martedì 8 gennaio 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = DANIELA RAIMONDI -

Daniela Raimondi – La regina di Ica -- Il Ponte del Sale – Rovigo – 2018 – pag. 89 - € 13,00
Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova. Ha trascorso più di trent’anni
a Londra e ora vive in Sardegna. Ha pubblicato otto libri di poesia e una raccolta
antologica in edizione bilingue Selected poems, Gradiva, New York. Ha ottenuto
numerosi premi e riconoscimenti a concorsi letterari nazionali, tra i quali il Premio
Montale per una silloge inedita, il Premio Sartoli Salis per Opera Prima e i premi Mario
Luzi, Guido Gozzano e Caput Gauri per opere inedite. È stata selezionata per
rappresentare l’Italia all’European Poetic Tournment a Maribot, Slovenia, dove ha
ottenuto il Premio del Pubblico (2012). Il suo primo romanzo L’ultimo canto d’amore,
ha ottenuto i premi “Firenze”, “IoSrittore”, “San Domenichino” e Thesaurus”.
La regina di Ica, la raccolta di poesia di Daniela Raimondi che prendiamo in
considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Anna Maria Farabbi
esauriente e ricca di acribia.
Il testo possiede una struttura architettonica articolata e composita: nella prima
parte ritroviamo le sezioni La città dei morti e Pike, mentre nella seconda le scansioni
La riva dei sopravvissuti e La città dove si aggiustano gli uomini.
Cifra distintiva della poetica dell’autrice è quella di una scrittura luminosa e
leggera connotata da chiarezza e da un tono narrativo e spesso affabulante.
Non mancano nell’icasticità dei dettati magia e sospensione ed è presente
fortemente il senso e la raffigurazione di una natura idilliaca nella quale l’io – poetante
è immerso e che fa da sfondo alle sensazioni.
Si può parlare di una dizione neolirica nell’effondersi dell’animo della poeta
nella ricerca di una linearità dell’incanto ottenuta senza sforzo con i versi che decollano
sulla pagina con eleganza formale e stilistica.
Le tematiche fondamentali che incontriamo nel volume sono quelle della morte
e dell’amore connesso ad un erotismo a volte estremo.
I versi sembrano gridati ma non sussurrati attraverso le immagini icastiche che
Daniela produce, figure che sgorgano l’una dall’altra e rigorosissimo è il controllo
formale.
In Preghiera, componimento che apre la raccolta, la poeta si rivolge a Dio
pregandolo di regalarle una morte bella, lieve come neve sul viso.
Nella suddetta composizione sembra che la Raimondi, rivolgendosi al Signore,
gli chieda una fusione con la natura quando verrà la sua ora.
La morte è qui considerata come un fatto buono e felice quando la poeta scrive
che chiede di essere lasciata disposta al bene, così lontana senza più nutrimento o sete,
quasi disincarnata come in un sogno sublime.
Nella poesia eponima, caratterizzata da densità metaforica e sinestesica e da
accensioni e spegnimenti, si respira un’atmosfera di sogno ad occhi aperti e anche qui
è centrale il tema della morte.
La composizione è suddivisa in tre parti: la prima pare essere un preludio e qui
le parole dette con urgenza creano un’atmosfera di onirismo purgatoriale e sembra che
l’io - poetante pratichi arcani riti naturalistici.
Nella seconda parte la poeta riposa, dorme rannicchiata con il viso verso l’Est
mentre i merli le svuotano gli occhi.
Nella terza parte con la composizione di un quadro molto bello la Raimondi
afferma di ridere senza curarsi del disegno oscuro delle stelle e nel suo ridere sembra
svelarsi una scintilla metafisica.
*
Raffaele Piazza

1 commento:

  1. Grazie a Raffaele Piazza che rinnova con questa lettura il suo interesse per la mia poesia, e grazie anche ad Antonio Spagnuolo, per la gentile ospitalità nel suo bel sito.

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