"L’anguilla di Montale"
(a Maria Luisa Spaziani)
Il mare è saggezza d’ascolto
al nostro paziente andare,
s’affretta l’anguilla di Montale
per rallentare il suo rientro.
Più a fondo va per assopirsi,
c’è un tempo a cui ubbidire
e un altro per rassegnarsi.
Certe volte torna indietro
spaventata dalle correnti,
d’istinto è pronta a risalire.
*
"Sostantivo certo"
(a mia madre)
Quando verrà la sera
per buona abitudine
lo scambio di saluti
porterà tra cielo e terra
una traccia di mio padre.
Lasciami la tua voce
e le cose che non hai fatto,
la morte è un sostantivo
certo purché tu non sia
per di qui a cent’anni
altro varco da limitare.
*
"Dovrei dare certezze assolute"
Dovrei dare certezze assolute
agli scricchiolii dei mobili
per convincermi di regole,
di coincidenze e di cause,
prima ancora che il sonno
si presenti come la via più
corta dal cielo alla terra.
Si fa perno il tuo silenzio,
ascolta il mare perché i pesci
sono mandrie senza guardiani,
battelli che spaventano la morte.
*
"L’equilibrio eterno"
Dimmi del dolore curvo,
a quest’ora il mondo s’apre
alle costellazioni divine.
Non fermarti in fondo al cielo,
tra le correnti trascinanti
prima di spegnere la luce.
Tu sei l’equilibrio eterno
di quando stavi in terra
e l’eucarestia era la casa.
*
"Non è più come prima qui"
Muto è il giorno dopo,
tu sei una mano risoluta
che nasconde alla pianura
il peduncolo che si spezza,
l’accaglio dell’ultima uva.
Non è più come prima qui,
il dolore ha un’altra forma
e troppo alto è il pensiero
di Dio che viene a giudicare
il giusto dei vivi e dei morti.
*
LEONE D'AMBROSIO
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