"Lontananza"
La diga in lontananza
sembrava contenere il mare
il grande invaso solo un’illusione:
ma ora che acre sento la tua mancanza
il paesaggio lucano pare
rivivere e morire in mia passione.
BERNARDO ROSSI
*
Bernardo Rossi, nato ad Altavilla Irpina (AV) il 15 marzo 1963. Vive a Napoli dal 1966. Laureato in Lettere Moderne, presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”, è Operatore dei Beni Culturali. Ha pubblicato i saggi critici:
• Il primo “libro” di Guido Gozzano: “La via del rifugio”, Firenze 1993,
• Benedetto Croce e Francesco Gaeta: L’amicizia, la morte e il tentativo di una consacrazione poetica attraverso Guido Gozzano, pp.199 -219; CRITICA LETTERARIA, 90; MISCELLANEA DI STUDI CRITICI IN ONORE DI POMPEO GIANNANTONIO, II,2; LETTERATURA MERIDIONALE.
Ha pubblicato le sillogi poetiche:
• VARI AMORI … LONTANI, Roma 1984
• Estravaganti,minime e frammenti, Ragusa 1996: • POESIE(1978-1998), Roma 2000
• GIACOMO FERRARA (26.07.1959 – 17.08.2002) POEMETTO IN MEMORIA, Stampato a proprie spese presso la Tipografia Ricco, Napoli marzo 2004
Ha pubblicato il romanzo:
• IN MATERNA ATTESA, Firenze 1996.
Ha collaborato a “IL MATTINO”di Napoli fra il 1991 e il 1992 come recensore
Se i sogni fossero i varchi rossi e verdi
RispondiEliminadella tangenziale che vedo in lontananza
pensando a Dio e ai varchi vietati o liberi
di un paradiso terreno: lì andrei verso
un varco verde per giungere a te padre nella
tua tomba nella verde Irpinia
e tu mi accompagneresti
nei cimiteri accanto dove si vede
il silo dell'acqua costruito inutilmente
giù dai loculi nel verde diffuso
e mi accompagneresti alle vicine
tombe di mamma Fernanda
e delle dolce Luciana e della domanda
a cui non ha voluto o potuto mai rispondere.
Non sapevo come farLe leggere questo mio testo e l'ho insreito qui,
RispondiEliminaCordiali saluti Bernardo Rosssi.
Sono spento, il troppo frastuono cede
RispondiEliminama non sento come tuono precede
il fulmine in un mondo rovesciato
sogno amato e perso nell'universo
se concedo pochi frammenti ancora
è solo per non vagare da solo
in un attimo dove il tuo vestito
rosso è sparito con te: e ha preso il volo.
Bernardo Rossi
RispondiEliminaOra leggetele come un'unica, organica poesia...
Poesie dell’attesa
*
Si ponga fine al gioco senza cura
si dica poco al bimbo stanza scura
l'eterno lo si lasci fluttuare
nel baratro domestico dormire.
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Un dono per Enza,
Di cosa vuoi accusarmi in queste ore
se non vedo dove declina il sole
se perdo il senso già dal sonno vinto
mi limito strisciando i passi lenti
nell'animo a sorridere ma fingo.
***
Ad Anna
Sento piano il mio tempo andare lento
percepisco la corsa aspra del cuore
invece, che non placa il tuo timore
non siamo tutti perduti se ancora
la luce della luna ti consola
aspettiamo con calma insieme il giorno
sarà la vita e il sole e il tuo ritorno.
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Gridare vorrei l'ingiustizia della
morte, ma la mestizia del mio tempo
ora mi assale non c'è più né bene
né male nell'elencare le pene
del quotidiano nell'osservare stanco
un luogo lontano nel riverbero
bianco del sole cammina la mente
vorrei cogliere viole a piedi nudi
e sul prato col mio cane seduti
aspettare declini dolcemente.
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L'attesa
Come l'estate ora aspetto l'autunno
con i suoi tenui colori e il tepore
di un tardo sole, coloro che fummo,
non potremo discernere del cuore
il moto nuovo battiti diversi
non saprei più catturarli nei versi
manca l'azione alla vita sospesa
ed è l'unica emozione l'attesa.
A Salvatore.
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Stamane la nebbia nasconde il mare
non la cima al vulcano né la rabbia
questo inutile continuo aspettare,
su di me di nuovo scivola sabbia
e di nuovo attonito spento nudo
ritrovo il deserto solo seduto.