Antonio Filippetti : “Liberi in poesia” Ed. Istituto culturale del mezzogiorno” – 2019 – pagg. 184 – s.i.p.
“Alle origini del linguaggio creativo”, recita il sottotitolo, quasi a voler sottolineare l’intento di proiettare sulla pagina l’interdipendenza degli approcci della parola con la scienza della psicoanalisi, in una magia che stupisca il modello del ritmo.
“Nella società della globalizzazione – scrive Filippetti nella prefazione – e dell’accumulo indiscriminato o meglio acritico dei saperi, la stessa espressione linguistica tipica della poesia incontra sospetti e più ancora difficoltà ad affermarsi. Con acuta amarezza George Steiner ci ricorda che la funzione del poeta nella nostra società e nella vita delle parole è fortemente diminuita e se non riusciremo a dare alle parole una certa dose di chiarezza e di rigore di significato, la nostra vita si avvicinerà ancora di più al caos.”
Il volume è prodigiosamente ricco di interventi, diciannove interviste che rispondono ad un questionario unico , firmate da Pasquale Balestriere, Giuseppe Bilotta, Corrado Calabrò, Antonio Cervelli, Fabio Dainotti, Enzo Dall’ara, Marisa Papa Ruggiero, Gerardo Pedicini, Anna Maria Petrova, Ugo Piscopo, Nicola Prebenna, Laura Sagliocco, Antonio Spagnuolo, Lucia Stefanelli Cervelli, Piero Antonio Toma, Tina Vaira, Giuseppe Vetromile, Lorenza Rocco.
La poesia ancora una volta assurge ad archetipo delle arti, disincantando i percorsi creativi che la sottendono, in una realtà quotidiana che non riesce a realizzare il nuovo senza il soccorso della flessibilità della parola.
Un progetto culturale di ottima fattura , nel quale lampeggiano riflessioni e confronti sulla natura stessa del fare poetico, effervescente in ogni risposta che i vari autori hanno voluto pronunciare nell’ incorruttibile valore della libertà espressiva.
ANTONIO SPAGNUOLO
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