lunedì 16 novembre 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = ROBERTA DEGL' INNOCENTI

IL SINESTETICO SOGNO DI ROBERTA DEGL’INNOCENTI
(Nota di lettura di Valeria Serofilli) al volume "Come un piccolo sogno" (Masso delle Fate Edizioni 2015).
La vita è sogno, ci ricorda Calderon de la Barca e di “essenziale invisibile agli occhi” ci parla anche Antoine de Saint Exupèry, il cui pensiero è posto non a caso ad epigrafe della recente pubblicazione di Roberta Degl’Innocenti Come un piccolo sogno, edito per i tipi di Masso Delle Fate di Firenze nel marzo 2015 e prefato da Maria Rosaria Perilli.
I sogni, per dirla con Jorge Louis Borges, costituiscono, del resto, il più antico e certo non il meno complesso genere letterario, ed il volume qui oggi presentato nell’ambito degli incontri letterari dell’Ussero di Pisa, come già precedenti opere della Degl’Innocenti, si può ben definire un’autobiografia che lega in sapido trait d’union e in sapiente bilanciamento poesia, narrativa e fiaba con la levità e musicalità tipiche dell’Autrice.
Facendo proprio il pensiero di Exupèry “non si vede bene che col cuore”, la Degl’Innocenti ci conduce infatti pagina dopo pagina e attraverso le tre sezioni di narrativa poesia e fiaba in cui si articola il libro, nel suo sinestetico mondo di colori, profumi e sapori; un mondo in cui tutto palpita e pulsa, dal rosso dei papaveri in copertina al luccichio dei mattoni rossi e i gerani alla terrazza dell’Antica casa sita in una di quelle vie senza tempo:
<<(…) finestra che si apre, dilatata dal mio sogno fanciullo, e rossi gerani alla terrazza, del colore che pulsa e trafigge la stanza (…)>>
(da Antica casa, Poesia)
<<(…) I mattoni rossi luccicano, luccicano, luccicano. Se li guardi sorridono. La ragazza dai riccioli bruni dice sempre che arrivano al cuore.>>
(da La casa dei mattoni rossi, Narrativa)
Walter Benjamin, come ben evidenzia Giorgio Linguaglossa, parla di “legge d’identità”, dell’a priori di ogni poesia, (“Ogni opera d’arte ha in sé un ideale a priori una necessità di esistere”). Una “legge” che sola può rivelare le connessioni con la vita e attraverso cui l’analisi della poesia identifica ogni unità presente in essa come funzione di una infinita catena di serie, nelle quali il poetato si dispiega (G. Linguaglossa).
Possiamo dire che nella poesia della Degl’Innocenti il poetato indica il ponte di passaggio tra la forma e il ricordo. E tutto è ricordo e memoria nel volume della nostra autrice. E’ memoria che incanta nella poesia dedicata ai suoi cari, sia a quella per la madre Pierina Montagni che al padre, facenti entrambe parte della sezione “A mio padre e a mia madre”, sezione che ospita anche la poesia eponima.
“(…) Crepuscolo di ciglia.
Gridi di stelle a scrivere la storia.
Quando ti penso m’incanta la memoria.”
(da Crepuscolo di ciglia)
“(…)
Un passo indietro: afferro la memoria
con le sue ali limpide di sogno:
in sogno piccolo chiuso, nello scrigno,
segno remoto di un passato intatto

Adesso i miei ricordi, nel futuro,
vivono ancora limpida salvezza”.
(da Come un piccolo sogno,2)
E’ memoria nel racconto di Roberta bambina che scritto sotto pseudonimo, rivive l’esperienza dell’alluvione del 1966 a Firenze; e ancora ricordo e memoria nel racconto della casa dei mattoni rossi che prosegue nella già citata lirica Antica casa. Il piccolo sogno dell’io lirico trova la sua concretezza nel testo della lettera immaginaria dedicata alla sorella scomparsa precocemente e mai conosciuta:
(…)
Un passo indietro: afferro la memoria
con le sue ali limpide di sogno:
un sogno piccolo, chiuso nello scrigno,
segno remoto d’un passato intatto.
Stringo forte le dita in un abbraccio,
dolce bambina in cerca di bellezza.
Adesso, i miei ricordi, nel futuro,
vivono ancora limpida salvezza.
(da Ai miei cari)
Memoria, ma non rimpianto di gioie perse. Per questo la scrittura della nostra autrice non invecchierà mai in quanto “un uomo diventa vecchio quando i suoi rimpianti prendono il posto dei sogni” (John Barrimòre).
Probabilmente la memoria ha anche a che fare con entrambe le categorie di sogni: l’aspirazione, il desiderio di raggiungere qualcosa o esperire qualcosa.
Recita la poesia eponima con andamento cantilenante:
"come un piccolo sogno appena uscito
sbirciato fuori tremulo, esitante
ma nel contempo vero e palpitante
ho messo insieme queste mie parole
che corrono furtive fra le pieghe
d’un tempo antico e lieve, un sentimento."
(da Come un piccolo sogno)
E ancora:
"solo talvolta mi concedo,
come una cortigiana,
ai miei ricordi
perché è qui che si chiude
il mio percorso
e ancora qui che, ogni volta,
ricomincia."
(da Antica casa)
Un volume Come un piccolo sogno, che non conclude infatti il percorso dei ricordi e dei sogni della nostra Autrice, come non ne conclude certo il percorso della scrittura. Dopo questo piccolo grande scrigno, la Degl’Innocenti saprà regalarcene molti altri nel suo percorso di vita e poesia.
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Valeria Serofilli
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-Caffè dell’Ussero di Pisa, 13 Novembre 2015-

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