Gianluca Di Stefano – "Bianco o rosso, è lo stesso"---Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 85 - € 13,00
Gianluca Di Stefano (Rho – Mi), ha pubblicato, tutti editi da Fermenti, i volumi di poesia I mali del fiore (2004), A passo d’uomo (2005), I segreti del silenzio (2006), Catalèpton (2010). E’ inserito in diverse antologie poetiche. Di narrativa il romanzo I punti di Lagrange (2013).
"Bianco o rosso, è lo stesso" è una raccolta non scandita, che prende il nome da un verso di Fernando Pessoa, tratto da Villeggiatura. Il volume è ben strutturato architettonicamente in un alternarsi di componimenti di diversa estensione e stile; ne comprende uno costituito da distici. I versi brevi o brevissimi di tono assertivo ed epigrammatico sono preceduti da citazioni di autori nostrani o esteri. Altra cifra distintiva è una scrittura icastica, avvertita e ben controllata nella forma ricca di una forte dose d’ironia a volte amara.
In Occhi grossi, occhi buoni viene ricordata l’ostetrica e il poeta neonato che la spinse a dichiarare che la creatura aveva occhi grossi, occhi buoni.
I brani, forniti di titolo, sono connotati da chiarezza e narratività di tono vagamente intellettualistico, del tutto antilirico e antielegiaco.
Emergono episodi che si rifanno ad una dinamica quotidianità, assieme al tema amoroso – erotico come in Eros sorride, in cui il poeta rivolgendosi all’amata le dice che per lui al sapore e all’odore ci pensano le carni e l’invita a sorridere in quanto sta arrivando il suo amante.
La poesia L’amore al tempo del lavoro precario sintetizza il racconto omonimo dello stesso Di Stefano inserito nell’antologia Il quasi nulla, il praticamente tutto (2015, Fermenti).
Sia nella poesia che nel racconto, viene trattato il tema di un amore a prima vista che ha per protagonisti un giovane con scarse risorse finanziarie e problemi di lavoro ed una fascinosa ragazza. I due finiscono con lo sposarsi e vivono la loro passione, fin quando, infatuandosi di un altro, ella lascia il marito.
A volte si evince una nota di ottimismo dalle poesie di Gianluca. Per esempio in Bianca camicia di cotone, nella quale risalta la ripetizione anaforica di datemi all’inizio del primo e del secondo periodo. Il poeta, rivolgendosi ad interlocutori imprecisati, chiede che gli sia data una bianca camicia di cotone fresca e leggera d’appretto e una sera nera calda che non faccia sudare, qualche soldo in tasca e la sua compagna seducente, per conquistare la sua felicità.
Nel dettato dell’autore prevalgono versi luminosi e veloci, eleganti, raffinati e ben cesellati come ne La poesia dice bene nulla.
Nella raccolta, suddivisa in quattordici, parti nelle prime tredici strofe si sviluppano incontri immaginari con autori del passato immersi empaticamente in atmosfere e ambienti che risentono di effetti di una grande suggestione.
Per esempio il Nostro immagina di trascorrere un pomeriggio all’ippodromo con Bukowski a puntare sui cavalli e ad osservare puttane dai culi e dalle tette grosse. Con Borges sogna ad occhi aperti di essere seduto accanto ad una scacchiera immobile, appoggiato alle parole del poeta argentino, rievocando il clima di Aleph.
Sulla società e i suoi meccanismi si esprimono condanne nei confronti della televisione capace di distruggere le migliori menti. A riguardo, Gianluca in Lei c’è sempre elenca una vasta gamma di momenti quotidiani in cui la televisione è onnipresente. Dal risveglio all’amore, dal pranzo al contatto dei figli, fino alle ore del sonno.
Un atteggiamento nichilistico verso l’esistenza sembra essere la concezione radicata dell’io-poetante. Infatti in Solo dopo il cane che serfa, scritta in memoria di Edoardo Sanguineti, Di Stefano, come l’autore del Gruppo ’63, elogia il Nulla. Nell’ultimo verso viene citato il “testamento” lapidario di Sanguineti:-“Non ho creduto in nulla-”. A rafforzare il concetto viene riportata prima del componimento la frase di Goethe:-“Ho puntato tutto sul nulla”.
L’autore sviluppa pure tematiche trasgressive descrivendo coinvolgimenti erotici di una particolarità non solo cerebrale, ma svelata attraverso dettagli sorprendenti, mai banali o qualsiasi.
Una poetica che sottende un atteggiamento attento e intelligente verso la ricerca della sintonia con la realtà, quella del poeta lombardo, sempre in tensione dialettica con il mondo che lo circonda.
Dalla lettura emerge un creatore, riflessivo, carico di stimoli filosofico- umanisti, scaturiti da imprevisti coinvolgimenti.
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Raffaele Piazza
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