PIERLUIGI D’AGOSTINO : “Sogni di un satiro danzante” – Ed. Scrittura creativa – 2012 – pagg. 64 - € 12,00
Il vortice della danza , la danza di un satiro , potrebbe coinvolgere ogni verso , ogni musicalità , nel ritmo dei frammenti che scherzosamente o con irrequietezza si susseguono pagina dopo pagina.
Anche il sogno ha un suo respiro , una sua ebbrezza, celata fra il riverbero del bosco , quando il sole tenta di sfiorare con i suoi raggi i rami che ondeggiano al vento, nel mentre l’eco delle illusioni rimbalza di zolla in zolla , o scivola nel dormiveglia.
Pierluigi cerca il gioco dei simboli , cerca il momento delle metafore , per raccontare una favola richiusa in un viaggio , al di la della solitudine e delle prigionie.
L’ampiezza competitiva del “verso” sembra orientata verso la verifica dello scritto , nei moduli attenti del diario, che non affonda nell’esistenziale , ma vive come di uno implicito spazio del sublime.
Le corporeità si intrecciano al di fuori del dubbio per affrontare un ritiro , un destino capace di proporre il dialogo : “Ora sono rami le braccia , ora faville la pelle vergine; / e… soccombo al gioco della mia vista. / Cosa accada tra le siepi, gli urli lo rivelano. / Se solo potessero centellinare quell’attimo ! / Vedo le lacrime delle bestie consacrate sull’altare: sono solo spirito , solo incenso profumato./ E’ già l’autunno, la vita finisce qui ? / Tiranno è il mio dolo, si annida sulle spalle esili./ Grido Vendetta ! Non posso più sorreggere / il presente o la mia fantasia.”
Oscillazione tra finito e infinito, un dondolio accattivante tra i sensi ed il sentimento.
ANTONIO SPAGNUOLO
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