È M O R T O S E C C O
E’ morto secco il pino, senza scampo,
irto stocco contro il cielo, bagnato
d’assurdo sole, perché marzo porta,
si sa, talvolta buone e confidenti
novelle sul tempo. Intorno ruggisce
un verde trambusto d’odori: e assedia
il rosso di una casa su pendici
d’aranci garruli e limoni. Forte
resta comunque il segno della morte
in questo giorno, se ti guardi intorno.
E irrevocata torna la presenza
cupa che infante ti turbava: nera
signora d’ossa e falci e occhiaie vuote.
Passa sul vivo collo dei ragazzi
curvi sul banco, va per ogni dove,
poi rapida svanisce sui terrazzi
e cerca preda altrove.
*
U O M I N I
Ciechi saettano nel cielo dardi
di vento, lieto ognuno dell’altezza
raggiunta e tutti paghi dell’impresa.
E sono solo stoppie pronte al debbio.
*
S U L P O R T O D I N A P O L I
Pedala lungo il molo
l’uomo infagottato
in questa Napoli di luce estrema,
dove
da poco s’è spenta la fragorosa
attesa del millennio.
Nuota questa città
d’estenuate trasparenze
nel policromo delirio di vive donne,
gambe carnali e labbra di carminio,
nel fresco sospiro del vento,
nel bacio tenace del sole.
Ride anche il Maschio severo,
ed è tattile la gioia
dei volti occorrenti.
( Grazie a te, peruviano Luis,
come me infinitesimale essenza
- o parvenza? -
che porgi parole e cerchi amicizia
con timido cuore nel pieno mezzodì:
limpido, franco saluto.)
Ti fermo, assorta
poesia. E del cuore
chiudo la porta.
(1/1/2001)
PASQUALE BALESTRIERE –
*
Pasquale Balestriere nasce a Barano d’Ischia (NA) il 4/8/1945. Studi classici e laurea in lettere classiche presso l’Università di Napoli “Federico II ”. E’ stato per decenni docente in scuole superiori.
Studi su usi, costumi e dialetto dell’isola d’Ischia hanno prodotto ampio materiale che attende revisione e pubblicazione. Collabora con giornali e riviste letterarie.
In volume ha finora pubblicato solo sillogi poetiche: E il dolore con noi (Menna, Avellino 1979), Effemeridi pitecusane ( La Rassegna d’Ischia – Rivista Letteraria editrici, Ischia 1994), Prove d’amore e di poesia (Gabrieli Editore – Roma, 2007), Del padre, del vino (ETS, Pisa,2009), Quando passaggi di comete (Carta e Penna Editore, Torino, 2010), Il sogno della luce , Edizioni del Calatino, Castel di Judica -CT-, 2011).
Ha ottenuto numerosi primi premi in concorsi di poesia. Si sono, tra gli altri, interessati della sua poesia Marica Razza, Luigi Pumpo, Guido Massarelli, Claudia Turrà-Rizzuto, Alberto Mario Moriconi, Walter Ciapetti, Giorgio Bàrberi Squarotti, Raffaele Urraro, Nazario Pardini, Luigi Maino, Paolo Ruffilli, Ciro Cenatiempo, Pasquale Matrone, Gian Paolo Marchi,
Umberto Vicaretti, Giuseppe Vetromile, Elio Andriuoli, Lorenza Rocco, Antonio V. Nazzaro, Luciano Nanni.
Ricevo e inserisco.
RispondiEliminaCaro Pasquale,
che bella sorpresa visitare il blog Poetrydream di Antonio Spagnuolo (il poeta napoletano la cui “sapienza verticale dell’attesa” mi
aveva fatto tanto riflettere) e trovarvi ospitate le tue meravigliose poesie.
La prima annuncia la morte di un pino, tuttavia subito ci consola con un tripudio di colori e odori, tanto che non t’aspetteresti di sentirti di nuovo sul collo il respiro di quella signora d’ossa e falci e occhiaie vuote.
La seconda è un concentrato di verità, ma sono solo stoppie e pronte al debbio.
Pare, la terza, una nostalgica cartolina di fine-novecento della nostra bella Napoli, città d’estenuate trasparenze.
Che dire, se non “Composizioni che incoraggiano a volgere attenzione e studio al mondo classico”? Sono parole udite, a te rivolte, in occasione del Premio Ugo Foscolo all’Ateneo di Venezia, dove c’incontrammo per la prima volta. E fu un onore, per me, conoscere un poeta di un simile spessore intellettuale.
Maria Ebe Argenti – Varese
E' veramente incisiva la poesia di Pasquale Baletriere, a tratti ruvida, quasi spigolosa, ma sempre disposta ad aprirsi alla speranza, sia pure in un singolo verso. E non è questa una metafora della vita?
RispondiEliminaRicevo ed inserisco.
RispondiEliminaDa Balestriere ci viene ancora una conferma di una poetica che drammaticamente anela alla vita. quantunque in E’ MORTO SECCO, la vista di un pino morto richiami alla sua memoria immagini nefaste di lutti mai dimenticati. Il contrasto tra vita e morte è stridente già nel paesaggio, rabbonito sí da provvidi lavacri di piogge e sentori primaverili, e dalla vegetazione lussureggiante (familiare per il poeta ) della collina, ma intristito dalla presenza dell’albero morto. Ritorna il contrasto nel quadro successivo, quando affiora prepotente il senso della morte ( “nera signora...”), addolcito questa volta dall’immagine del “vivo collo dei ragazzi curvi sul banco”. Ed emerge, infine , la speranza che vada altrove , che risparmi gli affetti più prossimi, che passi oltre a seminare dolore e angoscia.
In “ UOMINI”, Balestriere , con l’uso magistrale della metafora ci rappresenta in sintesi epigrammatica la vita degli uomini che volge al termine con un senso di ubriacatura che, mentre ottunde la ragione, fa accettare per buono qualsiasi traguardo raggiunto . Ma è solo il passo, forse una ultimativa consolazione, che precede la fine. Una vena pessimistica su cui il poeta indugia, ma che rivela appieno il suo estremo attaccamento alla pienezza della vita.
In ultimo, SUL PORTO DI NAPOLI: quasi un’ elegia, dedicata ad una città dai mille contrasti e contraddizioni, da cui però emergono, al passaggio del millennio, persone vive , ora passionali , ora felici, ora sole e bisognevoli di un minimo di calore umano. Luis è uno dei tanti, come il poeta che si trova, forse, nella città, in quel frangente specialissimo, per caso fortuito e non per scelta.
Su tutto domina la grande padronanza nella costruzione poetica. Balestriere è fine tessitore del verso, che addomestica con sapienza in una metrica efficace ed incalzante, che nulla lascia al caso, né pone in sacrificio la resa stilistica ed il liquor emozionale e sentimentale del componimento.
Utilissimi questi contatti sul web, come suol dirsi, per leggere e approfondire i testi poetici degli amici, facendo naturalmente attenzione a non "impantanarsi" in qualche non rara melensaggine, dal momento che è possibile scrivere e pubblicare di tutto. Ma non è certamente questo il caso, grazie ad Antonio Spagnuolo e altri amici che con serietà, entusiasmo ed impegno, inseriscono i testi con un'accurata scelta e attenzione. Pasquale Balestriere è un poeta vero, ha un suo originale modo di esprimersi, riconoscibile dal verso essenziale e asciutto ma anche molto ritmico. Temi importanti, affronta l'amico Pasquale, come il degrado della natura e dell'uomo, temi che partendo da una immagine precisa (il pino, l'uomo infagottato...), si allargano a scandagliare il rovello interiore dell'uomo e il fine dell'esistenza.
RispondiEliminaComplimenti e che la poesia (ed i Poeti!) abbia sempre la forza di dire le cose così come sono.
Pino Vetromile
Ricevo e inserisco.
RispondiEliminaHo visto le poesie. Mi son piaciute, specie quella del pino che tratta, fin dal titolo, un tema che era argomento di parecchi componimenti della tua prima raccolta, la morte, incalzata e messa nell’angolo, però, da quel tripudio di profumi e colori della primavera, la vita che torna, che vince:
“Intorno ruggisce/ un verde trambusto d’odori: e assedia/ il rosso di una casa su pendici/ d’aranci garruli e limoni” m’hanno fatto ricordare “Primavera dintorno/ brilla nell’aria e per li campi esulta/(...)/ odi greggi belar, muggire armenti”.
Ho letto anche i commenti. Mi trovo d’accordo con questa affermazione: “Su tutto domina la grande padronanza nella costruzione poetica. Balestriere è fine tessitore del verso, che addomestica con sapienza in una metrica efficace ed incalzante; e con quest’altra: “verso essenziale e asciutto ma anche molto ritmico”.
Giorgio Vuoso
Ricevo e inserisco
RispondiEliminaUna breve considerazione
Anche se, personalmente, preferisco il “primo” Balestriere (quello di “E il dolore con noi”, per intenderci!) devo convenire che ci troviamo di fronte ad uno dei più grandi poeti del panorama letterario di oggi.
Non voglio aggiungere altro commento a quelli autorevoli già pubblicati qui.
Mi ha fatto piacere rileggere il nome di Giuseppe Vetromile (pure lui autorevole poeta!).
Credo che, qui, il commento che bene compendia il tutto sia quello di Giorgio Vuoso.
Voglio ripetere, anche in questa sede, con FORZA quanto vado dicendo e scrivendo da qualche tempo: “attendiamo la gratificazione definitiva nel mondo della Poesia per Pasquale Balestriere e, soprattutto, la giusta attenzione da parte di chi conta oggi nelle alte sfere della Letteratura e dell’Editoria”.
Giuseppe Amalfitano
E' MORTO SECCO
RispondiEliminaQuesta mattina si è seccato un pino ed è stata la morte di radici e foglie. Ed ancora una volta il poeta dialoga, osserva, fantastica con la natura, fortemente insita nel suo delicatissimo animo. Il poeta sa che puntuale “la signora d'ossa e falci” arriva e che “forte resta il segno della morte in questo giorno”. Ma il poeta ha un sussulto, un brivido, un pensiero nobile e di grande amore: che almeno, in questo viaggio misterioso, i suoi ragazzi “curvi sul banco” non ne siano sfiorati. C'è tempo per morire, se si è ancora giovani!
UOMINI
Quello che non finisce di stupire è l' ecletticità poetica del Balestriere. Ogni cosa che espone diventa lirica, anche quando, in pochi versi, tratteggia la condizione dell'uomo. Tra questi rigorosi e misurati versi c'è tutta la sua amarezza. Cosa ci sta dicendo? Forse suggerisce a tutti noi un po' di umiltà.
SUL PORTO DI NAPOLI
Acquerello dove i sentimenti emozionano con colori, odori, zefiri.
Riteniamo, e ne siamo convinti, che queste composizioni siano un'ulteriore prova, molto ben riuscita, del talento poetico del Balestriere.
Giannicola Ceccarossi
Ricevo e inserisco.
RispondiEliminaDella tua asciutta classicità, che fiorisce di delicate o intense sfumature, del tuo verso sapientemente costruito e non soave ( come invece talora le immagini), bensì intessuto strettamente di fibre lignee, della vita e della morte, in uno sfinirsi-infinito reciproco, abbiamo detto e diremo, Pasquale. In quest’ora sospesa del mio tempo, desidero solo riproporre alcune essenze struggenti, che si levano, a mio parere, perfette tra le altre: “ bagnato, /d’assurdo sole” ; “ e assedia/ il rosso di una casa su pendici/ d’aranci garruli e limoni. Forte” ; “ Passa sul vivo collo dei ragazzi/ curvi sul banco, va per ogni dove, / poi rapida svanisce sui terrazzi/ e cerca preda altrove” ; “ E sono solo stoppie pronte al debbio.” ; “Pedala lungo il molo / l’uomo infagottato / in questa Napoli di luce estrema” ; “ Ti fermo, assorta/ poesia. E del cuore / chiudo la porta.”
27 agosto 2012
Anna Di Meglio