IVAN POZZONI – “Carmina non dant damen” - Casa Editrice Limina Mentis – Villasanta (MB) – 2012 – pagg. 43 - € 8,00
Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976; tra 2007 e 2010 sono uscite varie sue raccolte di versi; è direttore culturale della Limina mentis Editore.
Chiaramente il titolo del testo prende spunto, ironicamente, dal detto latino notissimo Carmina non dant panem, con il quale i nostri progenitori intendevano dire che la pratica della poesia non dà alcun guadagno in termini materiali ai poeti.
Damen significa in tedesco signore e quindi Ivan Pozzoni, spostando il significato, vuole farci intendere che, come la poesia non apporta il raggiungimento del denaro, così i versi sono inutili anche per la conquista delle donne, nonostante tanti esempi di opere poetiche dedicate a figure femminili, come La vita nova di Dante, scritta per Beatrice e Il canzoniere di Petrarca, in vita e in morte d madonna Laura.
E’ ovvio che i suddetti esempi di opere ormai classiche non avevano come scopo la conquista della donna come può essere intesa nella mentalità degli uomini del terzo Millennio, ma esprimevano una concezione medievale per cui la donna veniva considerata angelicata, punto di riferimento e di partenza per raggiungere un’elevazione spirituale e pervenire a Dio.
Tuttavia la figura femminile è elemento centrale per molti poeti, in primis, Pablo Neruda, che ha scritto bellissime poesie d’amore per la sua donna, anche se la sua conquista era già un dato acquisito.
Entrando nell’ambito stilistico e formale di Carmina non dant panem, bisogna mettere in risalto che la plaquette e suddivisa in tre sezioni e che, semanticamente, presenta un’incontrovertibile struttura architettonica bene articolata, è frutto di una coscienza letteraria consapevole, come già era evidenziato nelle opere precedenti dell’autore.
Il testo, che è corredato da una prefazione di Luca Benassi, ricca di acribia, è suddiviso nelle seguenti scansioni: Amore liquido, Lavoro liquido e Vita liquida.
I titoli delle sezioni, con la ripetizione della parola liquido, ci fanno intendere la cifra distintiva di questi versi, che, mettono in luce un’identità fluida dell’io-poetante, immersa in un mondo liquido qual è il nostro presente, nel senso della suo essere caotico e scisso, tempo nel quale l’individuo è sperso nei meandri della globalizzazione, è alla ricerca delle proprie radici, come ha più volte notato il filosofo Zigmund Bauman.
Il tono del versificare è affabulante e narrativo ed è permeato da una grande musicalità, conseguita attraverso il ritmo cadenzato; il poeta raggiunge una forte chiarezza espressiva e tutte le composizioni sono centrate sulla pagina.
Elementi essenziali sembrano essere misticismo ed erotismo, che si coniugano bene tra loro in una stabile tensione verso la figura della ragazza della quale il poeta è innamorato.
C’è un forte pathos nella vicenda sentimentale narrata in tutte le sue modalità e situazioni, nelle quali il menestrello poeta cerca in tutti modi di conquistare la sua dama..
Centrale il componimento eponimo introduttivo, nel quale viene detta una moneta sulle due facce della quale sono impresse l’effigie di una regina e quella di un menestrello vestito d’un manto di terra.
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RAFFAELE PIAZZA
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Da Carmina non dant dame
La mia arte è impotente
a lanciare incantesimi tanto influenti
da tenere senza tempo sospesi nel vuoto due volti,
mescolando in fucina due mondi
in un unico mondo in cui menestrello
ed austera regina si armonizzano a fondo.
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