Paolo Artale - I QUADERNI DELL’USSERO (a cura di Valeria Serofilli)
puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2018 – pag. 31 - € 8,00
Paolo Artale, nato a Busto Arsizio nel 1966, vive a Contello (VA). Ha fatto parte di diversi gruppi poetici e ha partecipato a numerose letture pubbliche. Suoi testi sono apparsi, tra l’altro, su “L’Ulisse”, rivista on – line per la quale ha intervistato Antonella Anedda; sulle riviste “Resine”, “Atelier”, “La clessidra”, e su “poeticodiario”. Dal 2010 al 2012 ha tenuto, in co-conduzione, un laboratorio di poesia per conto di un’associazione culturale. Ha pubblicato varie raccolte di poesia. Diversi sono i riconoscimenti letterari ricevuti.
Come scrive la curatrice Valeria Serofilli il Quaderno che prendiamo in considerazione in questa sede propone: la recensione critica al volume presentato, una scelta antologica del libro in oggetto e di altri testi editi e inediti dell’autore, un suo curricolo.
Alla prefazione della stessa Serofilli, intitolata “I meli di Paolo Artale: un lavoro poetico tra descrizione e meditazione” seguono le seguenti sezioni: Appunti per ottobre, I meli 1 – (la camera), I, II, III, IV, V, 2, Fine di marzo I, II.
Quanto scrive Valeria mette in luce la cifra distintiva che caratterizza la raccolta e la poetica del Nostro, essendo esse essenzialmente contraddistinte da componimenti che sono raffigurazioni introspettive.
L’oggetto preso in esame è la natura soprattutto nelle sue sembianze vegetali che sono nominate con precisione.
Si tratta di una natura interiorizzata della quale il poeta coglie i significati quasi come in modo speculativo per poi tradurlo in poesia.
Le descrizioni sono icastiche e leggere e si rivelano spesso in accensioni fulminanti alle quali seguono subitanei spegnimenti.
Una forma densa, precisa e scaltrita attraverso una forte coscienza letteraria è il risultato raggiunto dall’autore che con uno stile elegante e scattante, luminoso e ben cesellato, veloce e ritmato, raggiunge esiti alti.
La natura stessa, spesso oggetto dei poeti, è detta in un modo vagamente lirico ed è intellettualizzata secondo un canone che si potrebbe dire leopardiano: non è cattiva né buona ma è comunque il fondamento della vita essendo l’uomo stesso un microcosmo naturale che si apre a spazi immensi, numinosi e graziosi.
Anche il tema etico è affrontato poeticamente in alcuni casi come nei seguenti versi: - “…/buio a pergole a pentimento le stelle si separano e/ provvedono a tutto. //…”, versi nei quali il poeta crea un efficace effetto di straniamento nella descrizione virtuale di un’espiazione delle pergole stesse e delle stelle che si separano.
Un esercizio di conoscenza tout-court quello che compie Artale attraverso una dizione veramente originale dei sintagmi detti con urgenza.
Il risultato è quello di un poiein magico e affascinante che s’invera in strutture complesse e intriganti.
Sembrano essere il frutto di due livelli contigui, comunicanti le composizioni di Paolo, quello della speculazione iniziale al quale segue lo scatto e lo scarto dei versi spesso lunghi e sempre di ottima tenuta.
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Raffaele Piazza
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