Ketti Martino : “Del distacco e altre impermanenze” – Ed. La vita felice – 2014 – pagg. 72 - € 10,00 –
Nella prefazione Rita Pacilio scrive : “ Senza consapevolezza non c’è scampo, non c’è bellezza , né verità materica può aderire al contesto cui appartiene più della propria orma vitale, del proprio passaggio concreto. Il rimpianto di non aver vissuto appieno il proprio tempo , gli errori commessi, il rammarico dei paradossi per le vie scelte intraprese possono farci deprezzare i convincimenti maturi , gli stili acquisiti, ciò che siamo diventati: la guerriglia avviene a favore della vita, il cedimento è metafisico, l’amputazione misteriosa.” Così le pagine scorrono tra le frasi più calde che possiamo incontrare , nella rivelazione che diventa sommamente metafisica , incontro all’incredibile disfacimento dell’ora, nell’ansia di rinnovare se stessi oltre le assenze e i ripensamenti. “Ti bacio ad occhi chiusi un’altra volta / nel vicolo che sa di fetido piacere./ Sotto la luce ferma dei lampioni,/ sulle mie disperate mani spalmo riso / e sangue colati dalla bocca. / Nell’impasto di viuzze,/ sul selciato liso, fatico / a tenere il peso dei miei assiomi.” Che cos’è il tempo che partecipa alle nostre vertigini ? Adesioni misteriche di accensioni che virtualmente entrano nel campo delle intuizioni sublimate e ammutoliscono nelle attese. Anche la memoria cerca di sopravvivere in luoghi altri, in quella solitudine che ricicla i ricordi e ne sbrindella i profili, anche quando il ritmo si adagia alla frase per coinvolgere il lettore nelle molte sfumature e dimensioni. Si alternano momenti modellati al quotidiano tra le ombre illusorie della città , e momenti rivissuti nella tensione delle esperienze , ricche di sensazioni , di immagini riflesse , di turbamenti che diventano musica e poesia. Il ritrovamento , la separazione , vanno verso un arcano approdo quando l’amarezza scioglie i frantumi : “Lasciamoci come gocce / e per la strada , all’imbrunire / c’erano solo vecchi. / Lasciamoci come cenci /zuppi d’acqua e vino /in un’alba atroce di settembre / che nell’assenza andrà di sbieco / con le fratture dei ricordi…” Tutto ciò che è transito adesso vuole ascolto attraverso la meditazione e l’approfondimento di quel che abbiamo vissuto, toccato , amato , voluto , consumato , fatto nostro, per riaffiorare e riuscire ad interrompere il silenzio.
ANTONIO SPAGNUOLO
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