Gennaro Pessini – Tutte le poesie edite---- puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2019 – pag. 143 - € 15,00
Gennaro Pessini (1941 – 1989) è originario di Castelnuovo Scrivia (AL), paese natale del novellista Matteo Bandello. Dopo la laurea in Lingue e letterature straniere presso l’Università Bocconi ha ricoperto diverse cariche di consulenza nel settore delle pubbliche relazioni, prima di diventare direttore di un’agenzia di informazione giornalistica con sede a Milano.
Le sue poesie hanno ricevuto numerosi premi, suscitando l’attenzione dei critici, intellettuali e scrittori italiani. Ha pubblicato due raccolte, Sugli argini solenni (1980) e Opera su carta (1987), per la prima volta riunite in un unico volume.
Il libro di Pessini, che racchiude tutta la sua opera omnia edita, presenta una corposa prefazione di Angelo Lumelli esauriente e ricca di acribia intitolata Appunti per una lettura di Gennaro Pessini.
Il testo comprende la raccolta del Nostro Sugli argini solenni con una Nota introduttiva di Franco Scataglini, testo suddiviso nelle seguenti sezioni: Congetture, Altrove, Nascita presunta, Notizie del paese del padre, Memoria del principe centurione e l’altra raccolta Opera su carta scandita in Boltraffio, Zona e Visibile.
Al termine ritroviamo lo scritto Il compito della poesia. Appunti manoscritti del 1981 per una pubblicazione non individuata.
Componimenti dalla forma impeccabile, rarefatta, raffinata e ben cesellata, quelli che ci presenta Pessini in entrambe le raccolte che prendiamo in considerazione in questa sede.
Una parola nello stesso tempo icastica e leggera che procede per accensioni e spegnimenti detta sempre con urgenza rende affascinante la lettura dei componimenti che può sembrare un inoltrarsi in luoghi di senso magici nell’essere pieni di una suggestione che sfiora l’indicibile.
Una vena intellettualistica e anche criptica si rivela nei testi e ne diviene la cifra essenziale della poetica.
Una scrittura tout-court antilirica e anti elegiaca è quella che ritroviamo e il ritmo sincopato è sempre incalzante e crea una suadente musicalità.
Una straordinaria densità semantica è il filo rosso che accomuna tutte le composizioni con metafore e sinestesie fulminanti.
Le strutture linguistiche hanno una forte connotazione anarchica che a volte sfiora addirittura l’alogico e i testi in tutti i casi si aprono magistralmente a correlativi numerosissimi con una grande dose d’ipersegno.
È presente una tensione vibrante nelle poesie che si rivelano sempre ottimamente risolte nella loro grandissima densità e concentrazione.
Ed è frequente la presenza di un tu al quale l’io-poetante autocentrato al massimo si rivolge con un’urgenza notevole, un tu che resta nel vago e del quale ogni riferimento resta taciuto ma non in tutti i casi questo tu è una persona.
Infatti in Nascita presunta il tu diviene l’ombra che non lascia il poeta e alla quale egli stesso chiede d’iscriverlo nel suo aldilà.
Un fascino sembra essere connaturato a queste scritture nel loro raggiungere il massimo scarto dalla lingua standard e sono dette le cose appartenente ai settori più disparati della vita: da dati naturalistici alla storia, dalla quotidianità al mistico, in bilico tra gioia e dolore nello scaturirne un fantasmagorico esercizio di conoscenza a tutto tondo intelligente e cosciente.
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Raffaele Piazza
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