A PIERPAOLO PASOLINI
Vedi, Pierpaolo, a Ostia è il
nulla, una culla di pensieri
sciama nel Terzo Millennio
eri felice, Pierpaolo? Saresti
vivo in questo postmoderno
senza usignoli senza la mano
e la manna dell’innocenza
a tessere testi per Garzanti
e sul Decamerone
mirabili pellicole.
Poesia in forma di rosa
un attimo un barlume,
l’esatta verginità morale del tuo
esistere eri l’angelo del nulla
sorridevi
in questo ti differenzi, da Pavese,
tu, profeta sanguato dei giorni
e cosa diresti vegliardo nel 2008?
Pierpaolo angelo
tra penna e cine presa, Corriere
e ragazzi di borgata, privata
felicità nella diversità eri felice?
Ceste di mele di fortuna
ti donerei questi versi
piango come chi crede nell’arte tua
le ceneri tue insieme a quelle di Gramsci
a vedere nel fondo della Storia
un mistico furore di generazioni
senza passato Pierpaolo
oltre la vita e la morte
ai blocchi di partenza e sono morti
Penna e Bellezza e Moravia.
Pierpaolo, in quel chiaroscuro
animale che dà barlumi per esatta
coincidenza era il 1975 il. giorno
dell’infanzia e mia nonna disse
che eri morto, sovrana innocenza
penna nel quaderno di me stesso
a non sapere come nascono i figli.
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ALESSIA NEL FUTURO ANTERIORE---
Sera d’agosto sul limite
della vita, feritoia, tra adolescenza
e vita a transitare in quel lucore
che dà stellante ansia nell’interanimarsi
dei giorni a poco a poco
dischiuso il calendario ad altri
lidi dell’essenza di ragazza biondo
tinta nell’inalvearsi il fluire
esatto del pensiero e del mare
ad inverarsi in esatta prospettiva
dono gradito di Giovanni una maglietta
rosa sulla mensola di due mesi fa:
e nello stupore rarefatto ad assistere
alla scena sul fondale del tempo
a tinta neutra guarigioni ad ogni passo
per Alessia nel tentare l’onda
a levigarla, salsedine di sempre
e attesa della mail che salvi,
sigaretta di salvezza dopo la preghiera,
il fio a ricongiungere tra il prima
e il poi, giardino verdeggiante
ad appoggiare la parete d’anima.
E’ l’agosto del 1984, trasmigra la mente
e salta il vento di una nuvola grandiosa
sposa un giorno Alessia
già ora felice.
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AFFRESCO DI ALESSIA
Poi nella nitida aria nella camera
della mente e fisica
squadernata sul Mediterraneo
(la campagna fino al mare
nel degradare in dose di sfumato
azzurro a interanimarsi con il tetto
leggero, diafano di gioia
nel preservarlo un felice
presagio): passi scalzi di Alessia
(dopo aver riso come una donna)
se è sabato salutare nelle acque
nuotate a lambirla di fianco
e di traverso o in quella fisica
gioia di corpo e anima nell’inalvearsi
di un gioco iridato a poco a poco
tutto accade nel tempo che va stretto
sedici anni contati come semi
con i seni accennati in una maglia
fucsia. Tutto accade. Tutto avviene.
Tutto è da ricominciare. Nell’indaco
di una storia di ardesia o carminio
in un trascolorarsi di forme la gioia
è nella spiga per l’erbario o il filo
d’erba o il fiore d’erba
scende Alessia serena i gradini
della sera, imminenza di stella
lambita in quel luminoso accadere
tra la pianta di fragole sul balcone
del limbo che porta al bosco
appare dispare accade.
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ALESSIA E I VESTITI
Pullover azzurro cielo nei giochi
di Alessia con lo specchio
gonna al ginocchio rosafuxia
fuori la disadorna via serale,
abetaie nel pensiero dove giungere
sul far della sera e del sogno
bello, legato a pioggia amniotica:
fino allo squillo del rosso del
telefono in esatta armonia
con di fuori il tempo nel tempio
della mente da abitare.
E sono dietro ai vetri le rondini
di platino in armonia
di volo sotteso nella nebbia,
in forma di sciarpa trasparente
al collo campito in invisibile
spessore che fa tutto uguale
pari a fabula l’animo di Alessia
nel protendersi al ramo dell’arancio.
E’ il 1984 tocca Alessia i bordi
della mente di vetro
salta l’ostacolo, ottiene
la vittoria.
***
ALESSIA E IL QUADRIFOGLIO
Sera di prato di tanti verdi
spazio scenico del pomeriggio di
settembre . Alessia tocca con i piedi
scalzi l’erba, quasi in prove di
danza, di vita: qualche infiorescenza
rosa come lei da nominare,
un libro smarrito nella camera
della mente. E in men che non si dica
solcare l’azzurro una rondine
di platino come jet a contenere
i nostri figli. Alessia, sedici anni
contati come semi, porta una maglia
blu notte a intessere la pelle,
occhi a scorgere il quadrifoglio
per epifania e non è sogno.
***
ALESSIA E LA LUCE --
Alessia illuminata, plenilunio
mistico e sensuale sulle cose di sempre,
la casa, la stanza, la città
il rosso del telefono. Tutto si ferma.
Tutto accade. Alessia rosavestita
per la vita nell’attesa dell’incontro
tende ai petali del fiore d’arancio,
matrimonio nel futuro anteriore
della vita che la contiene.
Alessia illuminata, sole
ad accendersi sulle guance
spicchi di melarancia,
Alessia è la verità a dimorare
in terre orientali o occidentali
lontane come un guizzo della mente,
una poesia.
Siamo nel 1984, l’auto supera
I cancelli della vita tutto accade
per la prima volta.
Sa Alessia che ci sarà raccolto.
***
ALESSIA E IL VINO
Sera di limbo, disadorna via
serale, casa di Giovanni nelle
cose di sempre. Tavolo con il
bicchiere di vino e il computer
con internet. Beve Alessia
all’inizio della grazia di quel
rosso a scenderle nell’anima
di bella ragazza di vent’anni,
contati come semi. Imminenza
di calda spiaggia tra le mani
la sabbia presa da una mensola,
segnacolo dal mare una rosa
conchiglia ad attenderne
un’altra, dell’amato dono
tra le alghe del tempo ad iridarsi
nel bicchiere rubino acceso
liquido nel trarne gioia e guarigione
in un mentre di stella
fino al viatico di una sola sigaretta
donatale in un fiore di quadriportico
in una gioia infinita nella gola.
***
Raffaele Piazza
Grazie Raffaele, un meraviglioso tributo a un grande della cultura!
RispondiEliminaApprezzato moltissimo.
Felice Serino
Maggiori informazioni: http://feliceserino.webnode.it
Omaggio commosso e al tempo stesso originale. La capacità di Raffaele Piazza di toccare le corde segrete della commozione e della bellezza mi lascia ogni volta sorpreso. Complimenti. Francesco Filia
RispondiEliminaCarinissime. Ciao
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