sabato 30 novembre 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = MIRKO SERVETTI

Mirko Servetti – Canzoni di cortese villania---Puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2019 – pag. 119 - €12,30

Mirko Servetti è presente con poesie ed interventi critici su numerose riviste e antologie di letteratura; ha pubblicato diverse raccolte poetiche tra cui L’amore fluido, 1997 e Quotidiane seduzioni, 2004: questi due testi sono particolarmente originali perché in essi il poeta, fatto insolito nel panorama della poesia contemporanea, pratica le forme chiuse del sonetto e della sestina. La raccolta che prendiamo in considerazione in questa sede, raccoglie i libri suddetti, in un unico testo e presenta, come sottotitolo: Amori, concetti Ri(di)scordane. Canzoni di cortese villania è scandito in due sezioni, tra loro eterogenee, perché L’amore fluido e Quotidiane seduzioni, sono tra essi molto diversi, come vedremo in seguito. L’amore fluido, presenta una forte chiarezza e un tono narrativo, ed è caratterizzato da assonanze e rime baciate e non baciate numerosissime, procedimento inconsueto, anche questo, nelle odierne raccolte di poesia. Le poesie di L’amore fluido sono un dialogo, a volte solipsistico con sé stesso, altre volte con un tu, che è la moglie dell’io poetante. C’è una forte dose di fisicità in questi versi e una notevole patina classicheggiante. Quello che caratterizza la poetica di Mirko Servetti è la presenza di una grande densità metaforica e semantica e un denominatore comune del suo poiein è la presenza di una grande ironia e di una forte mordacità: tutto il discorso del poeta è costellato da una notevole compostezza formale e c’è da sottolineare che tutte le poesie sono senza titolo e ciò dà unità e compattezza al libro, che, per questo, presenta una vaga unitarietà poematica. Il libro di Servetti si può, con la dovuta cautela, definire come un poema amoroso, visto che la canzone, in poesia, è di per sé stessa un genere amoroso. Molto spesso le poesie sono descrittive e procedono in lunga ed ininterrotta sequenza, con un fluire barocco, nell’accezione positiva del termine. La punteggiatura è ridotta al minimo e i versi sgorgano compatti e fluidi e con una certa lentezza. La poesia di apertura del volume potrebbe avere un carattere programmatico:- “Potremmo azzardare al buio la notte/ e reputarla risibile sorte/ a fronte di rughe e pelle sguarnito/ ma pure all’ultimo istante al viso/ farsi di te scrigno cara consorte/ e al sonno soave schiuderai le porte/ pensa… noi nella stanza ripulita/ e un sogno dettagliato tra le dita./ Tu Bauci, un tempo la dama stupenda/ io Filemone che proietta i sassi/ che chiameremo figli… idee confuse/ di un vecchio rimbambito… c’è una tenda/ a far da calendario ai nostri passi/ alle nostre notti quasi concluse/”. C’è in questi versi tutto il senso del trascorrere della vita e del le cose che passano, versi nei quali si parla di morte e di rughe sulla pelle come segno del tempo che scorre inesorabilmente anche nel volto dell’uomo, che è esso stesso natura. Il tono è ironico e quasi sapienziale e c’è una musicalità intrinseca nel verso, che si effonde nelle rime baciate e il versificare procede per accumulo. C’è un carattere anche intellettualistico in questa poesia e il tipo di scrittura praticato è del tutto antilirico. La materia di Canzoni di cortese villania è amorosa e sensuale e, tra i temi, è ricorrente quello del sogno. Molto spesso il tema nei versi è il passato. Carattere peculiare di questa poesia è un ritmo cadenzato ed incalzante, che è comune denominatore di tutti i componimenti, per cui si può parlare di valenza poematica vista l’unitarietà della materia trattata. Le frequenti rime baciate non appesantiscono il tessuto linguistico, anzi, a volte, lo illuminano in repentine accensioni. La dizione è sicura e il ritmo è incalzante e ciò contribuisce al rendere il dettato pervaso da quella musicalità alla quale si accennava. C’è un forte erotismo ed è presente una forte sensualità, che non sconfina mai nella volgarità della pornografia, come nella poesia a pag.25 che fa parte della prima sezione:-“ /Profumi invernali e mani attonite/ delizie emanate da calde promesse/ la giovane fica è florida messe/ s’intrecciano baci e parole insolite/ lingue congiunte, danzanti atmosfere/ composte dell’arie più rare e nobili…”/, poesia antilirica, densa di spessore sensuale, in cui una situazione sessuale, viene descritta con garbo e pacata ironia. I componimenti di Quotidiane seduzioni, contrariamente a quelli di L’amore fluido, sono caratterizzati da una certa oscurità, da un versificare più articolato e meno chiaro; qui il virtuosismo dei sonetti e delle sestine costituisce una sorta di anamnesi filogenetica, un ritorno alle forme dismesse e rimosse che ci perturba nella sua apparenza di deja vu. L’escussione del sermo humilis si fa denuncia aperta delle violenze che contraddistinguono la retorica massmediatica dilagante. Ecco un altro elemento di coerenza nel percorso di Servetti, la dimensione politica della sua scrittura, nell’immanenza del’operare testuale. Una sovversione silenziosa che talora sfocia nell’invettiva aperta. Opera originale, quella di Servetti, in cui il poeta dà spazio alle sue canzoni, che sono costellate, e questa è la cifra distintiva del libro, da cortesia e villania insieme, come se i due termini fossero assimilabili, l’uno con l’altro, in una trama che porta, attraverso il contrasto tra i due opposti, ad un raffinato esercizio di conoscenza.
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Raffaele Piazza

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