SOTTO IL CIELO POLITO
Specchio orizzontale su di noi,
ragazza Alessia, protesi verso
nuove latitudini. Vesti di rosa
oggi, magia ai miei occhi,
nel muoverti sinuosa come in
passi di danza (tango, flamenco,
valzer nel tendere a fisica gioia).
Sono arrivati i gabbiani nello
splendore prealbare, ai nostri
occhi numinoso incantesimo.
Il tempo attende la disadorna
via serale con lo stupore squadernato
su un Mediterraneo, consuetudine
di sempre nell’iridarsi del
sembiante in una preghiera per
noi ai lieti colli dell’essere
nel cogliere i volatili nella
loro essenza di volo nel
trasmigrare dove eravamo
già stati.
Compagna Alessia, viatico
nel tempo la tua vita e lo stupore
di averti scorta il 5 aprile,
averti chiesto di telefono
il numero del telefono profano
e quello del cellulare
nel mentre della nebbia.
Sono passati attimi di brezza fresca
sul tuo viso a levigarlo.
Poi nel transito dei tuoi passi
mi baci sulla bocca e…
***
CIELO DI MARZO
Ai blocchi di partenza nell’aria
disadorna di un tempo altro.
La città accade e sta infinitamente.
C’è il sole in questo mattino
nell’uscire dal film a poco a poco.
Vita sommersa nel pensiero
che ad armonia tende e tutto accade.
Lastra polita di marzo il cielo
per vivi incantesimi oltre la luce
e la ragazza nel freddo di una
camera.
Le chiedi il nome oltre lo scrosciare
d’improvvisa pioggia.
Attimi fantastici nel calcolare
gli oggetti di una vita, l’inventario,
chiedere alla ragazza il viatico
delle durate elementari. Si tende
la gioia senza peso di una marea
infinita.
La ragazza nel folto della stanza
ride come una donna.
RAFFAELE PIAZZA
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