Domenico Cipriano – "L’origine"-- L’arcolaio – Forlimpopoli – 2019 – pag. 61 - € 7,00
Domenico Cipriano, Guardia Lombardi (1970). Ha pubblicato in poesia le seguenti raccolte: "Il continente perso", 2000, "L’enigma della macchina per cucire", 2008, Novembre, 2010, "Il centro del mondo", 2014 e "November", 2015. Inoltre ha realizzato il CD di jazz-poetry J Phard – Le note richiamano versi, 2004 e dal 2010 guida la formazione “Elettropercutromba”.
L’origine, il libro di poesia del Nostro che prendiamo in considerazione in questa sede, è scandito nelle sezioni Un intimo inizio, Reminescenze del sole e Il silenzio.
Come scrive Gianluca D’Andrea in una breve nota in quarta di copertina è presente il desiderio in questa raccolta, un sentire che si fa volontà di nominazione, per cui gli slanci verbali si mescolano a elenchi che manifestano una rinnovata aderenza tra materia verbale e mondo, in nome di una concretezza che si fa appartenenza, fiducia rinnovata. Un nuovo mondo e un nuovo inizio.
Cipriano ha dunque una profonda fede nel potere della parola poetica di rinominare le cose, magari quelle di una quotidianità che va stretta, per coglierne il senso profondo.
È vero, siamo sotto specie umana, come ha scritto Mario Luzi, ma possiamo vivere poeticamente ogni momento per dirla con Borges e abitare sempre poeticamente la terra e questa fiducia di rinnovamento si legge anche nella dedica che Cipriano ha scritto a inizio del libro: a una generazione già nata che è quella dei nostri figli.
Molto spesso le poesie di Cipriano sono poesie di luoghi e come afferma Daniela Monreale il poeta ricerca i luoghi interiori nel riflesso di quelli esteriori e non a caso il componimento in corsivo che è situato prima delle scansioni e che ha un carattere programmatico così recita: Io sono/ tutte le terre che ho visitato/ anche se da una sola/ ho preso vita/ Lì/ è rimasta ferma una ferita/ per ogni passo/ trascinato stanco/ per ogni sguardo che mi riconosce/…
È presente qui anche il tema dell’origine, che è sia genesi che provenienza, se la vita è un viaggio: è questa tematica il filo rosso che lega tutti i componimenti della raccolta come è detto esplicitamente nel titolo.
Cifra essenziale della poesia di Cipriano è quella dell’esprimersi attraverso un linguaggio densissimo, fortemente metaforico e sinestesico che tende spesso allo straniamento che provoca ipersegno.
Una vena intellettualistica anche se non mancano accensioni neo liriche che si concretizzano soprattutto quando è detta con stupore e meraviglia la natura (e anche questo è rinnovamento).
Tutte le composizioni sono senza titolo e questo ne accresce l’innegabile senso di magia e mistero e molte poesie presentano dediche.
Incanto per il mistero della vita nel poiein di Domenico che sottende un fattore x che come si accennava consiste in una certa forma di ottimismo nell’approccio alla realtà e all’alterità.
Emblematico rispetto a quanto suddetto l’incipit del componimento dedicato alla figlia Sofia: C’è sempre un risarcimento/ un ciottolo di selce levigato/ una disposizione del carbonio che scintilla/ o il fuoco addomesticato/ a sedimentare la memoria del cosmo/… Versi che fanno tornare alla memoria quelli di Antonio Riccardi: Sento il senso comune alla specie/ come profitto domestico.
Un intelligente esercizio di conoscenza che s’invera in una capacità sia di autoriflessione sia nella ricerca delle profondità dell’arte nel tempo come quando in una poesia è detto il ritrovamento in Irpinia di alcuni graffiti paleolitici.
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Raffaele Piazza
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