Nazario Pardini : “Cantici” – ed.The writer – 2017 – pagg. 96 - € 10.00
Il respiro ampio , che sospende i versi nella luminosità del canto , è in queste pagine ricche di musicalità un rintocco modulato e sereno , che si traduce in una poesia delicatamente accorta e prodigiosamente incisa. Diviso nettamente in due parti il libro offre momenti di morbido abbandono inseguiti da attimi di irrequiete memorie.
“La prima parte – scrive nella prefazione Luciano Domenighini – è una evocazione mitizzante degli anni della giovinezza , mentre la seconda , riferita al presente , in forma di ripiegamento patetico, è una rivisitazione di quei luoghi e una meditazione sul tempo che trascorre e tutto travolge e muta.” Pardini ripercorre i filtri della giovinezza tratteggiando con finezza il verso, con la incisività dell’endecasillabo , che sempre rimane un punto basilare del ritmo poetico, e cucendo morbide figure , prendendo forme emotive nella sua fervida immaginazione .
“Sono una barca che s’inarca nel mare
sono un fuscello in balia del vento
che cerca un porto dove rifugiare
le mie malinconie. A volte ho visto
una pallida luce di conforto
a indirizzare la prua. I remi stenti
hanno solcato mari indifferenti
verso il chiarore delle mie speranze.
Invano. Tutto spariva all’approccio…”
La sua storia sembra ricamare tratteggi fra le ombre del ricordo e le illusioni del ritorno, negli scenari diversi , che dipanano davanti agli occhi alcune realtà che vagheggiano "perle" bagnate dalla spuma. La sua poesia che nasce dal coinvolgimento culturale riesce a dare un senso autentico dell’esistenza , tra il quotidiano , ricco di sorprese , e il già vissuto capace di possibili reinvenzioni.
ANTONIO SPAGNUOLO
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