LUIGI MANZI : “ Fuorivia” – Ed. Ensemble – 2013 – pagg. 116 - € 15,00
Fasce della memoria incidono in una presenza esemplare che attinge dalla rappresentazione autobiografica per riversare la figura poetica nel serbatoio del brivido. Brivido che ritorna per accogliere paragoni e confronti, vuoi che la lontananza si rispecchia nel vetro limpido , vuoi che il pulviscolo si rimescola tra le galassie irraggiungibili. Momenti di attesa o momenti di ascolto si tuffano nel silenzio per esplodere nel verso, lungo illusioni che rendono luminescenti i passaggi del ritmo. Il filone che emerge nella scrittura di Luigi Manzi è indubbiamente strutturato da regolari prosodie , che attingono al classico per realizzarsi in soluzioni in definitiva novecentescamente scontate, si che ogni testo è modello allusivo ed evocativo, tra simboli e metafore , incorporate nel dettato . Quasi uno scavo nell’interiorità per seguire accenti tesi a rintracciare nel quotidiano quegli aspetti vitali che dalla parabola si proiettano nel riverbero di una tavolozza. Paesaggi vellutati , scorci di incisioni, sguardi stupiti si alternano a ricordi e ad incursioni nella severa scelta del verso lungo oltre l’endecasillabo.
ANTONIO SPAGNUOLO
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