Pietro Salmoiraghi – Un infinito istante--Edizioni Joker – Novi Ligure (AL) – 2017 – pag. 89 - € 13,50
Pietro Salmoiraghi, architetto, nasce nel 1941. Docente dal 1964 in diverse istituzioni (in particolare nella facoltà di Architettura del Politecnico di Milano) svolge al contempo attività di libero professionista, pubblicando anche saggi nei principali libri e riviste del settore.
Ha pubblicato un romanzo e varie sillogi di poesia. Ha inoltre pubblicato anche alcuni aforismi in antologie pubblicate da Edizioni Joker.
“Un infinito istante”, il libro del Nostro che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta inizialmente un’esauriente “Nota dell’Autore” e in conclusione la prefazione di Sandro Montalto.
Il libro è strutturalmente ben articolato nella sua complessità ed è scandito nelle seguenti sezioni: “Testuale” (2011-2012), “Stato confusionale” (2013 – 2014) e “Abreazioni” (2014 – 2015).
Rispetto a quanto suddetto non si deve dimenticare che Salmoiraghi è architetto e si può riconoscere l’influenza di questo fattore nella sua opera letteraria.
La poetica di Pietro ha per cifra essenziale una vena epigrammatica.
Nei componimenti, tutti senza titolo e quasi sempre brevi, prevale un forte segno di riflessione sui vari settori della vita attraverso una parola sempre avvertita e detta con urgenza.
Eleganza formale si riscontra e l’autore, con uno stile calibrato riesce, attraverso quella che potremmo definire un’alchimia nel collegare i sintagmi nell’esprimersi, a coniugare narratività, chiarezza e complessità, producendo un risultato originalissimo e spiazzante soprattutto quando entra nel merito di questioni di linguistica dette in versi: - “Paradossalmente/ il non detto è la forma più esplicita/ del comunicare/ Ovvero:/ il silenzio può essere a volte/ la miglior forma per relazionarsi/ con il mondo/”.
Questa composizione, tratta dalla sezione Stato confusionale, fa venire in mente la genesi di tutte le arti. Per esempio anche la musica emerge da quella modalità del non detto stesso, che è il silenzio e inoltre nei brani musicali ci sono interruzioni nel fluire delle note.
Così in poesia, come anche nel linguaggio, nella vita vissuta di ogni giorno, il non detto è il blocco di partenza, l’attimo, l’istante, il momento, da cui scaturiscono le frasi.
Non si deve dimenticare, a questo proposito, che nell’antico testamento biblico è scritto che non ci sarà parola che sarà senza effetto.
Il titolo della scansione nella quale è inserita questa poesia, “Stato confusionale”, fa venire in mente un senso di autocompiacimento produttivo in senso estetico, perché il poeta sa benissimo di avere una lucidissima coscienza letteraria dei suoi intenti precisi e centrati.
Del resto nelle altre opere del Nostro, in continuum con questa, è stata evidenziata l’ironia dell’autore oltre al suo pessimismo cosmico, che trova proprio nei versi leggeri e icastici il suo riscatto, la sua redenzione.
Una poesia profonda e salvifica, che diviene tout-court consapevole esercizio di conoscenza.
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Raffaele Piazza
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