Mario Rondi : “ Il cartiglio del vento” – Ed. Fermenti – 2018 – pagg. 178 - € 17,50
Il rapporto tra il canto che consuma fiato per suggerire illusioni, che rimanda frequentemente al dettaglio, e la solida posizione della irriducibilità del sussurrare, per rincorrere il ritmo, si coniuga in queste pagine , ove la ripetizione affannosa e continua della rima riesce a suggellare figure a sillogismi , pensieri a prospettive , narrazioni a folgorazioni.
Mario Rondi non è nuovo per questo tipo personalissimo di scrittura e tutti i sui testi hanno la struttura sistematica dell’endecasillabo in rime sigillate , senza timore.
Non stanca l’apertura ad una strana musicalità che sembra giocare tra i versi per accompagnare il lettore attraverso passaggi segreti o improvvisamente esplosivi , attraverso una simatica levitazione di parole o di dimensioni esistenziali .
Egli rincorre speranze di riverberi , brume di paesaggi assonnati , ritornelli allo spicchio di luna , le tenere parole truffaldine , il frammento dei sogni nel taglio della luce , e si illude di “trovarsi il fringuello canterino/ che vola di palo in frasca, smarrito”.
Poeta che cerca un’operazione di spoglio nella frequentazione continua e approfondita del rigo che risponda ad una ricerca equilibrata del carteggio poetico.
ANTONIO SPAGNUOLO
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