Giuseppe Bonaccorso : “Gocce di mercurio” – 2011 –
“Nell’accecante fragore di un lenzuolo” è un verso dell’ultima poesia di questo volumetto, offerto in lettura come ebook , tra le numerose email che giungono impetuose e prepotenti giorno dopo giorno. Una lettura rapida e confortevole, anche se moltissimi passaggi sono volutamente duri per la loro incisiva fulmineità e per quel senso di smarrimento che alcuni versi lasciano inciso tra taglienti squarci e rapide occasioni, pur scintillando di luce propria e accattivante. Egli scrive : “Giganti erme ammutolite,/ protese verso il cosmo,/incupiscono la piazza./ Angusti spazi bianchi/ si dispiegano spettrali/ tra panchine inaridite/ e bagliori consumati./ Un sole ornato di carbone,/ intrappolato fra le spire/ d'una luna incandescente,/ ansima,/ eclissato a morte da una nube./ Una folla d’archi rotti/ si risveglia dolorante/ tra le balconate arrugginite,/ ove la vecchia fontanella/ ancora piange rauca,/ taglienti squame di vernice./ E la calma squarcia il buio,/ tra echi ormai in frantumi/ e vetri sporchi di fuliggine./ .../ Un uomo fissa un muro dalla pelle lacerata:/ « E' davvero possibile la vita oltre i mattoni ? ». Dentro una penombra, che dal subconscio attinge alcune visioni oniriche, per il desiderio di scrollare di dosso ogni frantumazione, ogni pensiero è intriso da ingredienti sensibili, per germinare in accordi di spazio, di libertà, di ritmo, di trasparenze e di profondità. L’ardore appare nella concretezza di strutture psichiche , chiuse nel cerchio dell’esistenza, per cui coscienza e sentimento si imbrigliano in una varietà di immagini, che forniscono ai singoli testi una omogenea capacità di “parola”.
Antonio Spagnuolo
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