LEDA PALMA : – “Ingiurie e silenzi” - Fermenti Editrice - Roma – 2013- pagg. 99 - € 12,00
Ingiurie e silenzi può essere letto come un diario poetico di viaggio verso l’Oriente, che è insieme luogo geografico e spazio dell’anima; il testo non è scandito e tutti i suoi componimenti sono centrati sulla pagina e senza titolo; il testo è caratterizzato da un ritmo molto accentuato che dà, al contesto complessivo, una certa musicalità; tutte le poesie si risolvono in unico respiro, anche per l’assoluta mancanza, in esse, di punteggiatura. In Ingiurie e silenzi, si avverte, molto fortemente, il senso del cronotopo, del tempo nello spazio, che è il luogo del viaggio; nella prima poesia, che ha un carattere programmatico, l’io-poetante si rivolge al viaggio stesso, che diviene il “tu” a cui rivolgersi, un viaggio personificato:-“ Benvenuto tu sei viaggio perché/ perdo d vista con te accanto/ il tempo/ lo lascio ecco avariare/ tra i rintocchi del pendolo/ non mi rovescia oggi/ gli assilli di una vita/ quotidiana// un’unghia di avvenire fruga/ l’atlante che caldo gira/ in un cavo di mano/ su un punto spiana – un riposo/ di giallo-/ quanta saggezza assorbo tra le mani/ quant’anima si allarga/ si schiarisce/”-;. questa poesia è pervasa da un’ansia dinamica e controllata, verso la temporalità e la spazialità e, nello stesso tempo verso la tensione che conduca ad una possibilità di quiete (vedi la bella sinestesia riposo/di giallo). In questo testo c’è una forma avvolgente dei testi e una certa pesantezza, che si coniuga a un’accentuata lentezza nel dettato, caratteristiche di per se stesse non negative, leggermente amplificate dalla forma centrata dei versi, forma che rende lo stesso ritmo incalzante. C’è una certa sinuosità nei versi, che sgorgano gli uni dagli altri, in un procedimento per accumulo. In Ingiurie e silenzi incontriamo una certa levigatezza del dettato, che è pervaso da una marcata eleganza. Una delle caratteristiche di questi versi è la visionarietà che si coniuga ad un andamento suadente e, a volte, musicale; è iterativo il rivolgersi al viaggio, come ad una persona. Pare di assistere, all’inizio del libro, ad una fase preparatoria al viaggio, successivamente al viaggio vero e proprio; vengono descritte tutte le sensazioni evocate dal viaggio, come la nostalgia. A volte la musicalità del versificare, dà al tessuto linguistico un afflato di canzone. E’ evidente anche la presenza della natura, in paesaggi ed animali che vengono nominati, Una forte chiarezza pervade queste poesie, che, spesso, hanno un tono lirico e vagamente elegiaco. Ingiurie e silenzi può essere letto come un poemetto, per l’unitarietà dell’argomento e per la compattezza e la coerenza formale. In alcuni componimenti riscontriamo un certo straniamento, insieme ad una disposizione anarchica dei versi, come nella poesia a pag. 29:-“Piccoli scorpioni nella notte/ in cerca di anime da seccare/ avanti e indietro della mente/ manovrare i sogni/ (non li so guidare/ per loro nulla a riposo/ sconfitte umiliazioni// cascame di civiltà/ che trascino a spalla/ lungo/ la distesa di case strade/ chiamate vita dove/ straniera/ la voglia di finire/-“. C’è densità semantica in questo componimento; nell’incipit incontriamo gli scorpioni, simbolo del male; seguono immagini dal carattere ontologico (l’avanti e indietro della mente, i sogni da manovrare la vita chiamata e la voglia di finire). Salienti i versi a pag. 19.-“ …che tu viaggio condurrai il mio io/ al sicuro alimento di acqua chiara dove l’ampio respiro beduino/ s’abbevera dissolve…/”. Da questi sintagmi possiamo dedurre che il viaggio viene considerato dal poeta come un evento salvifico; l’acqua è qui chiaramente elemento e simbolo di rigenerazione. Molto spesso c’è una forte corporeità in questi versi come in questo passaggio:-“ …è spada stanotte la luna/ che snuda coperchi di me…/”.
RAFFAELE PIAZZA---
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