DARIO ZUMKELLER : " La calce di Ulkrum" - ed. La parola abitata - Napoli - 2016 - pagg.56 - €12,00
Mentre scorrono le parole , misurate da un calibro del tutto personale e avventuroso , il filone che cerca di parlare al poeta prende atteggiamenti stravaganti e policromatici, che talvolta offrono vertigini retoricamente affilate. Emozioni , accanto a esplosioni tecniche, si accavallano per cadere molto spesso nella mimesi, nell'ermetismo , nell'arrocco proprio, illimitato e sorprendente. Scrive Eugenio Lucrezi nella postfazione :"La folla delle figure che da di gomito e spinge la scrittura che avanza nelle pagine è fatta di emblemi e di cose , di concetti e di fenomeni , di molecole (per lo più medicinali; di antiblastici) e di maschere." - Una ricerca raffinata per inaspettati strappi del registro. I non luoghi , in una sorta di profondo blocco linguistico, hanno il difficilissimo rapporto con la quotidianità , per cui il filo , che talora si ferma per lasciare un istante il respiro sospeso, ha il rapporto inusuale del deragliamento , rivelatore di opposte esistenze e di allucinanti rifrangersi.L'inutilità di un rifugio traccia un segno mordente , quasi a sottolineare una sospetta disperazione che cerca l'oblio o nel silenzio o nell'affabulazione violenta. Densa ed inquietante la mobilità del linguaggio, negli approcci che lampeggiano in un caleidoscopico smottamento.
ANTONIO SPAGNUOLO
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