giovedì 13 febbraio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANNA SANTORO


******
Anna Santoro: “Echi di slittamenti (forse) irreversibili” – Ed. Puntoacapo- 2025 – pag. 116 - € 15,00
La ricchissima riserva culturale che Anna Santoro possiede l’abbiamo incontrata per decine di anni seguendo il tragitto policromatico che ella ha saputo ricamare tra interventi critici, regia dell’associazione L’Araba Felice, recupero di preziose presenze femminili, volumi impegnati, e inserimenti antologici.
Qui ci offre una scrittura vivida e scoppiettante con pagine che registrano versi dal “passo di lince attento”, scrittura che si realizza egregiamente in equilibrio fra la sillabazione classica e la destrutturazione tanto perseguita dalla ricerca contemporanea.
La personalissima scansione ci traghetta con onde frastagliate verso lidi “oltre mare foreste e monti/ oltre il soffio del nostro vento/ oltre il sussurro della sabbia e le orme/ degli uccelli.” O ci eleva con voli pindarici come “favoloso incontro/ affascinamento/ incanto/ passione generosa/ splendore di anni mesi/ giorni/ complicità: amore.”
Nessun dubbio formale, allora, nel dominio che cerca di annullare resistenze e sta per diventare l’assoluto della parola. Espressioni estemporanee rese dalla incondizionata suggestione del simbolo, come strumento docile sottomesso all’incanto e all’irrazionale.
Anna persegue le suggestioni del canto, tra sentimenti e ragioni da esprimere, tra dolcezze e dolori da coagulare, tra geometrie rigorose del rigo e astrattezze di voci sussurrate, quasi sempre a ripiegamento melodico del discorsivo, in un dissolvimento timbrico tra l’australe durezza del dicibile e l’estrema tensione dell’invenzione.
Suddivisa nelle sezioni “Prima sono gli occhi”, “Mordo questa storia”, “Vita che scortichi”, “Non è pranzo di gala”, “Puntuale ti presenti” la silloge ha la preziosità della compattezza per quella assolutezza dell’eloquenza che diventa di volta in volta operazione linguistica di nobile virtuosismo.
“Percezione di desideri e avvenimenti silenziosi” suscitano particolari resistenze al quotidiano dissolversi. “Se il mio corpo è io/ se ciò che guardo/ annuso e tocco/ assaporo e ascolto/ è sempre io” difficile diventa la consapevolezza della presenza interiore del fascino.
“Ci trovammo in una Storia che/ non ammetteva evoluzioni e/ non lo capimmo/ adolescenti/ Solo più tardi assistemmo al sole/ in piena notte colpire montagne di/ lampadine rotte:” Il frastuono della gioventù appare come un incalzante pessimismo che dovremmo decomporre per andare incontro alla luce delle ore migliori.
“La scelta stilistica della Santoro – scrive Ivan Fedeli in prefazione – di variare a suo piacimento il referente del movimento poetico, insistendo principalmente sul Tu-lettore, senza tralasciare l’io narrante e il Noi-comprensivo, rende il percorso di lettura spiazzante a volte ma sempre misurato e ispirato.”
Ammiccamenti stupefatti o commenti sottili, sguardi ammalianti o luminosi, pugni stretti o carezze levigate, compagnie dispettose o sorrisi maliziosi, priorità truccate o percezioni inebrianti, un susseguirsi ininterrotto di espansioni dell’io narrante nel ritmo cadenzato dei versi.
In appendice alcuni Landays e pochi Haiku accompagnano l’onda dei pensieri in docili incontri.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page