lunedì 18 giugno 2012

POESIE = NINNJ DI STEFANO BUSA'

IL FRASTUONO DEL SILENZIO
E L’ANIMA MUNDI

*

predispone la dolcezza
di uno sguardo d’insieme.

Carpe diem, pupilla dilatata
imperturbabile, smalta le distanze
dal cielo, intuibile il senso,
la vanità come indizio di forma,
dedalo di un pensiero appena sfiorato.


*

Vive una foglia se appena la luce
la disfiora, eternità fatta di niente,
intuibile acrobazia di linguaggi,
tra foglia e foglia, tra estatiche esplosioni
in cerca d’aria.
Enunciati di sofferenza affondano
nei curvilinei ristagni,
nelle traiettorie del vento.
Ombre stordiscono l’esilità terrestre.

Mi attrae la sensazione di deserto,
la breve cecità del fondo.


*

Il limite, il limite sempre troppo
stretto, senza possibilità d’illimite.
La storia, un volto stanco, primordiale
di spianata sulla neve fresca.
Mattine d’acquerugiola sui rami,
anomalie di foglie morte,
con l’andatura ondeggiante della scena.

Il ripiegarsi dello stelo è abisso
disertato, precipizio vivo,
il suo vuoto incolume,
sfida l’ultimo grido invalicabile.
*


Attendiamo di dare un senso
alla fantasia, allo stesso modo
avere riferimenti certi,
la libertà della parola
quella che ricerca il luogo:
quel ponte, quella strada,
quel vicolo, la pienezza
che ha squame di pietra.

Follia dell’offerta senza progettisti,
struttura provvisoria,
materia franante che si ripiega
su se stessa e tace, si fa mille volte
ferita.
*
NINNJ DI STEFANO BUSA’

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