domenica 29 dicembre 2019

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e il 2020"

Chiaro risveglio ed è il 2020
nel mettere nella tasca dell’anima
il più soave dei sgni
e sente una voce Alessia
pari a Giovanna D’Arco
nel campo di battaglia della vita.
La visione è del condominiale
giardino delle rare piante
e non ci sono i limoni di Montale.
Attesa del telefonino a squillare
per l’appuntamento per l’amore
e trova Alessia le parole.
*
Raffaele Piazza

1 commento:

  1. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO ---
    Oggi ritroviamo Alessia, la fanciulla amata da Giovanni-Raffaele.

    Alessia ormai la conosciamo, sappiamo quasi tutto di lei, dei suoi sogni da ragazza, dei suoi desideri e progetti, dei suoi dolori e tormenti. Seguiamo il suo percorso colorato di adolescente fremente e disinvolta.

    Oggi la possiamo immaginare, emozionata più del solito sull'orlo di quell'anno, chi sa se magico per la sua struttura particolare: 2 due 2 zero, ripetuta forse lo è stata nel 2002! Più o meno ripetibile nel 2121, nel 2222, nel 3003 o 3030... Quante combinazioni potremo divertirci ad estrarre dal calendario, con quella farandola di numeri che si succedono, senza sosta, inesorabilmente, regalando inizio e fine alle nostre povere umane storie.

    Alessia dunque si sveglia nella sua camera da ragazza e subito partono, sulla scia dei suoi sogni cullati ancora appena sveglia, e dilagano fluidi, evanescenti ed insieme potenti, sentimenti, sensi e sensazioni, la sua mente, il suo cuore, tutto il suo essere donna, alla ricerca, al ricordo, all'ascolto della voce prediletta.

    La voce prediletta? La sentiva Giovanna d'Arco. Ma non era la voce dell'amore, bensì quella del dovere e della morte ad esso collegata.

    Dalla sua finestra contempla con uno sguardo distratto il giardino condominiale di fronte. Avrà notato che non ci sono limoni? Avrà pensato a Montale? Si possono nutrire forti dubbi in proposito. E' troppo assorbita dal pensiero dell'amato che l'aspetta in quella prima mattina del primo giorno dell'anno nuovo.

    Aspetta il trillo del telefono: E' impaziente. Si nutre di quell'attesa come fosse bevanda inebriante. Ma perché non telefona lei? Per una civetteria da femmina che pretende d'essere chiamata, cercata, corteggiata? Non sembra capace d'un tale "machiavellismo"! Ormai la piega è presa: è quasi sempre Giovanni a chiamarla. E a lei sta bene. Giacché la stuzzica, le dà dolore ed insieme piacere quell'attesa febbrile, come sulle sue gambe e braccia nude la carezza dei rami durante le passeggiate nel cuore della foresta.

    edith dzieduszycka

    31 dicembre 2019

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