Henry Ariemma : “Arimane” – ed. Giuliano Ladolfi – 2017 – pagg. 48 - € 10,00
L’eterna lotta tra il male ed il bene diventa la dimensione privilegiata dell’essere e la realtà psichica inconscia amplifica la diversione con una condizione liminare , che deflagra come meccanismo di difesa difronte al disincanto e all’inazione – Verità e illusione si confondono e l’io ripiega su se stesso con il bisogno di ribellione e di attraversamento per affrontare una fantasia elaboratrice che annulli il negativo per realizzare la luce.
Il riflusso oscuro del male si profila al di là del visibile, al di là del silenzio, per esplorare quella circolarità che è propria della cicatrizzazione del maligno .
Il volume di Ariemma è diviso in due ben distinte sezioni : “Arimane” (lo spirito malvagio) e Spenta Mainyu (lo spirito del bene) nelle quali il canto multicolore e musicale si ascolta attraverso il ritmo serrato della parola poetica , nel volo apparente delle frequentazioni quotidiane , al di là dell’effimero ed in una logica sequenza di passaggi a cui il poeta affida il tempo per rinascere continuamente , pur se avvinto dall’illusione.
Sono i ricordi che ondeggiano tra le mura , tra i tendaggi, nei cassetti , negli scaffali , a ripetere pensieri che incidono nel rtrovamento , e impegnano la parola nelle attese o nella speranza. E la parola si avvicenda nel quotidiano , nei segreti della sera , nei momenti misurati del racconto , tra “cristalli inutili:/ vasi e bicchieri per mancati pranzi….ove una polvere tornia / disegni pesanti./” , o mentre il dubbio chiede riparazione “nei silenzi del foglio bianco”.
Un atto unico in più quadri – ma anche raffigurazione efficace di due moti in costante e fecondo conflitto nella poesia : spalancarsi e sottrarsi, offrire il petto e rannicchiarsi, incantarsi fino all’annullamento e vedersi sospesi, perfino attraverso gli occhi di un idolo irascibile o indifferente, inafferrabile e ingrato, mentre di contro anche il semplice desiderio “di carni appetibili” si fionda nell’illusione della conquista.
ANTONIO SPAGNUOLO
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