CARLANGELO MAURO –“ Il giardino e i passi” Archinto - Milano - 2012 – pagg. 75 - € 20,00
Carlangelo Mauro, l’autore del libro che prendiamo in considerazione in questa sede, è nato nel 1965 e vive a San Paolo Belsito; ha pubblicato le raccolte di poesia In Margine (1997), Antidoto (2000) e la plaquette Alla madre (2003).
Il giardino e i pass, edito in una collana diretta da Umberto Piersanti, presenta una prefazione puntuale e ricca di acribia di Maurizio Cucchi.
Il testo, bene strutturato architettonicamente, è suddiviso nelle seguenti sezioni:: I Poetica, II Le parole, III Uno e ora, IV Il giardino, V Ritrovamenti, VI Fiati e ombre.
Le composizioni della raccolta sono spesso senza titolo, elemento che ne accentua il senso di mistero ed evocatività e sono caratterizzate da una certa costante verticalità, anche se, a volte, il tessuto linguistico si illumina di accensioni, tramite versi più lunghi.
La forma espressa in questo maturo testo di Mauro raggiunge, rispetto alle precedenti prove già felici dell’autore, il suo compimento, divenendo ancora più armonica, controllata ed elegante.
La poetica del nostro è colta e originale e si può affermare in modo incontrovertibile che, in questa prova, l’autore abbia raggiunto una raffinatissima e avvertita coscienza letteraria.
Nella sezione iniziale Poetica, che ha un carattere programmatico, il poeta affronta con intelligenza il tema affascinante della presenza della poesia che viene detta nella poesia stessa, nel suo riflettersi su se stessa, tramite la sua nominazione e indaga sul tema del senso della poesia, salvifica per alcuni, inutile per altri
Tutte le poesie iniziano con la lettera minuscola e questo fattore dà ad ogni segmento un senso di magia, sospensione e arcana provenienza..
I testi sono caratterizzati da rara punteggiatura poco frequente e scorrono in lunga ed ininterrotta sequenza, in un fluire classico più che barocco ed è presente una sapiente ed amara ironia nelle poesie del poeta campano.
La composizione che dà l’incipit alla raccolta ha un carattere programmatico e il primo verso (C’è qualcosa che rimane), dà la sensazione, detta in modo struggente e controllata, di un’essenza che scava il suo retaggio nel passato in un presente nel quale tutto tende a rinnovarsi, in una maniera che si potrebbe definire pasco liana. ..
Si potrebbe pensare che l’autore, con il suddetto verso, si possa anche riferire alla sua attività poetica precedente, come se, iniziando la sua opera maggiore, partisse dalla provenienza del suo poiein..
La dizione è leggera e icastica e c’è un tu al quale il poeta si rivolge, interlocutore che potrebbe essere il poeta stesso, con un procedimento già usato da Leopardi
C’è un senso della morte e di silenzio ed indeterminatezza nei versi:-“ ma sei già estinto/ in partenza…”.-
Si possono leggere delle poesie che hanno per tema la scuola (non si deve dimenticare a proposito di questo che Mauro è professore nei licei, oltre che dottore di ricerca presso l’Istituto Orientale di Napoli).
Nella scansione Le parole troviamo un altro tema all’insegna della lontananza del passato, quello degli antenati dell’autore.
Le poesie leggerissime del nostro sembrano decollare in illuminazioni e si librano sulla pagina in modo preciso e icastico ed è presente fortemente il tema dell’ineluttabilità del tempo che passa e della morte, un’aurea di sospensione, per la quale la scrittura diviene tout – court un esercizio di conoscenza.
RAFFAELE PIAZZA ----
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