"-Il polso alla coscienza-
“Non c’è via d’uscita” –ti dissi –
mentre la torma dei venti
sbatteva gli usci all’unisono
sui rami.
Tu sorridesti
nell’uditorio distratto di gennaio
e io, all’ubbidienza proclive
ad ogni costo,
feci finta.
Poi agimmo
sotto la curatela della sera.
L’irrazionale tremò
con tutta la sua luce,
le nostre bocche si persero
nei tumidi torrenti
della stanza.
Tagliai il traguardo del tuo cuore
e insieme
tastammo il polso
alla coscienza.
Un ostinato serbatoio stravolto,
nel petto un osso che s’inarca:
era completa.
*
MONIA GAITA
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