FIORI DI BUCAREST
Dicono che lassù, bambini nudi,
senza amore, si nutrono di bacche
catturate al sorriso della luna.
Dicono che la sera nell’abbaglio
del buio si fanno uomini dai passi
svelti in un nuovo tremito
fugace e duro verso il nulla, l’ignoto.
Come pipistrelli, in cerchi di nebbia,
sbattono le ali in fetidi tombini
nel nonsenso di un crudele inganno.
Il cuore umido, nelle piccole mani strette,
accarezza una lacrima sospesa
nel dolore di essere scordati.
Poi dicono che, come le formiche
rubano spighe per i loro granai.
Loro non sanno cosa vuole dire
aprire le braccia e fare l’aeroplano;
ignorano stupori di aquiloni
da annodare frementi tra le mani.
Hanno speranze piccole e illusioni
disamorate. Senza paradisi.
Eppure ci vuol poco, molto poco
ad alzare lo sguardo fino al cielo.
Ma noi, travolti da cupe apparenze,
persi tra fiori elettrici accesi in lontananza,
bruciamo i sentimenti ed ogni senso.
Bisogna amare per essere vivi.
*
DONNA
Sai, si fa presto a dire carpe diem.
Perché il tempo, allorquando ti è fuggito
supera tutto e tutto ripropone.
E se poi siamo tra i non sorteggiati,
ci costringe ad esistere. Ignorando
che solo dopo un tocco, una scintilla,
dopo un battito, siamo differenti.
Ma tu sei sempre ferma sulla soglia.
In un’attesa, come una distanza,
un distacco, un non essere. Sospesa.
E quando viene sera e il sogno non
si è avverato, torni dentro casa
come se nulla fosse. Non ti crea
spavento il ticchettio dell’orologio
che ti ricorda che fra poco sta
per farsi giorno e tutto come prima.
Sempre pronta a partire, a scavalcare
ardui gradini e ciò che all’occhio appare,
culli infiniti abbracci anche se celi
le lacrime silenziose nella tasca.
Cerchi una scorciatoia per altri mondi,
tentando di sfuggire al trabocchetto
del desiderio che ti fa sperare
mete lontane e inconsistenti. Ma
poi ti accorgi di essere in balia
di un miraggio che crea nel frattempo
nostalgie per quel tanto tralasciato.
Così rinneghi sogni ed amarezze
e ti abbandoni alle tue sorti già
decise con vesti da commiato.
Ritrovi abilità da equilibrista
rapidamente in una vita che
non avevi intuita, piena di
contraddizioni ignote e senza specchi:
Come Cassandra tu non puoi sapere
la tua bellezza sconosciuta. Tu
solamente dall’alto sai amare
e riesci ad accendere le stelle.
*
IMPAZZITE LE RONDINI NEL CIELO
( alla piccola Sarah)
Impazzite le rondini nel cielo,
sempre più in alto, sempre più lontane,
chiamano raggi che più non splenderanno
nel tuo viso di piuma e nel tuo dolce
sorriso seppellito dentro il pozzo
pietra fra le pietre. Ora acqua avvelenata
dal tuo ultimo tragico silenzio.
Può succedere a volte a chi si affida
a un'ombra incerta che nasconde ambigui
tormenti. E che, seppure cara, a un crollo,
sfugge le sue invisibili catene
e uccide di nascosto quel che amava
forse, o che certo non odiava.
Non trovo le parole per cantarti,
ora che sei partita, colma di anni
ripetendo un disegno tuo malgrado
di violenza alla donna secolare
e di piaghe ancestrali con le dita
appese, nella fievole ora, ad una mite
disperata vana illusione.
Vorrei fermare la mia mano che
si agita, in un addio pieno di rabbia,
e ripete sdegnata e rattrappita
una favola bella, cancellata nell’afa
dorata della tua ultima estate.
Fine della conversazione in chat.
*
ROSANNA DI IORIO
*
Di Iorio Rosanna è nata a Chieti e vive a Cepagatti (PE).
Ha lavorato presso l’Associazione Industriali della Provincia di Chieti. Ha pubblicato in poesia i libri: “Oltre lo sguardo” in proprio, “Stelle del nulla misterioso” e “Con le nostre mani d’anime” editrice NOUBS di Chieti, “ Un groviglio di sentimenti” Grafiche Edicta Circolo letterario Ponte San Nicolò di Padova e Sono cicala. Mi consumo e canto” Edizion i ETS di Pisa. Ha conseguito diversi riconoscimenti e premi in vari concorsi nazionali e internazionali. Alcuni suoi racconti e poesie figurano sulle antologie edite per i premi conseguiti.
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