“Il diavolo a molla” – 5 – Antologia Nuovi Fermenti Poesia - Fermenti – Roma – 2013 – pagg. 155 - € 18,00
Fermenti Editrice, prestigiosa casa editrice romana, diretta da Velio Carratoni, alla quale hanno collaborato, tra gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dario Bellezza, Giacinto Spagnoletti, Domenico Cara, Mario Lunetta, Antonio Spagnuolo, Gualtiero De Santi, Aldo Rosselli, Vito Riviello ecc. ha in catalogo numerosi testi di poesia, saggistica e narrativa e anche diversi testi antologici, tra i quali il libro che prendiamo in considerazione in questa sede, intitolato “Il diavolo a molla”, curato da Donato Di Stasi. Lo stesso Di Stasi, interrogandosi sul significato di altri titoli, afferma, nell’introduzione, che un’antologia può servire a definire il punto di arrivo del processo di autocostituzione della lingua italiana, oppure a individuare quale livello stilistico è in grado di produrre una particolare età storica. Una raccolta poetica verifica la serietà oggettiva degli autori presentati, la loro determinazione ad agire letterariamente in presenza di lettori concreti. Da un lato chi viene antologizzato acquista coscienza del proprio lavoro nel confronto di stili e tematiche, dall’altro il pubblico (sentendosi rappresentato) può assegnare il diritto di scrivere versi, permettendo ai poeti di ricomparire come riconosciuti biografi della società.
Perché il titolo “Il diavolo a molla”? Si tratta di una citazione colta tratta da un’opera del ‘900 di Henri Bergson, “Il riso, saggio sul significato del comico”; come scrive Di Stasi, passate in rassegna le ragioni della comicità, il filosofo francese prendeva in considerazione un gioco d’antan, consistente in una semplice scatola dalla quale (chi lo ricorda) scattava fuori di sorpresa un diavoletto impiastricciato, tanto per mettere paura ai bambini. Il divertimento risiedeva nel cacciare il pupazzo in basso, aspettando che la molla si ricaricasse di nuovo, fino a sollevare il coperchio e a far riapparire l’orrido (si fa per dire) demone. Il comico si originava da due situazioni meccaniche: quella del pupazzo a tirarsi su e quella del bambino nel ricacciarlo nel suo finto inferno. La metafora appare chiara: il diavolo a molla con la sua rigidità simboleggia la condizione odierna della poesia, in molti casi schernita e derisa, nemmeno si tratti di un parto di imbecilli. D’altro canto il diavolo a molla esorta a cercare nella scatola della coscienza e della scrittura inattese sorprese linguistiche, scelte tematiche inusitate, nuovi scatti ritmico-melodici.
I poeti antologizzati sono dieci: Giorgio Bàrberi Squarotti, Domenico Cara, Velio Carratoni, Antonino Contiliano, Gianluca Di Stefano, Silvana Folliero, Marcella Leonardi, Tommaso Putignano, Antonio Spagnuolo e Vinicio Verzieri. Lo schema, proposto nell’antologia, consueto per quanto riguarda quelle curate per Fermenti Editrice, è il seguente: dopo l’introduzione, curata, in questo caso, con notevole acribia, da Donato Di Stasi, seguono dieci schede, corrispondenti agli autori inclusi. In ognuna sono presenti una nota biografica, osservazioni critiche personalizzate, relative ai testi antologizzati e, infine, i testi poetici stessi. Vengono rappresentati dieci universi poetici eterogenei, appartenendo gli autori a diverse generazioni ed avendo ognuno una particolare cifra distintiva. I poeti presentano tipi di sensibilità variegati tra loro e sono accomunati dall'intenso desiderio di trasmettere ai lettori profonde e più o meno chiare verità. Attraverso l’insieme dei poeti antologizzati, si vengono a conoscere diverse fisionomie di autori che traggono dalla vita, ognuno a suo modo, le occasioni del quotidiano, per trasfigurarlo e sublimarlo in poesia. I temi e gli stili dei poeti qui inclusi, spaziano dal naturalismo all’epicità, dal surrealismo alla visionarietà, fino al documentarismo interiore. In Italia il genere dell’antologia continua a proliferare e questa, tra le tante, pare essere una delle migliori del settore, sia per l’alto livello dei testi inclusi, che per la sua struttura organica ed esauriente. Si tratta di un testo piacevole alla lettura, sia per il critico, sia per il cultore di poesia (che poi, quasi sempre, è a sua volta poeta).
Le antologie pubblicate nel nostro paese presentano schemi intrinseci diversi tra loro: ce ne sono molte che presentano solo i testi tout-court e altre nelle quali solo pochissimo spazio è dedicato alle note critiche o altre dove per ogni singolo autore è presente un solo testo. “Il diavolo a molla”, contrariamente agli esempi suddetti, presenta una notevole organicità, tra testi, note critiche e note biografiche, per cui l’opera può essere vista come un tutto, come un insieme compiuto, nel quale ci si può soffermare maggiormente su qualcuno dei singoli autori o singole parti; da segnalare la qualità degli autori presenti in questa antologia: tutti i poeti selezionati sono di alto livello.
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Raffaele Piazza
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