poco apparire
e traspare una sorgente
a specchiarsi Alessia in quell’
intravedere il volto diafano
di Madonna medievale
campito tra i capelli e

in men che non si dica
la rondine si è inazzurrata
nel presago di una gioia infinita e

tutto tende ala tenda per la notte
di sogni belli da trascrivere
nel diario con incerta grafia e

viene l’amato nell’Albergo
degli angeli, ha lasciato il cavallo
bianco in una stalla e

poi tra alberi da rinominare
(direbbe querce o palme Alessia)
tronchi grandiosi per farne
da ardere legna per riscaldare
i corpi o lo zucchero dei datteri
da gustare in quieta solitudine
dopo le cose dell’amore.

E’ il 1984, supera il metallo
dell’auto la barriera del tempo
luminoso in quel Mediterraneo
che dà fiaba per Alessia.
***

AFFRESCO DI ALESSIA --

Poi nella nitida aria nella camera
della mente e fisica
squadernata sul Mediterraneo
(la campagna fino al mare
nel degradare in dose di sfumato
azzurro a interanimarsi con il tetto
leggero, diafano di gioia
nel preservarlo un felice
presagio): passi scalzi di Alessia
(dopo aver riso come una donna)

se è sabato salutare nelle acque
nuotate a lambirla di fianco
e di traverso o in quella fisica

gioia di corpo e anima nell’inalvearsi
di un gioco iridato a poco a poco

tutto accade nel tempo che va stretto
sedici anni contati come semi

con i seni accennati in una maglia
fucsia. Tutto accade. Tutto avviene.
Tutto è da ricominciare. Nell’indaco

di una storia di ardesia o carminio

in un trascolorarsi di forme la gioia
è nella spiga per l’erbario o il filo

d’erba o il fiore d’erba

scende Alessia serena i gradini
della sera, imminenza di stella

lambita in quel luminoso accadere

tra la pianta di fragole sul balcone

del limbo che porta al bosco

appare dispare accade.

**


CAMERA---

Ti amo e da qui parte ogni cosa
la casa delle stanze
da abitare a volte già abitata.
Quando la notte era nella luce
di un pomeriggio d’aprile,
c’era il letto in un angolo per caso:
modellavamo l’aria dell’amore
come se fosse stato un altro
luogo, se erano pareti
indefinite e mobili dimenticati,
vuoti di indumenti e senza senso.
Riempivi di parole la materia
e i corpi, in un’unica sostanza.
Un rifugio se partivi,
nel tempo del ritorno
dopo averti lasciata
sul binario.
Per le alberate la città
appare come una stella
diurna, volevo entrare nel letto
nel sonno, una cosa che riposa,
un sogno per sognarti,
in quella stanza che ora
è un’altra cosa, dopo i lavori.
Non fotografie di quel luogo
provvisorio, che si prepara
in una nuova forma per la storia
duale come le altre camere ad attendere
le persone e gli oggetti
i mobili, il frigo, la cucina, i quadri.
Per vivere di nuovo lungo
la linea della vita sulla mano

**

RAFFAELE PIAZZA --

1 Commenti:

Alle 11 giugno 2013 alle ore 13:07 , Blogger norise ha detto...

In questi nuovi versi in un mai sospeso respiro di afflato lirico, vi è un continuo trasalire di bellezza... "sul farsi della sera infinita". Complimenti e a nuovi "incanti di primavere"!

Felice Serino

 

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