mercoledì 28 marzo 2012

Poesie = Bonessio di Terzet

IL MONDO *

La grigia agave circondata
dalla polvere si sforza
di vivere così,
poi innalza un fiore esagerato
per farsi vedere per un ultimo
sussulto di genere nell'apertura
di segni matissiani per morire
ignorata tra mille riproduzioni.
E le poiane delle Galapagos
uccelli testardi che sentono la fine,
stanno lì per stupidità o perché
indistinte seguono le disposizioni future.
Il povero Giuda, che dire se non
che è stato un traditore del maestro
suo di cui niente aveva capito.
Pietà per chi cade, ma distinguere con chi
anche a fatica rimane in piedi, tra venti
pericolosi che lo mantengono dritto.
Giuda lo sa, ha sbagliato e fa giustizia
senza aspettare la legge testarda e stolta
come sanno i ladroni che a modo loro capiscono
poveri avventurieri fortunati.
Giuda come Caino, pietosi uomini e colpevoli,
da non giudicare per sempre, non ci spetta,
ma tecnicamente traditori ed assassini,
assurdo sarebbe negare come i veloci neutrini
la nevrotica luce.
Traditori e assassini come vero che il sole
da giorno, la luna notte e assieme con i boschi
le acque cielo nuvole mare opere terra e fiori
hanno fatto la fortuna dei grandi poeti e pittori
che non hanno copiato, ma hanno concorso alla
creazione di un cosmo che con altri consolida
l'Ordine dell'universocosmo.


*

Ho conosciuto grandi persone
me ne sono perse tante che
mi ricordo delle mancanze
e non recupero l'avuto.
Me ne dolgo sino al pianto
non posso fare altro che
concorrere anch'io al campionato
più invisibile al mondo.
So che se tutto va bene
se gli allenatori e la fortuna
saranno bravi e con me ...
forse sarò penultimo.
Importante che abbia resistito e
un goal l'ho segnato, piccolo
ma eseguito alla perfezione
secondo i modelli del giocare.
*

Senza badare a me, My Lord,
ascolta e velocizza l'evoluzione,
non lasciare che indietro rincorran bestie,
allarga sulle teste umane l'intelligenza
ovviamente a partire da quella che ho
perché la responsabilità mia cresca
per dare cura agli altri ammalati
come il siero necessario.


*


ALADINO


Se ne sta Aladino
con le sue scarpe a punta
foresta di neri capelli che
fanno nascere frutti velenosi
non per lei che sugge il bel profumo.
Quando ricrescono Aladino
spella i pomi incurante della parola magica
e dei tesori da quando in terre vicine
ha incontrato la bellezza.

*



Può un uomo insignificante
scrivere su Duchamp e Nietzsche
per quel piacere di fare
che rimane appicciato
come placca mortale?


*
ETTORE BONESSIO DI TERZET

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