sabato 7 dicembre 2013

POESIA = CLAUDIO FIORENTINI

PIETROSA PASSIONE--

La lenta, pietrosa passione che ieri
Prima di sbiadire nell’oggi
Venne a ferirmi
Umile di canti e vento prosciugato
Stele di pensiero e tempo
Più non vedi?
Ecco, prati e foreste, mari e montagne
Tutto si dispiega nel pensiero
Perché la realtà è cemento
Solida realtà che all’oggi sottomette ogni speranza

Ma no, non è vero…
L’uomo distrugge e la natura persiste
Tutto ciò che muore poi rivive
Come le radici attorcigliate su quel muro
Come la tempesta che ruggisce
Come il tempo che non cede nessuno dei suoi momenti
Alla morte che arriva
E un solo cielo, un solo mondo, un solo fiato dove vivere ancora
Dove amare ancora
Ieri, oggi e domani
Come sempre
A dirci che la Terra non rinnega il proprio amore
**

" QUANDO LA LUCE"
Quando la luce finirà
noi non saremo ciechi all’abbaglio
di quel terrore
e solo potremo credere
allora come non mai in quel laccio di fede
nascosta e limpida
come da notti e giorni
e tempi andati
e vibratili fibre che ci impediscono
ora come sempre
di volare
Quando la luce finirà
e d’improvviso un altro degrado
sarà lì a convincerci che la follia
forse non era tale
e che il tempo non è bastato a farci capire
che matti si è savi e savi si è stolti
così come ci vediamo oggi
e forse non immaginiamo una possibile fine
ci ritroveremo allora
per un solo attimo
eterno, vero, solido
... a pentirci
**
CLAUDIO FIORENTINI

8 commenti:

  1. Riceviamo via email e pubblichiamo : "La pietra e il cemento sono i simboli di due realtà, Natura e Cultura, in acerrima lotta tra di loro. O meglio, l'uomo s'illude di potersi opporre presuntuosamente alla natura, di potersene affrancare, violentandola in ogni maniera. "L'uomo distrugge", ma "tutto ciò che muore poi rivive" in natura.
    Dalla notte dei tempi, la Grande Madre, "la terra non rinnega il proprio
    amore", che diviene punitivo e implacabile per il figlio degenere, quando
    proprio non ne vuole sapere e non vuole imparare la lezione. Complimenti
    vivissimi a Claudio Fiorentini, per questo componimento poetico assai
    riflessivo.
    FRANCO CAMPEGGIANI

    RispondiElimina
  2. Riceviamo via email e pubblichiamo : "Carissimo Claudio, come al solito, la tua scrittura buca il foglio e l'anima. La prima delle due liriche l'ho già letta e commentata.
    L'altra pone interrogativi profondissimi che, come sai, mi coinvolgono e
    aggrediscono in prima persona. Sono d'accordo con te: "Matti si è savi e savi
    si è stolti". Ben detto, Claudio! L'umanità, nel suo insieme, non cambierà mai,
    fatta eccezione (per fortuna) di particolari e felici momenti storici. Ma al
    singolo individuo è dato di migliorare se stesso nel momento in cui riesce a> capovolgere la propria visione del mondo, riportando lo sguardo dall'esterno
    all'interno di se stesso (senza per questo annullare il mondo). Un conto è il
    "buon senso", sinonimo di vita spirituale; un altro conto è la "ragione", dove
    si annida da sempre il seme della follia. Infatti gli animali non impazziscono.
    Ti stringo la mano e ti invio i miei più sinceri auguri natalizi.-- Franco Campegiani

    RispondiElimina
  3. Riceviamo via email e pubblichiamo : "La poesia, nella sua pienezza, oltre che condurci nel sogno, morbida e pungente ci mostra antri inesplorati dell'anima. Leggendo "Quando la luce" si annaspa, come in attesa di conoscere, senza la luce del vivere che offusca morale e ragione, la realtà del nostro vissuto e, come dice Claudio Fiorentini,... ci ritroveremo allora, per un solo attimo eterno, vero, solido... a pentirci.
    Diana Sganappa

    RispondiElimina
  4. Riceviamo via email e pubblichiamo : ""Claudio mio, ho provato per ben due volte a commentare le tue due liriche , strizzate, asciutte, sanguigne... che condivido
    in pieno come l'amico Franco, ma non sono riuscita a portare a termine
    l'operazione.
    Lo scontro Natura - Cultura è antico quanto il tempo... è lecito ricordare
    la natura -matrigna di leopardiana memoria,ma in realtà l'uomo con le sue 'realtà di cemento' si è allontanato dal concetto di 'figlio' e ha intrapreso un cammino di
    violenza e di disinteresse verso le proprio radici, verso l'alveo ancestrale
    che ha reso possibile la sua stessa esistenza.
    La chiusa stuggente, pur nella sua essenzialità, della seconda lirica, dà la
    misura delle nostre colpe. Possiamo rinascere dalle
    nostre stesse ceneri, come l'Araba Fenice... ma occorre meritarlo e,
    purtroppo, occorre lavorare credendo nel pentimento.
    Ringrazio il caro Amico Claudio per avermi concesso due doni così intensi;
    il Professor Antonio Spagnuolo che ci ospita sul suo prestigioso
    blog e l'amico antico Franco Campegiani, del quale condivido le idee... non
    solo per contagio spirituale. Approfitto dell'occasione per rivolgere a voi
    tutti i più caldi e dolci auguri di giorni all'insegna della verità e della fede!
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  5. Carissimi,

    Vi ringrazio tutti per i vostri commenti. La poesia è un cammino tracciato nel profondo della nostra anima. Alcuni lo definiscono doloroso, ma non io, che credo abbia come prima qualità, la capacità di illuminare un pensiero, e fissarsi nella coscienza, anche se solo per un attimo... e non finisce quando si finisce di leggere, perché germoglia ancora...
    Ciao
    Claudio

    RispondiElimina
  6. Riceviamo via email e pubblichiamo : "Bello veramente il respiro della prima strofe della lirica PIETROSA PASSIONE, i cui versi (tranne il primo e il nono), tonici sulla prima sillaba e dunque inarcati, disegnano nella loro costanza ritmica quasi la figura del poeta seduto sulla sommità di un monte (a me piace immaginarlo così), con lo sguardo non rassegnato a scrutare i disastri del fondovalle..."

    Andrea Mariotti

    RispondiElimina
  7. Riceviamo via email e pubblichiamo : "Non a caso "Pietrosa Passione" e "Quando la Luce" sono in sintonia tra loro.
    Il contesto che ne scaturisce raccoglie, nell'una, la forsennata lotta dell'uomo contro una Natura che nessuno riesce ad annientare: la linearità della nostra vita (nella visione dell'Occidente moderno), è in continuo contrasto con gli alterni cicli di morte e rinascita degli Elementi. L'umana specie è destinata inesorabilmente a perire, la Natura è un continuo spegnersi e risorgere, un perpetuarsi di Fine ed Inizio voluti dall'Onnipotente.
    Nella seconda lirica l'autore, con eloquenti e sagge metafore, attribuisce alla creatura pensante i doni della Ragione, del Pentimento e della Fede: con queste virtù l'uomo riesce a riscattarsi riconoscendo - al fine di meritare l'Eterno - i limiti della "Ragione Folle".
    Ottimo l'intreccio di versi liberi che racchiudono coerenti spunti filosofici; suggestive quanto efficaci le visioni della Natura, scelte accuratamente con il proposito di umiliare le nostre nefandezze."
    --Roberto Mestrone --

    RispondiElimina
  8. Lo sguardo rivolto all'Altro , al Mondo , è consustanziale al lavoro di Fiorentini non da oggi.Il suo è il linguaggio della Ragione , laddove lo Spirito appare con la partecipazione e il distacco che si merita , proscrivendo le ridondanze lessicali che troppo spesso la poesia contemporanea ci propina . In questo equilibrio credo risieda la riconoscibilità e la credibilità di un discorso poetico .

    Con un saluto e un Augurio di Buon Natale all'Autore e a Spagnuolo.
    leopoldo attolico -

    RispondiElimina