La Stimmung di V.S.Gaudio con Salvatore Toma = sul suo caro amore con la faccia insolente
Il nageur grigio e l’indice costituzionale di Nadia Campana e Milly Carlucci.
ÂIn memoria di Salvatore Toma, che nel mese di maggio era nato,
e di Nadia Campana,per quell’infelice ultimo mese di maggio
□
Certo che non era mica per lei che
andavi al mare in bicicletta o in autostop
e quando la lessi, credimi, sul Pensionante de’ Saraceni
del luglio ’84 e pensai che se avessi rivisto
Nadiella Campana, erano anni che non ne sapevo
più niente, da quando col libro Passio Laetitiae et Felicitatis
di Testori mi avevano rubato anche quella sua
fotografia in cui era sulla spiaggia di Rimini
d’inverno, le avrei letto la tua poesia
e le avrei detto che non ero un tipo da spiaggia
e che nonostante il mio indice costituzionale
longilineo preferivo stare sotto l’ombrellone
magari in calzoncini e con la canottiera
come se fossi un parente di Salvatore Giuliano
e che avrei voluto vederla in un nageur
della Maison Lejaby che, forse, allora
non li faceva ancora, non rosso, come
quei suoi pantaloni rossi, ma blu, no,
nemmeno blu, grigio su quella spiaggia
di Rimini che è grigia, ma forse le avrei
detto che avrei voluto vederla con quel
nageur grigio sulla spiaggia di Milano
Marittima che se ne stava sdraiata
a prendere il sole, non le avrei detto
che la faceva più bella, il sole che
illumina il tuo culo:questo le avrei detto:
e lei mi avrebbe guardato di traverso
da quel suo modo di sdraiarsi sulla sabbia
che solo una che aveva l’indice costituzionale
di Nadiella ed era nata a Cesena
poteva avere stando sdraiata sulla sabbia
di Milano Marittima e io che non andavo
in bicicletta, per via dell’Angelus di Millet
come lo intendeva Salvador Dalí, ma li
stai contando i Salvatore che entrano
in questa Stimmung, ci credi che la seconda
consonante del mio acronimo possa
equivalere a Salvatore? E che una volta
Nadiella, in via Barberia a Bologna, con
la Passio Laetitiae et Felicitatis di Testori
voleva darmi da leggere una plaquette di
Antonio Salvadori, con cui, forse, aveva
fatto il liceo vicino alla Biblioteca Malatestiana
del quarto d’ora di Lucrezia Borgia e quattro secoli
dopo di V.S.Gaudio?
Nadiella, in quella sua fotografia sulla
spiaggia di Rimini d’inverno, non aveva
la faccia insolente e nemmeno l’aria da
padrona perché di certo non aveva lo
zio di quello strano zio del tuo amore
che non era mica per lei che andavi
al mare in bicicletta o in autostop,
i treni, manco a parlarne, qui da noi,
o un motorino a 48 di cilindrata come
quello di quell’altro mio zio strano
che, quando ero fanciullo e stavamo
a Cervia, mi portava a giocare a flipper
in una grandissima sala giochi di Milano Marittima
e una volta incontrammo Gino Paoli
accompagnato da uno che prendeva
i gettoni e glieli metteva nelle macchinette
e lui, il cantautore del Cielo in una stanza,
giocava e lui sì che aveva la faccia da padrone
e che non andava al mare in bicicletta
o in autostop e non guardava nessuno
di traverso,e non era arrivato in treno,
ed era già pelato e quel mio zio strano
non faceva che dirmi “Ammazza se è loffio!”,
adesso quando ripenso a Nadiella in
quella sua fotografia ed era d’inverno
e aveva una sciarpa, e a guardarla
quella sua foto adesso che me l’hanno
fregata e già allora quando uscì questa
tua poesia sul Pensionante de’Saraceni
e che avrei voluto farle leggere, oppure
no, perché avrei dovuto farle leggere
questa tua poesia, non era mica per lei
che andavo al mare e figurati se ci andavo
in bicicletta o in autostop, e nemmeno in
treno? E metti che l’avrei rivista a Milano
dove c’eravamo conosciuti e a Milano non
c’è il mare e come faceva a sdraiarsi sulla sabbia,
oppure metti che se ne stava al bar in
camicetta bianca un po’ scollata
e il bar era di un tipo strano della ‘ndrangheta
che mi guardava di traverso
per via del fatto che ero già “una colonna
della Disney” come mi diceva Elisa Penna
e c’era la luna e a Milano, hai visto mai
le notti chiare a Milano? E le dicevo:
sono venuto per questo tuo modo
di sederti, ragazza mia ricordo il tuo
pondus rosso in via Barberia ma anche
in grigio sei sempre un portento da
indice del pondus 16, per come lo calcolo
io, e che per la tenerezza con cui guardi
il mondo non sarà mai un indice insolente
anche se vai in bicicletta, e, se fosse accaduto,
e se tu non fossi andato al mare in bicicletta,
per la sua faccia insolente di chi sa
di essere amata con certezza
e per le scosse luminose delle alghe
per la fuga del granchio
per la speranza di avvistare
in lontananza una sirena,
adesso questa Stimmung non l’avrei
scrittai perché sareste vivi?
*
i La verità è che l’avrei scritta lo stesso, per via di una connessione che fa da analemma esponenziale di quello che potremmo chiamare il mio oggetto “a” fondamentale:nel paginone centrale di quel Pensionante de’Saraceni, uscito a Lecce nel luglio 1984, un anno prima del suicidio di Nadiella Campana, c’erano a destra 8 poesie, tra cui la numero 5 su cui è stata fatta questa Stimmung, di Salvatore Toma, che morirà suicida, e, a sinistra, c’era un testo, estratto dai miei Oggetti d’amore, quello su Milly Carlucci, che, vai a vedere, è nata 10 giorni prima di Nadiella Campana, e che, a misure fatte, poteva avere, all’epoca, come appariva in una fotografia pubblicata su “Eva Express”(n.48/1980), lo stesso indice del pondus 16 di Nadia Campana, che, è sicuro, a differenza della soubrette, aveva letto Michel Foucault: questo mio testo era illustrato da un disegno di Salvatore Toma, della stessa serie con cui illustrarono le sue poesie a fianco. L’indice del pondus 16 è alto: “Nella Tavola dei Tipi Morfologici, [Milly Carlucci] è una longilinea mesomorfa al pari di Christie Brinkley e di Simona Ventura, di Sofia Loren e di Lorella Cuccarini. Nella Tavola del Pondus Erotico, ha un indice del Pondus alto che viene incrinato dalla insufficiente polisemia. Nella Tavola del Significante Somatico, l’opposizione Primarietà/Secondarietà certifica questo gran culo della Milly Carlucci ventiseienne, documentato da “Eva Express”: V.S.Gaudio, Milly Carlucci, splendida ragazza mass-media e il profilattico di Michel Foucault, in: Idem, Oggetti d’amore.Somatologia dell’immagine e del sex-appeal, Bootleg Scipioni, Viterbo 1998: pagina 46.
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