Parole in circuito – Fatti non parole-- RIPROPOSTA 4 - Antologia Nuovi Fermenti Poesia - Roma – 2010 – pag. 153 - € 18,00, a cura di Raffaele Piazza
"Prefazione"
Il senso di una nuova antologia, tra le tante nel panorama italiano, in questo postmoderno di inizio millennio, va cercato, tra l’altro, nel tentativo di dare visibilità ad autori più o meno giovani, che non hanno mai raggiunto i risultati più prestigiosi, nel contesto contemporaneo (quello della grande editoria e quello della vittoria dei premi letterari più ambiti), in un contesto, a livello planetario, in cui, pure la frequentazione del cosiddetto sottobosco, può avere una forte valenza etica e, in alcuni casi anche estetica. Gli autori che in questa sede sono stati selezionati presentano poetiche tra loro molto eterogenee. Nessuno di essi è un lirico o un elegiaco puro e questo dovrebbe essere un dato incoraggiante, visto la svolta che ha preso il poiein, il fare poesia, nel nostro Paese in questi anni, un segno del fatto che si avvertono le esigenze dei nostri tempi in cui sarebbe anacronistico sviluppare poetiche del cuore, che male sarebbero in sintonia con l’essenza della nostra società, nell’epoca di Internet e del villaggio globale, essendo anche l’arte figlia della realtà sociale in cui si vive, per dirla con Focault . Pur non essendo nessuno dei poeti selezionati mondadoriani o einaudiani ci troviamo di fronte ad un campione di bravi versificatori che, sviluppando vari discorsi, avendo stili completamente diversi l’uno dall’altro, raggiungono tutti esiti alti. La pubblicazione di questa antologia avviene in un contesto in cui ci sono moltissimi poeti nel panorama italiano, a causa del fatto che, come diceva Montale, già nel Novecento, per scrivere poesie adesso bastano un lapis e un foglio di carta, non essendo più necessarie le leggi della metrica e della prosodia, che regnavano fino alla fine del secolo scorso, in cui i poeti, prima della rivoluzione del verso libero, non erano così numerosi, come attualmente, perché il loro lavoro richiedeva un bagaglio di nozioni che adesso non sono necessarie. Con la rivoluzione di Internet, con i siti di poesia e con i blog, l’aumento dei poeti, o forse, per meglio dire, l’aumento di quelli che scrivono poesie, è cresciuto in maniera esponenziale, visto anche, in concomitanza, lo svilupparsi sempre maggiore del fenomeno della piccola editoria, nell’ambito del cartaceo, per cui chiunque può pubblicare un libro di poesia, fermo restando che la suddetta grande editoria, spesso non tiene conto, non è sottesa, ai valori meritocratici degli autori del nostro panorama poetico. Siamo dunque in un paese di poeti, o per meglio dire, in un mondo di poeti e questo è un altro fattore che risente dell’influsso del sociale nel campo della produzione letteraria e, specialmente, nello specifico poetica, perché l’aumento numerico dei poeti nel nostro tempo (e anche, in connessione, dei premi di poesia), risiede anche nella componente della diffusa solitudine dell’uomo contemporaneo, nella difficoltà del comunicare, che ha radici profonde anche nella fine della famiglia patriarcale allargata e nella nascita della famiglia nucleare. L’uomo del postmoderno, soprattutto occidentale, è sempre più solo, pur trovandosi con l’altro e quindi sente un bisogno intimo e incessante di comunicare e, per questo, lancia il suo messaggio in bottiglia nel mare magnum del circuito sociale letterario, pubblicando, a sue spese, un libro di poesia o mettendo in rete poesie sui numerosissimi blog, più o meno selettivi.. Anche i premi di poesia sono in aumento e possono costituire una forma di guadagno discreta, per chi li gestisce, ed è valido spesso il discrimine per cui gli unici premi di poesia alti, sono caratterizzati dal fatto di non comportare tassa di lettura per gli autori in essi inclusi, essendo finanziati da sponsor..
C’è da sottolineare che pur, essendo la poesia completamente libera, non è comunque caratterizzata da una facilità nel praticarla ad alti livelli, come sono alti i livelli raggiunti dai poeti che prendiamo in considerazione in questa sede: ogni poeta, qui antologizzato,infatti, ha alle spalle pubblicazioni di raccolte di poesia e pubblicazioni su riviste, che siano multimediali o cartacee. I poeti racchiusi in questa antologia sono nati, magari, come rappresentanti di quella poesia lirica di cui si diceva, per poi elaborare forme espressive sempre più complesse, raggiungendo, proprio con queste brevi sillogi in limine risultati peculiari e unici., che, più che al lirico, tendono ad una forma personale di sperimentalismo. Abbiamo scelto di non tematizzare l’’antologia per dare completa libertà ai poeti di esprimersi con i loro lavori, con le singole poesie di ogni silloge in generale diversificate tra loro anche se, per esempio l’avellinese Domenico Cipriano ha scelto come tematica, quella dei luoghi, il tempo nello spazio, luoghi di vita e di viaggio. o mentali In questa polifonia di voci poetiche, ciascuno dà un valido contributo al contesto generale e, se c’è un comune denominatore, che caratterizza tutti i poeti inclusi, è quello della qualità delle poesie selezionate per questa antologia. Le brevi sillogi dei poeti, che qui vengono presentate, sono molto eterogenee tra loro e hanno temi tutti diversi tra loro.. La scelta della libertà tematica è da mettere in connessione con l’essenza stessa della poesia contemporanea, che, dopo la suddetta rivoluzione del verso libero, implica l’assoluta libertà del poeta, Per dare senso all’opera è doveroso ricercare connessioni tra gli stili e le poetiche di ognuno degli autori ed elaborare singole schede critiche per ognuno dei selezionati. In questo modo si cerca di fornire un’identità al testo, farne un unicum nel panorama italiano. e, un punto di contatto, tra gli autori, consiste nel fatto che sono accumunati dalla linea di una forte originalità di ciascuno nella propria ricerca letteraria per attraversare percorsi, che, in un certo senso, sviluppano un discorso unico che trova, come cifra essenziale, l’influsso del tempo e del contesto sociale ad esso sotteso, nel nostro postmoderno occidentale di inizio millennio, in cui sono stati composti i testi. Punto in comune dei diversi autori antologizzati è quello di essere tutti antilirici e in questo espressione della poesia di questo postmoderno di inizio millennio, pur essendoci un residuo di poesia lirica nel panorama italiano attuale. Ogni autore si esprime con forme sperimentali, nel senso di una ricerca personale, che porta ognuno ad avere una cifra inconfondibile, dal neoorfismo surreale di Filia, alla parola collegata alla corporeità e all’eros di Fiori, dalla vena intellettuale di Di Spigno, all’epica del quotidiano di Vetromile, dalla cifra di Urraro classicheggiante, al neoromanticismo di Piazza, dalla vena lirica di Vigilante a quella più pensosa di Pasterius, fino alla scrittura misurata ed elegante di Frisa. Autori tutti abili, quelli antologizzati, che tramite i loro testi, tendono ad un esercizio di conoscenza, che dovrebbe essere uno dei fini principali del fare poesia.
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Raffaele Piazza
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