venerdì 27 settembre 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = GUGLIELMO APRILE

GUGLIELMO APRILE – “Il profumo di Giorgia” (canzoniere) -
Loffredo Editore – Napoli – 2013 - pagg 167 - € 12,50

Guglielmo Aprile, autore del testo che prendiamo in considerazione in questa sede, è nato a Napoli nel 1978 e ha pubblicato diverse raccolte di poesia; collabora a numerose riviste letterarie nazionali e internazionali.
Il profumo di Giorgia è un canzoniere amoroso; l’opera ha un taglio apertamente lirico e aspira a saldarsi alla illustre tradizione dei canzonieri amorosi, che hanno scandito la storia della poesia occidentale.
L’opera può essere letta come un poemetto composito e articolato, anche per l’assenza di suddivisioni..
Il testo, per le immagini naturalistiche, delineate dall’autore, si può avvicinare, come genere, al Cantico dei cantici biblico, nel quale l’amata viene detta dall’amato, in sintonia e quasi in simbiosi con la natura stessa e con le sue bellezze vegetali e animali.
Protagonista del canzoniere è il tu al quale l’io-poetante si rivolge per tutta l’estensione e la durata del libro intenso e corposo.
Il testo si apre con tre poesie senza titolo, che fluiscono in lunga ed ininterrotta sequenza, due delle quali sono costituite da una sola strofa e una da tre strofe.
Frequente è l’aggettivazione che dà sfumature al tessuto linguistico; i versi sono spesso debordanti ma sempre ben controllati.
La forma è chiara, nitida e limpida e connotata da una vaga chiarezza che si coniuga a narratività.
Tutti i componimenti presentano una forte densità metaforica e sinestesia.
Cifra dominante dell’opera pare essere il tema del trasporto sensuale, ma anche mistico e spirituale, dell’io-poetante verso la figura dell’amata, destinataria dei versi e musa ispiratrice.
Si avvertono sospensione e magia in un tipo di poesia poco praticato nel panorama odierno e che ha il suo massimo riferimento nel Canzoniere del Petrarca In vita e in morte di madonna Laura.
Viene ad intessersi sulla pagina un gioco di tinte, tonalità, sensazioni, percezioni, stupore e magia, che affascinano il lettore.
Una certa vena neobarocca dello stile caratterizza il libro di Guglielmo Aprile, che segna una svolta nella sua produzione: infatti le sue raccolte poetiche precedenti sono differenti nella loro intrinseca essenza, anche se, tra i temi trattati ci sono quello mistico e quello erotico.
In realtà in Il profuma di Giorgia l’autore cambia stile, passando da immagini dette con urgenza, che hanno come caratteristica una notevole oscurità e complessità, a raffigurazioni, sempre articolate, ma più semplici, che potrebbero essere considerate, ad una prima lettura, elementari.
Invece, quello che sorprende nel testo, è il caleidoscopio incredibile di risorse espressive, che il poeta riesce a mettere in atto sulla pagina, pur rielaborando sempre un unico tema.
Se volessimo adoperare una metafora musicale, si potrebbe affermare che ogni singola composizione è una variazione relativa ad una sola tematica, quella erotica – amorosa.
L’erotismo detto dall’autore è raffinato e la sua donna è descritta attraverso la sua fisicità, che porta, tramite le bellezze del suo corpo, alla sua anima; un libro, appunto, sulla capacità d’amare.
*
RAFFAELE PIAZZA--
***

Con tutti quei pezzi di ferro
che porti sull’orecchio
(piercing, li chiami tu),
come farei, se proprio
lì volessi baciarti?
Ma un albergo non ha
soltanto una stanza, mi fai,
lanciandomi un’occhiata
che sa di maliziosa
allusione e di falsa
promessa, e poi vai via,
proprio quando mi stavo
per lasciarmi andare a un audace
e sciocco doppio senso
sul tema dell’albergo
e della chiave. Mossa
la tua quanto mai, se ci penso,
saggia, provvidenziale.

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