"Il paradosso di Teseo" – 8 – Antologia Nuovi Fermenti Poesia -
Fermenti Editrice – Roma – 2014 – pagg. 149 - € 18,00
Fermenti Editrice, prestigiosa casa editrice romana, diretta da Velio Carratoni, con la quale hanno collaborato, tra gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dario Bellezza, Giacinto Spagnoletti, Domenico Cara, Mario Lunetta, Antonio Spagnuolo, Gualtiero De Santi, Aldo Rosselli, Vito Riviello ecc. ha in catalogo numerosi testi di poesia, saggistica e narrativa e anche molti volumi antologici, come quello che prendiamo in considerazione in questa sede, intitolato “Il paradosso di Teseo”, curato da Donato Di Stasi.
Nell’introduzione al libro lo stesso Di Stasi afferma che nel giardino della letteratura i versi continuano a cadere come le mele di Newton: forza di gravità, dunque, necessità e pure coerenza.
Tuttavia molte poesie, prodotte nel nostro presente, sono antiletterarie, facili, anche perché, nell’era del verso libero, tutti, con un lapis e un foglio di carta, possono scrivere liriche, fatto messo in evidenza da Eugenio Montale nel saggio “Sulla poesia”, 1976.
Inoltre il numero dei poeti è in aumento per la condizione di solitudine dell’uomo, tipica del nostro postmoderno occidentale, grazie anche al proliferare della poesia on-line con blog e siti ai quali tutti possono accedere per scrivere, esprimere giudizi ed essere commentati.
Spesso le persone, per comunicare con gli’altri in modo positivo, sono costrette a gettare bottiglie con messaggi in forma di poesie nel mare della vita, con la speranza che siano recuperati e letti da qualcuno, per usare una metafora molto nota.
Come afferma il curatore, un’antologia poetica parte sempre da un’arida desolazione e cerca di piantare un frutteto che produca un doppio beneficio: riempire ceste di mele per un viaggio verso l’ignoto (la vocazione poietica stricto sensu) e legno robusto per le piroghe e le barche.
Di Stasi inventa una similitudine tra la navigazione (in particolare quella di Teseo di Atene salpato nell’antichità mitica alla volta di Creta per porre fine allo scempio dei sacrifici umani, in specie straziando e squartando il Minotauro) e la condizione della poesia, prua rompighiaccio, o zattera per la sopravvivenza, nelle sue varietà espressive, chi vi si arrischia lo fa da uomo o da donna plurale, al servizio di conoscenze e di emozioni collettive.
Traversata e pratica della poesia, quindi, secondo “Il paradosso di Teseo”, come mezzi speculari per addentrarsi nella nostra liquida e labirintica contemporaneità, nel viaggio, che è la realtà, secondo quello che può esserne l’unico senso, quello della sua continuazione giorno dopo giorno.
Si naviga nelle acque infide della routine, nelle quali può accadere, fortunatamente, anche di sbarcare su isole felici, diventando protagonisti di attimi di gioia e non solo di dolori, sensazioni composite, da tradurre, appunto in poesia, come se questa fosse il negativo fotografico delle immagini di momenti dell’esistere.
Scrive il critico che i dieci poeti qui antologizzati intendono la poesia, ciascuno con le dovute differenze, come il racconto della vita giocata su più livelli o incontri, da un lato il filo degli affetti, dall’altro la corporeità, la malattia, la morte (in forma di ossessione).
Schegge poetiche aspre e scorciate, diversamente aggrovigliate e riflesse individuano il momento esterno (ideologico, multiplanare, polifonico) e il momento interno (la sceneggiatura della quotidianità, l’ininterrotto flusso di dubbi e di mancate certezze).
I poeti antologizzati sono dieci: Lucianna Argentino, Caterina Davinio, Annitta Di Mineo, Gianluca Di Stefano, Marco Furia, Daniele Pietrini, Antonio Spagnuolo, Silvia Venuti, Giuseppe Vetromile e Giuseppe Vigilante.
Nel fertile panorama della poesia italiana attuale, vedono la luce, non solo moltissimi libri di poesia, pubblicati nella stragrande maggioranza dei casi da piccoli e minimi editori, ma anche antologie molto diversificate tra loro nella struttura.
Alcune crestomazie sono monotematiche, altre presentano i testi senza alcun commento, fornendo solo le note biografiche dei vari autori inclusi.
Fermenti Editrice ha già in catalogo molteplici opere antologiche, riguardanti sia la narrativa che la poesia, che hanno il comune denominatore dell’alto livello degli autori inseriti.
E’importante evidenziare il filo rosso, lo schema architettonico, che caratterizza questi lavori pubblicati da Fermenti.
Il suddetto è costituito, preliminarmente, da un’introduzione, a cura di un noto critico; seguono le schede esplicative sulle poetiche di ogni letterato inserito, e, infine, i testi di ogni singolo poeta, corredati dalle relative note biografiche e interpretative.
“Il paradosso di Teseo” può essere inteso come un lavoro unitario, quasi un ipertesto, nella lettura del quale ci si può soffermare, a piacere, anche su singoli brani, un libro che emerge, sia per la qualità delle scritture creative, che per la sicura acribia del redattore.
Raffaele Piazza
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