Italo Scotti – “Dee – Idee” - Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 75 - € 16,00
Italo Scotti è nato a L’Aquila, dove è cresciuto e si è formato. Vive a Roma e ha lavorato per oltre 30 anni come consigliere parlamentare e poi di governo. Attualmente è consigliere della Corte dei conti. Ha pubblicato nel 2011 la sua prima raccolta di poesie: “Il privilegio dell’amore”. Altre sue poesie sono state pubblicate successivamente nella rivista letteraria “Fermenti”. Una prima e parziale anticipazione delle poesie che fanno parte della presente raccolta è apparsa nell’Antologia “Dentro spazi di rarità”, presso le edizioni Fermenti, nell’aprile 2015.
“Dee – Idee” è un libro non scandito e, anche per l’unitarietà tematica e stilistica, può essere letto come un poemetto. Il linguaggio è composito e rarefatto e i testi sono sottesi alla riattualizzazione del mito classico. Il volume presenta un commento finale di Paolo Guzzi intitolato “Dee di ieri, dee di oggi”.
Il libro è illustrato da tavole disegni collages di Bruno Conte in bianco e nero con sfumature di grigio, lavori che si armonizzano con i componimenti, creando un felice connubio tra arte figurativa e poesia.
Ogni singolo verso inizia con la lettera maiuscola e questo contribuisce ad intensificare l’icasticità del tessuto linguistico.
Nelle poesie si individua una vena ironica e ludica anche attraverso il modularsi delle assonanze, delle allitterazioni e dei giochi di parole. L’andamento delle proposizioni è leggero e veloce e produce un ritmo sincopato che ha per effetto una suadente ed efficace musicalità.
I periodi procedono per accumulo e sgorgano l’uno dall’altro e l’aggettivazione è frequente. Caratterizzano il volume magia, sospensione e chiarezza e il dettato è nitido e luminoso. L’andamento delle frasi ha spesso una connotazione affabulante.
Esiste un’eterogeneità nelle strutture delle composizioni, quelle iniziali brevi e verticali, le altre quasi sempre corpose e costituite da più strofe.
Spesso l’io – poetante crede d’interagire con le dee stesse inserendosi nelle situazioni da loro vissute e questo provoca un senso di irrealtà e di straniamento. I “tu” ai quali Scotti si rivolge sono le stesse divinità. Ogni dea nominata ha una peculiare personalità, una propria indole e, nella galleria delle rappresentazioni, si va dalla figura di Diana forte e titanica a Demetra sorgiva e ingenua.
Cifra essenziale della poetica di Italo pare essere quella di una forma elegante e controllata in sintonia con il discorso mitologico, nel suo realizzarsi attraverso l’ideale di bellezza, armonia e compostezza.
In Settembre siciliano anche i luoghi come l’isola divengono mitici attraverso le loro bellezze naturali come la voce femmina del mare, le canne di lato alle fiumare e le erbe selvagge. La natura stessa, detta nei minimi particolari, pare diventare, nella visione di Scotti, l’abito vivente della divinità, per usare un’espressione di Goethe. Quest’ultimo, vissuto tra Settecento e Ottocento, si ispirava infatti ad un ideale neoclassico andando controcorrente in un’epoca dominata dal romanticismo soprattutto nella sua Germania.
Una delle poesie più alte della raccolta è Preghiera in blu, già presente nell’antologia Dentro spazi di rarità. Questa è suddivisa in nove dense strofe, delle quali le due finali sono distici.
Nella suddetta la tinta blu diviene simbolo del sacro nella sua immanenza per la vita in tutte le sue sfaccettature. Tutte le strofe iniziano anaforicamente con il sintagma Blu è. Ogni elemento del paesaggio, interiore ed esteriore al tempo stesso, è blu, dal cielo del deserto alla notte prima degli addii, dall’invocazione al dio alla vertigine panica.
Notevole la composizione “La Settimana Bianca”, suddivisa in tre strofe verticali, che si distacca un po’ dal motivo conduttore della raccolta. In questa il protagonista è un paesaggio montano innevato nel quale s’inseriscono gabbie separate simili a provvisorie gogne che ascendono alla sommità del monte lentamente come uno skilift.
Poesia inquietante anche per un sussurro che invade l’aria con le parole crocifiggi! crocifiggi! scritte non a caso in tedesco. Un elemento della composizione, che si ricollega al tema della classicità, è quello dell’immagine degli alti abeti argentei in processione che potrebbero costituire una ierofania vegetale.
Non manca, in sintonia con l’argomento dominante, il tema della metamorfosi nelle opere “Un granchio” e “Meditazione mediterranea”. In Un granchio il poeta afferma che, poiché fu irriverente verso una potente dea, si scelse il castigo di essere trasformato in granchio. Poi si rivolge ad un’ interlocutrice, della quale ogni riferimento resta taciuto, e le dice che starebbe lì a guardarlo come si guarda un granchio e che se volesse prenderlo prenderebbe un granchio. In questo modo il Nostro usa un modo giocoso nell’assemblare le parole raggiungendo un piacevole effetto. Il componimento è illustrato da una tavola di Bruno Conte costituita, a partire dall’alto, da un volto triste, uno sorridente e uno sereno, inserito dentro un granchio, testimonianza della trasformazione dell’uomo in crostaceo e dell’unione delle due nature.
In un panorama dominato dalla poesia neolirica, dagli sperimentalismi di vario genere e dagli orfismi, “Dee – Idee” si colloca in una posizione appartata e, per i suoi contenuti originalissimi nel loro fascino, costituisce un unicum.
*
Raffaele Piazza
Nessun commento:
Posta un commento