martedì 12 aprile 2016

INTERVENTO DI DOMENICO CARA PER RAFFAELE PIAZZA


SU ALESSIA DIFFUSI DETTATI DI RICERCA DEL POEMATICO

1. L’idillio è del tutto inedito nel suo intento prometeico, sia diaristico, sia per densità.
2. Le tracce dei silenzi e della mente malinconiche e drammatiche, a volte sono sfuggenti ma documentano intenzioni decise e adempimenti fluenti e urbani.
3. Il viaggio è disorientato e per stati affini di umore, in parte fotografici rilevanti.
4. Gli effetti del diario (a quotidianità non del tutto stretta) continuano tra i versi ad essere ospitati in aree sperse, descritti anche come affreschi del disegno generale.
5. L’autonomia del coraggio autoriale (di Raffaele Piazza) è presenza attiva nell’agone creativo dell’attualità scritta, umettata di tersa simpatia.
6. Alessia qui è il nome fondamentale, fiorito dal suo sentimento che in fondo trasmette il sogno di Giovanni, suo amplissimo amore.
7. Nel testo non c’è fiele ma insistenza di insiemi poetici che rivelano una certa non-storia, soprattutto dove il conflitto dell’opera omonima non è fuggevole, e pure tante intuizioni compilano la delizia sommaria del lettore che alla fine ritrova la sua ipnosi.
8. Il poeta ha bisogno di “canto”, riesordi di ricerca, linfe di luna nuova che inondano il sogno scritto, che non diffida da illusione solitaria, puntualmente in stato di riflessione e di credo.
9. L’energia diffusa della napoletaneità, per esempio, si sparge verticale e individuale e si riattiva all’interno del percorso, dove non si possono dimenticare Luoghi visibili (1993), La sete della favola (1996), Del sognato (2009) come fortune del precedente disinvolto.
10. Inoltre i ritmi qui affondano nella costruzione di un ritratto folto di sensi, che a volte sembrano agguati di una musica dell’anima poetica felice, solfeggiata per riascoltarla all’interno dei propri palpiti, interrotti abitualmente da strofa dopo strofa.
11. “Esce dal deserto Alessia / sotto una luce immensa e il / tempo attende l’adornata / via serale un fiore d’erba / rosa Alessia con un filo / d’erba in bocca respira la / vita se non è nuotando / esistere e (Prologo) “, 1 ”oltre la chiave della nebbia / a trovare i tasselli dell’azzurro / oltre la durata elementare / dello sguardo al lago a / resistere oltre il luogo della / nascita . Il caldo ad attenderla / nell’auto, aria condizionata / accesa da Giovanni / un fresco bacio pari a / mietitura di gioia e “.
12. E l’autore –sia pur senza particolare timidezza- riavvia quei modi dell’urtare dentro cui la poesia abita (e si riscopre), mai umiliata a traccia infelice, anzi per riformazioni emozionali e contrasti di facoltà su primaverile energia.
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DOMENICO CARA ---------

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