Franco Ciarelli : “La danza delle gru della Manciuria” – Ed. Tabula fati – 2018 – pagg. 96 - € 9,00
Pennellate dai molteplici colori si amalgamano in queste pagine ove le immagini scorrono velocemente fra tratteggi quotidiani e sussurri da plenilunio . Il poeta affonda nel respiro della natura , tra il silenzio cosmico e le luci intermittenti , cercando di dare una voce al “pulsare del cielo” o al fluttuare delle vele . Le variazioni cromatiche suggerite da molti versi nascondono l’incanto o manifestano lo splendore di un rigoglio , sia della incandescenza che dei sentimenti per fluttuare con lo sguardo e con il simbolo tra persone e cose , paesaggi e sogni , risvegli ed astrazioni. Anche l’incommensurabile potrebbe non sfuggire alla dolcezza irrequieta, che insinua ritmi e musicalità delle occasioni poetiche , quando “il cielo è flessuoso / le stelle si infilano nel taglio del suo ventre/ la marea rapisce/ e sente l’odore della pelle / attraverso la profondità dell’infinito.” Il pensiero tratteggia ricordi , cercando di sciogliere gli enigmi della memoria , tra il racconto errante di una lettura e un discorso che “mitiga il senso di solitudine”,
tra la rugiada che svapora in ozio e la danza di ginestre. Scrittura piana, cesellata nelle armonie, ed attenta a non concedere luoghi comuni, per rimanendo nella semplicità del dettato, nel quale la parola accompagna motivi di introspezione o di esplosioni del subconscio .
ANTONIO SPAGNUOLO
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