"UN RIPOSTIGLIO nel miscuglio d’ombre e luci"
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Un ripostiglio nel miscuglio d’ombre e luci
frastagliato dal riverbero lunare,
ove il tempo irreversibile dilata le fibre dell’anima
e la notte – sfumando nei silenzi del caseggiato –
si accapanna in uno scrigno di misteri
sfilacciando tessuti d’incubi dissuadenti:
vi rimescolo continuamente ostinatamente materia e poesia
richiudendo ogni volta l’uscio per l’ennesimo riposo.
E poi discendo verso l’abisso, il nulla scivoloso,
alla deriva sulla domanda solita bislacca
che nutre la vita e la speranza:
"chi come perché quando?…".
E’ in questa notte che mi sovviene nel mezzo dormire
l’immane cataclisma e gronda il cuore di piccoli profondi grovigli:
anima / non anima nel buio / luce dell’esterna meraviglia.
Si dilunga sempre il lamento in un interrogare muto le stelle.
Ed è ancora comunque speranza.
Ma questa vita non è solo giustizia o meraviglia:
è l’immagine costante d’un perenne trascinarsi
incastrati nell’orologio di Dio fino al tempo dei risorti,
quando il motore del mondo avrà placato il suo enorme abbrivio
e più non saremo che primordiale polvere d’amore celeste.
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GIUSEPPE VETROMILE ---
Carissimo Antonio, grazie per l'ospitalità in questa tua preziosa e validissima rubrica, che merita la giusta diffusione.
RispondiEliminaUn caro abbraccio,
Pino Vetromile
Attraverso un costrutto "metaforico" e "obliquo" l'autore si interroga sul passare del tempo e sui grovigli di dubbi e di mistero cui ci spinge la vita, ponendosi le eterne domande ("bislacche" poiché da sempre senza risposte) che ancora risposte non hanno. La vita dell'uomo è ingabbiata nel misterioso destino assegnatoci da Dio, costringendoci a "essere" finché fatta sia la sua volontà.
RispondiEliminaGiovanni D'Amiano