mercoledì 19 febbraio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = DANIELE PETRINI

Daniele Pietrini – “Il fortino dell’invisibile” -Fermenti Editrice - Roma - 2013 – pagg. 111 - € 14.00

Daniele Pietrini è nato nel 1974; ha pubblicato liriche su varie riviste nazionali ed è al suo secondo libro di poesia.
“Il fortino dell’invisibile”, bene strutturato architettonicamente e che presenta una densa prefazione di Gualtiero De Santi, è suddiviso nelle seguenti sezioni: “Ventuno quadri, Zalongo 1803, Francesco, Imhotep, Autobus, Annibale Carracci, In rapporto di consanguineità”.
Cifra dominante della poetica di Pietrini è il misticismo cristiano, che si coniuga spesso a filosofia, mito, storia ed arte, soprattutto alla pittura.
In Ventuno quadri (2007), la sezione che è nettamente la più estesa, troviamo nei testi una notevole componente descrittiva e iconica.
E’ evidente in molte composizioni il tema di una materica mistica corporea, per esempio nei versi:-“…/il mio viso eletto a costruzione edificante,/ fonte di luce nella casa…”-., tratti dal componimento Ritratto d’uomo.
Pare che, in questa scansione, l’autore sia fortemente consapevole di volere dare una valenza figurativa alle poesie dedicate in parte a tematiche religiose, che hanno come fonte i vangeli, (per esempio La probatica piscina, L’Annunciata e L’ultima cena) e in parte all’arte classica e anche contemporanea, avendo per soggetti dipinti famosi come Il mangiatore di fagioli, I coniugi Arnolfini,i La Gioconda e S. Girolamo nel suo studio.
Del resto questa prospettiva rientra nell’ottica del detto antico ut pictura poiesis, a dimostrazione dell’interagire delle due arti sotto il comune denominatore della bellezza.
Nella scrittura di Pietrini si avverte un forte senso di magia e sospensione, e le poesie sembrano aleggiare in una dimensione fuori dallo spazio e del tempo convenzionali e non vengono quasi mai detti elementi della quotidianità, essendo tutto il discorso immerso soprattutto nella dimensione del sacro e anche in quelle della storia e della leggenda..
A livello formale si nota che nei componimenti è presente, nella maggior parte dei casi, una fitta punteggiatura, elemento per il quale si accentua il carattere icastico di questi versi, caratterizzati da accensioni ed epifanie.
In Ventuno quadri i vari’io-poetanti si definiscono spesso come pittori, procedimento veramente originale e, spesso, il poeta sembra incarnarsi nelle tele dei suoi dipinti di parole; in molte poesie si ritrova il senso della metamorfosi.
E’presente nella raccolta una forte densità metaforica e sinestesica, che si combina a leggerezza nella scrittura del nostro e i versi sono affabulanti; i segmenti sono densi e scattanti e la forma è ben controllata; l’io-poetante è sempre molto autocentrato; la raccolta deve il suo titolo al fatto che il fortino, a livello simbolico, rappresenta l’interiorità del versificatore, che è invisibile ed è un concetto astratto.
Come scrive il prefatore “la conseguenza è che il portato “il fortino” di quanto invisibilmente viene in esso raccolto, comincia a rendersi percepibile in quello spaccato di realtà naturali, che appartengono alle esperienze del poeta, tanto intima e intellettuale quanto pulsionale e corporea”.
In La probatica piscina l’autore si rifà al vangelo in quanto in questa piscina situata in Gerusalemme, si lavavano le pecore destinate al sacrificio e si immergevano gli infermi.
Un alone di vaghezza caratterizza il suddetto componimento ed è detto nell’incipit un angelo che nessuno ha mai visto e del quale parlano le scritture; del resto il tema dell’angelo s’incontra spesso in queste pagine.
In L’Annunciata è la Madonna stessa a parlare descrivendo la sua psiche nelle sue pieghe più intime, rivelando la sua condizione di predestinata, in quanto testimone, e pronunciando, a sua volta, tra l’altro, il sintagma torre d’avorio, tratto dalle litanie del Santo Rosario.
In La dama con l’ermellino, celebre dipinto di Leonardo è la dama stessa a parlare quando afferma che altri cantano, pregano, vanno in pellegrinaggio, mentre lei ama il suo animaletto, con il quale stabilisce un rapporto affettivo, accarezzandolo e contemplandolo.
Le altre sezioni del libro sono brevi e, per la loro unitarietà, potrebbero definirsi dei poemetti
In Zalongo 1803 (2008) la scrittura è veloce a armonica e le poesie sono senza titolo; qui è descritto l’episodio storico, .avvenuto in Grecia, quando cinquantasette donne, danzando e tenendosi per mano, si gettarono in un precipizio pur di non essere fatte prigioniere dai turchi; l’io-poetante è una delle donne morte a Zalongo.
“Il fortino dell’invisibile” è un testo originale, quasi unico nel panorama attuale, per le sue implicazioni nell’indagare il soprannaturale, la sfera del trascendente, come è bene messo in evidenza nella prefazione
.
Raffaele Piazza



Ritratto d’uomo


C’è una parte del mio corpo
che emerge dalle cure quotidiane?
Un punto in cui il mio peso aumenta
straripo nel mondo dei sogni?
Il naso, gli occhi, la bocca: pittore, rilancia.
Prendi me, più qualcosa che non conosco:
i tuoi viaggi, i rapporti umani.
Quello che hai sognato stanotte.
E’ possibile che un certo rapporto tra le mie parti
rimandi a configurazioni ultraterrene,
racconti mitologici.
Fa un quadro per cui io sia punto d’inizio,
che per me è punto d’arrivo.
Il mio viso eletto a costruzione edificante,
fonte di luce nella casa.
Ch’io possa imparare, guardandomi.

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