tag:blogger.com,1999:blog-6753536180626499274.post1378662184680619544..comments2024-03-23T02:34:22.053-07:00Comments on Poetrydream: SEGNALAZIONE VOLUMI = MARCO BAIOTTOAntonio Spagnuolohttp://www.blogger.com/profile/01498347847435853317noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-6753536180626499274.post-2800009466554939042014-12-20T12:36:02.982-08:002014-12-20T12:36:02.982-08:00Ho letto di recente “L’eredità della scienza” di M...Ho letto di recente “L’eredità della scienza” di Marco Baiotto, ideatore di una teoria filosofica accattivante, 'L’iperrelazionalismo sensibile' e sono molto felice di leggere la segnalazione di questo volume da parte di Antonio Spagnuolo, sempre così attento alla poesia contemporanea.<br />Ho trovato l’ultimo lavoro di Marco Baiotto davvero notevole, per la sensibilità e il nitore della scrittura, per lo stile sempre avvincente, per l’intensità poetica di numerosi passaggi e per lo spessore dei temi trattati.<br />Mi ritrovo pienamente nella definizione degli umani come esseri ‘Quasi Adatti’, dal titolo del romanzo omonimo di Peter Høeg, espressione qui ripresa da Baiotto, come egli stesso attesta in nota. Ma fra i passaggi che mi risultano indimenticabili, incontrati ne “L’eredità della scienza”, vorrei mettere in evidenza che in “Uno fratto effe” (titolo del primo capitolo), una formula coniata negli anni ’70 sulla frequenza del ‘rumore rosa’ (spiega in nota l’Autore), Baiotto disegna una straordinaria sintesi del dominio dell’uomo sulle altre specie e ne “L’alieno” trasmette lo straniamento di chi sente di non potersi integrare in una ‘normalità’ insopportabilmente cinica, dove egli afferma: “…sono e resterò estraneo al gioco/ cibernetico al rogo/ immolerò la mia scheda madre.” <br />In “Abissi d’eros”, ne l’ “Immaginario uomo-base”, ritengo emblematico il distico finale “Nelle fasi di stanca,/ si cerca l’anima”, che denuncia il fallimento dello spirito sulla carne. <br />“Anatomico riccio”, in cui viene descritta l’uccisione, provocata da “Auto rapaci”, di un esemplare del mite animaletto che si è incautamente avventurato sull’asfalto, forse è il mio testo preferito. Lo strazio del corpicino si trasforma nell’“esplosione” di un inedito, magico fiore-frutto spaziale e del riccio, solo gli inutili aghi restano a terra tali e quali.<br />Dal testo “Anatomico riccio” che appartiene alla quinta sezione intitolata “Il capolinea della teologia”, come pure da quello denominato “L’abbraccio di Budda”, incluso nella stessa sezione, emerge un “diabolico schema che irretisce le creature”, il complesso problema di tutto ciò che ‘vive’ e non se ne esce, visto che anche insetti e vegetali paiono possedere sensibilità, perciò il poeta conclude: “Dunque l’abbraccio di Budda solo,/ rendendomi immobile/ spezzerà la catena/ di questa giostra di morte.// Diverrò individualità dispersa/ in un branco di plancton/ abbandonato ad un orizzonte di fanoni.” <br /><br />Lucia Gaddo Zanovello<br />Lucia Gaddo Zanovellohttps://www.blogger.com/profile/04401831149827612122noreply@blogger.com