GOLFI DI LIGURIA --
Il mare alzato ad urlo
respinto dalla roccia ma non vinto
che ritenta e si estenua nella corsa
la cui meta non è invadere ma scoglio
mi parve dalla strada
che domina dall'alto mare e terra
poema arcano scritto in altra lingua.
Golfi di Liguria, bonsai marini
merletti e guglie ricamate
sulla veste danzante della terra
parlate a noi coi vostri segni
dell'identica passione.
E se una luce, un punto esiste, dove
il tumulto in armonia si compone
è là quasi all'orizzonte
dove Portovenere e Palmaria,
animali mansueti, si cercano nell'acqua
così come le dita nell'affresco,
ma lasciano fluttuare
l'anello che li lega
come una barca che in libertà si chieda
se il terzo sia la rada o il mare aperto.
*
LUNI --.
Sempre ci partoriva l'Appennino
nella conchiglia verde
aperta fra i giganti e il mare
e ad ogni sosta lievitava dalla terra
una piantagione di pietre;
la città sognante si destava
e insieme a lei il pianto
dei nostri figli diveniva adulto
così che fra le pietre e loro e noi il filo
correva il nesso che tutti lega
nella collana sontuosa del tempo…
Nulla sapevo allora di liguri apuani,
imperatori romani, donne
forti come uomini e uomini
forti come animali.
Doveva cambiare la stagione
e Luni ormai cresciuta
si distaccò da me come i miei figli.
Ora che la ritrovo nella fabula
della giovane vestale
si sgrana la collana nelle sue perle
come una pioggia che nutre la terra
e si vorrebbe allora restare, sognando
di rinascere con loro un'altra volta…
E già appare, in lontananza, la Maremma.
*
CHAGALL -.
Felicità silente che li avvolgi,
in un mantello serico e notturno
prolunga dentro l'alba il risveglio
da cui il sogno fugge come un ladro
lascia che il mare della notte
pettini ancora i capelli inanellati.
Verrà il tempo dei giochi verticali
e tu che sai la gioia del secondo
fai finta che l'ora sia sospesa.
E poi sia quel che sarà il risveglio
se soltanto questa scia
resterà fra le lenzuola e il tavolino
ragnatela azzurra dove noi
distesi al sole oscilleremo
fra il cesto della frutta e una cometa.
*
FRANCO ROMANO’
*
Franco Romanò ha pubblicato i libri di poesia Le radici immaginarie, Campanotto (1995) e L’epoca e i giorni, Viennepierre nel 2008, recensito dalla rivista di italianistica statunitense Gradiva per la penna di Luigi Fontanella. Sulla stessa rivista, Alessandro Carrera gli ha dedicato un saggio che prende in considerazione l’insieme della sua opera poetica e narrativa. Come critico è presente nella terza e quarta edizione dell'Annuario di Poesia Crocetti 2000 e 2002, a cura di Guido Oldani, con saggi su Eliot.. Nel 2008 fonda il Blog Agenda di scrittore. Dal 2009 è collaboratore della rivista Smerilliana, diretta da Enrico D’Angelo. Nel 2011, pubblica per l'editore Vanillaebook l'atto unico teatrale La cantaora y el duende, scritto assieme a Loretta Sebastianelli.
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